TALEA – Strategie vincenti e nuove frontiere
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Talea Group S.p.A., nata dal rebranding di Farmaè S.p.A. e quotata sul mercato Euronext Growth Milan di Borsa Italiana, si posiziona tra i principali gruppi digitali in Europa nel macrosettore multicanale della Salute, Benessere e Bellezza, oltre a offrire servizi di media marketing agli inserzionisti del settore. In questa intervista esclusiva, Riccardo Iacometti, Presidente e Amministratore Delegato di Talea Group S.p.A., approfondisce il recente aumento di capitale da oltre € 7 milioni, illustrando le strategie future del Gruppo.
L’aumento di capitale appena concluso, che ha raccolto oltre € 7 milioni, rappresenta un risultato significativo. Siete riusciti a portare a termine questa raccolta senza il supporto di un consorzio di garanzia, dimostrando la fiducia riposta dal mercato. Ritiene che questo sia un segnale della solidità del mercato EGM? Come valuta complessivamente il risultato di questa operazione?
«Considero il risultato un segnale estremamente positivo, specialmente considerando che è la prima volta che una società quotata sull’EGM riesce a concludere un aumento di capitale di questa portata durante il periodo natalizio, senza il supporto di un consorzio di garanzia e semplicemente offrendo i diritti di opzione sul mercato. Questo successo, a mio parere, è attribuibile principalmente a due fattori. Da un lato, il nostro titolo è stato nel corso degli anni comprato e venduto sfruttando le ampie oscillazioni di prezzo, che hanno visto le nostre azioni passare dai € 7,50 iniziali dell’IPO fino ai € 40,00 durante il periodo del Covid-19, con anni di trading range tra i € 10,00 e i € 20,00. Essendo, quindi, un titolo altamente volatile, oggi in molti hanno colto l’opportunità di sottoscrivere al prezzo minimo storico di € 4,50. Dall’altro lato, il mercato ha riconosciuto il momento strategico in cui ci troviamo, caratterizzato da record di fatturato e un costante miglioramento di tutti gli indicatori di performance del business. Questo risultato non solo rafforza la fiducia nel nostro progetto, ma evidenzia anche la reattività del mercato EGM se opportunamente sollecitato.
Sono quindi estremamente soddisfatto del risultato ottenuto, anche se il pieno successo dell’operazione è stato parzialmente compromesso da un meccanismo tecnico nel sistema di clearing, che ci ha impedito di raccogliere circa € 1 milione in più. Questo importo era già pronto per essere sottoscritto dal mercato, ma a causa di problematiche che andremo ad approfondire con le autorità competenti – con l’obiettivo di migliorare il sistema per le future società emittenti – non siamo riusciti a raggiungere il traguardo storico del 100% di sottoscrizioni».
Come pensate di impiegare le risorse raccolte? Quali sono le priorità di investimento per il prossimo futuro?
«Negli ultimi cinque anni abbiamo perseguito un obiettivo chiaro: la crescita. Per attivare la componente “Industrial-Media”, con un EBITDA margin di circa l’80% – caratterizzata quindi da un’alta redditività – era cruciale raggiungere una massa critica di 1 milione di clienti attivi e un fatturato superiore a € 100 milioni. Questo ci ha permesso di consolidare la nostra posizione di leadership anche agli occhi dei media center. Abbiamo realizzato campagne di acquisizione mirate che ci hanno consentito di raggiungere questi risultati e di avviare ora la seconda fase, focalizzata sul consolidamento del business. Le risorse raccolte saranno impiegate per l’ampliamento della gamma di offerta e lancio di nuove private label, per il continuo sviluppo tecnologico e nuove automazioni logistiche, e per investimenti tecnologici sulle piattaforme eCommerce».
