Il punto sul mercato di Integrae SIM
“Ieri è passato. Domani non è ancora arrivato. Abbiamo solo oggi: cominciamo” (Madre Teresa di Calcutta)
Dopo i record del 2023 nella prima seduta del 2024 torna protagonista la volatilità. Il Vix sull’indice S&P 500 è salito oltre i 14 punti, +15%, sulla seduta precedente. Un movimento andato di pari passo con il rialzo del petrolio salito sino a $73, +3%. Il riflesso delle tensioni a livello geopolitico con la possibile escalation militare nel Mar Rosso deve l’Iran ha schierato una nave da guerra come reazione agli interventi militari di Usa, Regno Unito e Nato contro gli Houthi, ovvero i ribelli che minacciano le navi mercantili. In rialzo anche i rendimenti dei titoli di Stato con il BTP a 10 anni salito sino a sfiorare il 3,8% e lo spread nuovamente sopra la soglia di 160 punti. Ma al netto di questo flusso di notizie, i Mercati, complice anche il periodo semifestivo, dovrebbero muoversi con relativa tranquillità sino a venerdì quando saranno diffusi i dati macro market mover ovvero il tasso di inflazione in Europa e i dati sulle dinamiche salariali in Usa nel mese di dicembre: retribuzione oraria media, buste paga settore non agricolo e infine il tasso di disoccupazione. Questi ultimi un’importate statistica per misurare il livello di recessione.
Il Bitcoin si dimezza e sale
La criptovaluta per eccellenza ha superato ieri la soglia di $45mila per la prima volta dall’aprile del 2022, +180% dai minimi del dicembre 2022. Un trend su cui impattano le aspettative sulla possibile approvazione di un Etf sul Bitcoin da parte della Securities and Exchange Commission (SEC) ovvero la Consob degli Stati Uniti. La data sottolineata in rosso in agenda è il prossimo 10 gennaio, quando l’autorità Usa si esprimerà sul via libera o meno, al fondo legato al valore della moneta digitale. La richiesta di un Etf spot sul Bitcoin è stata presentata da Ark e 21 Shares e uno ok potrebbe costituire il precedente chiave per aprire la porta alle altre domande riguardanti l’apertura di altri strumenti finanziari, come quella arrivata da BlackRock, il più grande gestore patrimoniale del mondo. Altro fattore di “spinta” è l’halving, ovvero la naturale riduzione dei bitcoin in circolazione che dovrebbe avvenite nel mese di aprile/maggio prossimo. In occasione dei precedenti halving, che si verificano in media ogni quattro anni circa, la quotazione del Bitcoin ha sempre accelerato. Il mercato collega quindi l’evento agli incrementi del mercato di tutte le criptovalute anche se non possiamo dimenticare che il 90% dell’offerta totale di Bitcoin è già sul mercato, il che limita ovviamente l’impatto di ulteriori dimezzamenti. L’effetto rarità potrebbe quindi essere in buona parte già incluso nei prezzi, per cui l’upside è legato più all’aumento della domanda, ad esempio per l’introduzione di ETF spot, che alla scarsità dell’offerta.
L’anno del Drago
Gli indici borsistici cinesi sono stati tra i peggiori dell’anno nel 2023: -16% l’Hang Seng e -15% lo SZSE Component. Il riflesso della delusione sul fronte dello sviluppo economico post pandemia. Trend che potrebbe addirittura peggiorare nel nuovo anno. Le previsioni degli analisti internazionali sono tutte per un rallentamento della crescita del gigante asiatico: l’FMI prevede un +4,6%, rispetto al +5,4% del 2023. Attenzione però si tratta comunque di un livello ben superiore alla media mondiale del +2,7%, al +1,5% degli Usa e al +0,7% dell’Italia. La grande minaccia è la crisi del mercato immobiliare che vale il 30% del Pil cinese e che potrebbe quindi impattare sull’economia in maniera profonda e imprevedibile. In questa prospettiva il governo ha già raccolto €125 miliardi tramite il mercato dei bond per rilanciare il settore. Altri fattori di monitorare con attenzione sono gli investimenti diretti esteri (-10% nel 2023), la disoccupazione salita recentemente al 5% (addirittura 30% a livello giovanile), il commercio estero, con il dato aggregato atteso in flessione su base annua e l’indice PMI del settore manifatturiero che ha dovrebbe chiudere il 2023 in flessione. Infine la concorrenza indiana: Nuova Delhi ha superato “demograficamente” la Cina e sta diventando un partner alternativo per Usa ed Europa. Questo costringerà quindi il governo cinese a dovere fare ancora di più in materia di investimenti esteri e mobilità internazionale, a dispetto della politica estera di chiusura. Non sembrano quindi esserci al momento i presupposti per un inversione di tendenza delle Borse.