Il punto sul mercato di Integrae SIM
“Non sei mai troppo piccolo per fare la differenza” (Greta Thunberg)
Il 2024 inizia sotto il segno della volatilità. Dopo il balzo di ieri, il VIX sull’indice S&P 500 ha continuato a correre, salendo di un ulteriore 6%, portandosi sopra la soglia di 14 punti. Il riflesso di una giornata “storta” per i listini mondiali in particolare europei: CAC 40 -1,8%, Dax -1,6%, FTSE Mib -1,5%. Segno meno anche per le small cap, con il Russel 2000 che è arrivato perdere quasi il 3% a dimostrazione che gli operatori restano incerti sulle decisioni della politica monetaria nell’anno in corso e di conseguenza l’impatto sulla congiuntura e tutte le società esposte all’economia reale. Le Minute della FED, pubblicate nella serata di ieri, non hanno infatti portato novità rispetto alle attese: “l’inflazione – si legge – resta ancora sopra il target, ma i rischi al rialzo sono diminuiti“. Il mese di gennaio è comunque molto importante per prevedere l’andamento dei listini nell’anno in corso: nell’80% dei casi infatti a Wall Street come chiude il mese di gennaio, chiude tutto l’anno, anche se la statistica è meno precisa quando si svolgono le elezioni presidenziali. Ma attenzione: nell’anno in cui l’inquilino della Casa Bianca cerca la rielezione il listino è sempre stato positivo. Infine nel giorno del suo quindicesimo compleanno, il bitcoin è arrivato a perdere il 10% toccando un minimo di $40mila, quasi $5mila in meno rispetto alla seduta precedente. A innescare le vendite è stato un report della società finanziaria Matrixport, secondo la quale: «a gennaio la Sec respingerà tutte le proposte» fatte da 13 società finanziarie di lanciare i rispettivi Etf sul bitcoin».
Le sfide del Governo nel 2024
Oggi alle 11:00 si volgerà l’attesa conferenza stampa della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Un incontro posticipato rispetto alla scadenza di fine 2023, per motivi di salute. L’evento si svolge in un clima “teso” sul piano politico, sia nazionale che internazionale. Internamente il Governo ha portato a casa l’approvazione della Legge di Bilancio 2024, ma sono ancora aperte le ferite per la mancata ratifica del MES che ha incrinato i rapporti tra l’Italia e la Commissione Europea. Tra i temi economici che ci si aspetta verranno affrontati: l’utilizzo dei fonti PNRR, dopo l’arrivo della quarta tranche che a portato a €100 miliardi i fondi disponibili, il programma di privatizzazioni che nel prossimo triennio dovrebbe generare circa €20 miliardi di entrate, il futuro dell’ILVA, di ITA Airways per il quale si attende l’ok dell’Europa all’offerta di Lufthansa e la contesa per la rete di Telecom. Nel frattempo è tornato un ceto nervosismo sul mercato dei titoli di Stato, il rendimento del BTP salito al 3,8%, mentre lo spread resta intorno ai 160 punti. Il mercato non è preoccupato per l’instabilità politica italiana ma il nostro Paese resta osservato speciale anche in considerazione del fatto che nell’anno in corso dovranno essere rifinanziati circa €400 miliardi di debito pubblico.
È tutto oro
Di norma, quando i tassi d’interesse salgono e i tassi reali sui titoli di Stato diventano positivi, il prezzo dell’oro tende a scendere. Ma non è quello che è accaduto negli ultimi 18 mesi. Al momento la quotazione si aggira attorno ai $2.000 dollari all’oncia, ovvero indicativamente sui massimi storici, nonostante il fatto che, negli ultimi due anni, si sia registrato un rialzo molto significativo dei tassi d’interesse reali negli Stati Uniti e in Europa. Anche il dollaro è stato piuttosto forte. Secondo James Luke, Fund Manager, Metals, Schroders guardando al 2024, se si immagina uno scenario in cui gli Stati Uniti si dirigono in modo più deciso verso il tipo di flessione che quasi tutte le stime prevedevano per il 2023, potremmo vedere un ritorno dell’interesse per l’oro negli Stati Uniti e in Europa. Tuttavia, con una permanenza dell’offerta strutturale delle banche centrali. Schroeders sostiene che se si manifestasse un impulso coordinato in termini di domanda di Paesi occidentali e orientali, potremmo assistere a tendenze sorprendentemente forti per i prezzi dell’oro, che potrebbero sconvolgere gli investitori. Pare quindi prudente prevedere che, per il 2024, il livello di $2.000 all’oncia diventerà un fattore di supporto più che un elemento di resistenza, come è stato negli ultimi tre anni. Se tale scenario si concretizzasse, l’impatto sulle valutazioni per i produttori d’oro sarebbe significativo, con un enorme potenziale di recupero per questi titoli azionari. In Piazza Affari c’è Confinvest, operatore nel campo dell’oro fisico da investimento, quotato sul listino Euronext Growth Milan ed oggetto di copertura da parte dell’ufficio studi di Integrae SIM.