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Insights 17 Mar 2023

Il punto sul mercato di Integrae SIM

Se qualche volta vedi saltare dalla finestra un banchiere svizzero, salta dopo di lui. Di sicuro c’è qualcosa da guadagnare
(Voltaire)

Il Credito Svizzero è salvo? La Banca Centrale svizzera ha concesso un finanziamento da 50 miliardi di franchi all’istituto elvetico, per superare la crisi di liquidità esplosa dopo che il principale azionista, la Saudi National Bank, si è rifiutato di intervenire. Dal punto di vista patrimoniale la banca è infatti solida ma il danno di immagine è fatto, per tutta la Svizzera. A questo punto nel futuro di Credit Suisse, ci potrebbe essere uno spezzatino, con Ubs a farla da padrona acquisendo i pezzi più pregiati e diventando l’istituto più importante della Svizzera. La presa di posizione del regolatore ha ridato fiducia ai mercati, con il titolo che nella giornata di ieri è arrivato a guadagnare oltre il 30% recuperando in parte le perdite accumulate nella seduta precedente. Ripresa che ha coinvolto tutto il settore bancario europeo, Piazza Affari in primis che ha chiuso con un rialzo vicino all’1,5%, recuperando quota 26mila punti. Ma si tratta di un rimbalzo o il peggio è veramente alle spalle? Il fatto che la crisi di SVB, Signature Bank e Credit Suisse siano esplose, quasi, all’improvviso non lascia tranquilli. La decisione della Bce, che ha confermato il rialzo di 50 punti base, lascia intendere che la situazione non sia assolutamente tranquilla e dopo un rally che ha portato le Borse a recuperare interamente le perdite accumulate con lo scoppio della pandemia, una pausa di riflessione sia auspicabile.

Prova di forza della Bce

Inflazione troppo elevata” per un periodo di tempo “troppo prolungato“. Così Christine Lagarde ha giustificato la decisione di aumentare i tassi d’interesse di 50 punti base come per altro già annunciato nel meeting del 2 febbraio, e portando il costo del denaro al 3,5%, sui massimi dal 2008. Le scelte della Bce continueranno quindi ad essere basate sui dati macroeconomici e l’intensità di trasmissione della politica monetaria. Le tensioni dei mercati finanziari sono monitorate e la banca centrale è pronta a rispondere per garantire la stabilità finanziaria nell’area euro. Il sistema bancario è considerato resiliente alle situazioni di crisi e ben più solido del 2008 grazie alle riforme introdotte dopo la crisi. Esistono poi strumenti che la Bce è pronta da attivare se necessario. Ma per il momento non c’è una crisi di liquidità e non c’è un trade off tra la stabilità dei prezzi e quella finanziaria. La Bce ora si aspetta una media dell’inflazione inferiore al 5% nel 2023, con un obiettivo del 2,1% nel 2025. Riviste invece al rialzo le previsione di crescita grazie al calo del prezzo dell’energia e la resilienza dell’economia a livello internazionale: +1,6% sia nel 2024-2025 del Pil nella zona euro.

Dopo le cattive notizie focus sui dati macro

Oggi si chiude una delle settimane più turbolente degli ultimi anni. Il secondo e terzo fallimento bancario più grandi della storia statunitense e un’iniezione di liquidità da altre €50 miliardi nella casse del Credit Suisse, sino a ieri, seconda più grande banca svizzera. Non sono però mancare le buone notizie come il salvataggio, da parte di un pool di banche guidate da Goldman Sachs, Morgan Stanley, JPMorgan Chase e Citigroup di First Republic, la banca regionale che avrebbe potuto seguire le sorti di SVB, per una cifra che potrebbe arrivare a $30 miliardi. Il segnale che la liquidità, quando serve, è disponibile. Superata la fase di maggiore volatilità si potrà tornare a ragionare sui dati macroeconomici che dovrebbero guidare le decisioni delle banche centrali. Oggi in uscita alle 11:00 il dato sui prezzi al consumo nell’area euro a febbraio attesi in aumento su base sequenziale +0,8% rispetto a -0,2% di gennaio, e stabili su base annua ovvero +8,5% come a gennaio. In Usa a partire dalle 14:15 saranno diffuse le statistiche su: produzione industriale a febbraio, sentimento e fiducia dei consumatori misurati dall’Università del Michigan.