Il punto sul mercato di Integrae SIM
“Meglio tre buone idee, che molte cattive” (Charlie Munger 1924-2023)
Piazza Affari sui massimi dal 2008. Superata la soglia dei 29.600 punti, ora punta a superare 30mila. La reazione a dati davvero importanti diffusi nella giornata di ieri: l’inflazione in Germania scesa oltre le attese e il PIL Usa nel terzo trimestre, sopra le previsioni sui massimi da 3 anni. Inflazione che scende mentre l’economia non da segni di crisi. La ricetta perfetta per gettare benzina sul fuoco del rally di fine anno. Altro segnale di fiducia verso il mercato azionario: GM ha fatto un balzo del 10% dopo l’annuncio del maxi piano di buy back, la società ritiene che investire nelle proprie azioni sia un buon affare. In Italia il BTP a 10 anni si avvicina alla soglia del 4% di rendimento, appena un mese fa sfiorava il 5%, facendo addirittura meglio del T-Bond statunitense sui massimi da 2 anni. Buone notizie infine dal prezzo del Gas: -6%, sotto la soglia di €40. Un newslfow che alimenta le aspettative per un allentamento della politica monetaria nel corso del 2024. Gli operatori si aspettano a questo punto che il primo taglio avverrà nel mese di maggio, ed assegnano un 40% di probabilità che possa avvenire già nel mese di marzo.
Bye, bye Charlie
Con la morte di Charlie Munger, autodefinitosi “un allegro pessimista”, finisce l’unione più inossidabile di Wall Street. Breve ma chiara la nota di Warren Buffet: “nulla in Berkshire Hathaway sarà più come prima”. L’incontro fatale tra i due “guru” risale al 1959, ma è nel 1964 che decidono di scalare la società tessile Berkshire Hathaway, per farla diventare la propria cassaforte. Chi avesse investito con loro $1.000 dollari nella conglomerata nel 1964, oggi si troverebbe in tasca 10 milioni. La filosofia di investimento di Munger si esprimeva in maniera colorita, irriverente ma mai banale. Una vita controcorrente, ma senza i connotati del ribelle. A differenza di Warren Buffet non era un analista di bilanci ma un intuitivo guidato dalla saggezza popolare e dal pensiero laterale, che esprimeva in modo diretto attraverso frasi molto taglienti diventate famose come quella sul bitcoin: “penso che sia veleno per topi”. La sua condizione è però stata anche quella di restare in disparte, non essere protagonista, ma piuttosto la spalla del più mediatico collega. Tra i “consigli” più preziosi che ricordiamo: “non correre a investire subito la liquidità ma aspetta le occasioni giuste”, ovvero per diventare ricchi bisogna avere pazienza. La morte di Munger ricorda infine agli investitori che Buffett ha 93 anni.
Il green non brilla ma…
La COP di Dubai è diversa da tutte le altre, a cominciare dal Presidente, contemporaneamente capo di un’azienda di Oil&Gas e di una attiva nel campo delle rinnovabili. Al tavolo dei negoziati si siederà quindi, per la prima volta, anche l’industria dei combustibili fossili. Per decarbonizzare è naturale che si debba passare dall’industria delle “fossili”, ma per anni non è stato così. I nodi del contendere sono il phase out, ovvero l’eliminazione drastica o graduale dei combustibili fossili, e il taglio dei sussidi pubblici a favore dell’industria oil&gas, che che nel 2023 ha investito solo l’1% delle proprie risorse nelle energie rinnovabili. L’ETF iShares sulla green technology perde oltre il 30% da inizio anno, a dimostrazione che gli investitori non hanno guardato con molta attenzione alla sostenibilità, perché mettere insieme il valore potenziale della trasformazione climatica con la performance non è facile. Eppure la decarbonizzazione rappresenta una nuova rivoluzione industriale in grado di generare valore per tutti. Gli obiettivi, che sono posti prima al 2023 e poi al 2050, sembrano lontani ma la traiettoria è quella. Per questo attenzione alle società esposte al cambiamento climatico e quotate su Euronext Growth Milan: Altea Green Power, Green Oleo, Redelfi e Renergetica tutte oggetto di copertura da parte dell‘ufficio studi di Integrae SIM.