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Insights 24 Mag 2023

Il punto sul mercato di Integrae SIM

Gli uomini passano, le idee restano” (Giovanni Falcone)

La Fed torna a fare paura. Tutte le Borse mondiali hanno chiuso ieri in territorio negativo mentre il Vix sull’S&P 500 ha fatto un balzo dell’8%. A circa 20 giorni dalla prossima decisione sui tassi di interesse si susseguono le dichiarazioni da falchi dei banchieri centrali. Secondo Neel Kashkari, presidente della Fed di Minneapolis, una pausa sui tassi è possibile a giugno, ma “questo non significa che abbiamo finito con il nostro ciclo restrittivo”. James Bullard, presidente della Fed di St. Louis, considerato il più “falco” della politica monetaria statunitense, ha detto di prevedere “altri due rialzi dei tassi d’interesse, quest’anno”. Per Mary Daly, presidente della Fed di San Francisco, le prossime mosse della Fed “dipenderanno in modo estremo dai dati“. Per questo, ha detto di voler lasciare “aperte tutte le opzioni”, dato che molti dati di rilievo saranno pubblicati prima della prossima riunione del Fomc, il braccio operativo della politica monetaria. Ricordiamo che questa sera saranno diffusi proprio i verbali della precedente riunione del Fomc. Nel frattempo continuano i negoziati tra la Casa Bianca e i rappresentanti repubblicani del Congresso per discutere come aumentare il tetto del debito di 31.400 miliardi di dollari, a soli nove giorni dalla scadenza.

La profezia di Jamie

Secondo Jamie Dimon, Ceo di JP Morgan, è il momento di prepararsi a tassi d’interesse al 6-7% se il 5% non dovesse bastare a limitare l’inflazione. La dichiarazione, alquanto preoccupante, è arrivata in occasione dell’Investor Day della banca d’affari. Dimon si è detto anche piuttosto preoccupato per il quantitative tightening che arriva in simultanea con la stretta creditizia delle banche, “non abbiamo mai vissuto un momento del genere” ha concluso il top manager. Dichiarazioni che hanno condizionato l’umore dei trader, che ora assumono una possibilità del 21% che la Fed decida di alzare i tassi di altri 25 punti base nella prossima riunione tra 20 giorni. Una settimana fa la probabilità era inferiore al 10%. A rafforza questa ultima ipotesi, i dati macro diffusi ieri: permessi di costruzione, indice direttori di acquisti e vendite nuove abitazioni tutti superiori alle attese mostrando una domanda robusta che rafforza l’inflazione core. In particolare l’attività delle imprese statunitensi è aumentata a maggio ai massimi da 13 mesi, grazie alla forte crescita del settore dei servizi, indicando che l’economia ha ripreso slancio all’inizio del secondo trimestre nonostante i crescenti rischi di recessione.

Per Bill Gates l’AI fa paura

Per il fondatore di Microsoft Bill Gates l’intelligenza artificiale porterà degli sconvolgimenti. “Sarà un cambiamento epocale – ha puntualizzato – chiunque realizzerà un assistente personale dotato di intelligenza artificiale farà sì che nessuno andrà più su un motore di ricerca, o su Amazon”. Dichiarazioni rilasciate in occasione di un evento organizzato da Goldman Sachs e SV Angel. Amazon e Google, sarebbero quindi due tra le società più impattate negativamente. Ma per Gates servirà comunque ancora tempo prima che l’assistente personale dotato di intelligenza artificiale entri nell’uso quotidiano. In attesa, le aziende proveranno ad integrare l’intelligenza artificiale nei loro processi sfruttando le tecnologie basate sull’AI, come per esempio ChatGPT. Non a caso il servizio lanciato da OpenAI e sviluppato proprio grazie a un maxi finanziamento di Microsoft.