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Insights 25 Nov 2022

Il punto sul mercato di Integrae SIM

“Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare” (Seneca)

Secondo Stefano Firpo, neo direttore generale di Assonime, l’associazione delle società per azioni italiane (fondata oltre 100 anni fa) il 2023 per le imprese italiane sarà improntato alla prudenza ma con sorprese positive. L’impronta del nuovo Governo dovrebbe essere incentrata nel rendere produttivo nell’utilizzo del PNNR, capitolo di spesa senza impatto sul bilancio dello Stato, e incidere sul lato regolatorio, semplificando in particolare il fisco. Infine favorire la finanza d’impresa. In questa prospettiva la scelta di confermare per i prossimi 3 anni il bonus fiscale per i costi sostenuti dalle PMI per il processo di quotazione in Borsa è un buon inizio. Con queste premesse l’Italia dovrebbe essere in grado addirittura di crescere rispetto al 2022, quindi sorprendendo rispetto ai timori di una recessione. La manovra finanziaria, focalizzata sul contenimento del caro energia per famiglie e imprese, viene giudicata positivamente rappresentando un fattore di espansione per l’economia del Paese nel 2023.

Semplificare la Borsa

Nel corso degli ultimi 10 anni, il saldo tra entrate e uscite nel mercato regolamentato italiano è stato di: 40 Ipo e più di 100 delisting. Nello stesso periodo la perdita di capitalizzazione dovuta alle fuoriuscite ammonta a €40 miliardi rispetto ai €2 miliardi portati delle matricole. Numeri che letti in questo modo possono sembrare molto negativi, ma entrando nel particolare, si scopre invece che non mancano gli aspetti positivi. Pensiamo al mercato Euronext Growth Milan, nato 13 anni fa, come Integrae Sim, e che nel corso del tempo ha portato in quotazione 270 imprese, canalizzando oltre €6 miliardi di risparmio privato verso l’economia reale, anche grazie ai PIR, piani individuali di risparmio. Resta comunque molto da fare a livello di policy e quadro regolatorio per favorire il mercato dei capitali pubblici italiani. La Borsa di Milano resta il canale più tutelante per veicolare il risparmio privato verso le imprese e dare trasparenza e certezza al valore economico aziendale, espresso quotidianamente grazie al marcato azionario. Ma occorre fare comunque altri passi in avanti per competere alla pari con altre piazze finanziarie europee. Un’esperienza virtuosa è quella di SCM Sim, società su Euronext Growth Milan, società specializzata nei servizi di private banking e wealth management, che ha recentemente concluso la doppia quotazione sulla Borsa di Francoforte. Operazione possibile grazie allo “sfruttamento” del codice ISIN, la targa delle società quotate. Iniziativa a basso costo ma che ha dato ulteriore visibilità al titolo su un mercato di investitori, anche retail, che guarda con grande interesse alle PMI Italiane.

I mercati dipendono dalle minute

Dalla lettura dei verbali del meeting del 26-27 ottobre della Bce risulta che i banchieri sono spaccati sulla reazione al radicamento dell’inflazione e su ulteriori aumenti dei tassi. Ricordiamo che nell’ultima riunione, nel tentativo di combattere il forte aumento dell’inflazione (superiore al 10% nell’area euro), la banca centrale ha incrementato il costo del denaro di 75 punti base, fino all’1,5%, portando il totale dei rialzi a 200 punti dal luglio scorso, il percorso di inasprimento delle politiche monetarie più rapido della recente storia della Bce. I banchieri centrali hanno inoltre messo in cantiere la riduzione del bilancio, che risulta pari a €9.000 miliardi, la prima inversione di tendenza dopo 10 anni di acquisti di debito pubblico che avevano il fine di rialimentare l’inflazione. Obiettivo purtroppo raggiunto solo a causa dello shock del conflitto Ucraina-Russia. Ma la bella notizia, che sta favorendo un consolidamento del trend rialzista sulle Borse, è che in occasione del prossimo appuntamento del 15 dicembre la Bce dovrebbe effettuare una mossa più modesta, pari a 50 punti base. Man mano che ci avviciniamo alla data fissata per la riunione, le statistiche macroeconomiche confermano che ci sono tutte le condizioni per iniziare a tirare il freno nella politica monetaria restrittiva.