La vostra strategia multibrand si intreccia con una visione innovativa legata al media business: sfruttare i vostri canali per vendere visibilità non solo ai player del settore pharma, ma anche a brand esterni. Quanto pesa questa componente nella vostra strategia complessiva? Potrebbe diventare un pilastro del vostro modello di business futuro?
«All’inizio del nostro percorso, non avevamo pienamente compreso che stavamo creando non solo un canale di vendita innovativo, ma anche una media company capace di attirare gli investimenti dei principali media center europei in cerca di visibilità qualificata. Dopo essere entrati anche nel canale beauty attraverso la piattaforma Beautyè e nel canale ortopedia attraverso la piattaforma Sanort, abbiamo deciso di acquisire brand e community verticalizzate – VitaminCenter e BestBody per gli appassionati del fitness e dell’integrazione e DocPeter per i clienti più giovani e infine ulteriori piattaforme generaliste del mondo salute e benessere come Farmaeurope, Farmahome e Superfarma – rivelando le potenzialità pubblicitarie del nostro ecosistema. Una caratteristica distintiva è rappresentata dai nostri fornitori, che dispongono di ingenti budget pubblicitari e trovano nei nostri canali un mezzo efficiente e trasparente per promuovere i loro prodotti, grazie a report dettagliati e riscontri immediati nelle vendite. La divisione “Industrial- Media”, nel 2024 (primo anno di operatività strutturata), ha generato ricavi oltre le nostre aspettative con un EBITDA margin molto importante. La sfida per il futuro sarà ampliare la base degli inserzionisti, coinvolgendo nuovi settori interessati al nostro target, che comprende oltre 1 milione di clienti attivi, per il 75% donne di età compresa tra 20 e 60 anni, uno dei segmenti più appetibili per il mercato pubblicitario».
Parlando del settore in cui operate, qual è la situazione attuale del mercato della farmacia e parafarmacia online? Quali opportunità e sfide individuate?
«Il mercato italiano della parafarmacia online è nato grazie alla deregolamentazione che consente la vendita di prodotti parafarmaceutici e otc (prodotti acquistabili senza ricetta medica), ma esclude ancora i farmaci soggetti a prescrizione medica. Mentre il mercato delle farmacie fisiche genera un fatturato annuo di circa € 25 miliardi, quello parafarmaceutico online si ferma a € 800 milioni. Abbiamo completato una prima fase strategica, consolidando la nostra leadership nel settore parafarmaceutico online. La seconda fase, attualmente in corso, mira a mantenere e ampliare la nostra quota di mercato, in attesa che il mercato farmaceutico venga deregolamentato. Tale trasformazione sarà guidata dalle abitudini di acquisto delle nuove generazioni digitali, che preferiscono il canale online per la comodità e il risparmio di circa il 30% rispetto al canale fisico. Risulta, quindi, chiaro che siamo di fronte ad una trasformazione ineluttabile delle abitudini di acquisto, anche per il nostro settore; tuttavia, l’evoluzione del settore dipenderà dalle future decisioni politiche e dall’adeguamento alla normativa europea, che già si sta muovendo verso una maggiore apertura».
Avete un benchmark di riferimento? Come si posiziona la vostra azienda rispetto ai competitor principali e come giudicate l’evoluzione di questo mercato?
«A livello nazionale, siamo leader del nostro settore con una quota di mercato del 18% circa e non abbiamo concorrenti diretti come pure player multibrand con una divisione media ben strutturata. Complessivamente, nel mercato italiano delle vendite online, siamo il terzo operatore di proprietà italiana e l’undicesimo considerando anche i competitor stranieri, tra cui i grandi colossi internazionali – come Amazon, eBay e Zalando. A livello europeo, il nostro benchmark di riferimento è RedCare, una società quotata a Francoforte con 12 milioni di clienti e un fatturato di oltre € 2,5 miliardi. RedCare beneficia già di normative europee più avanzate, che le consentono di penetrare, ad esempio, il mercato tedesco da oltre € 50 miliardi che per primo le ha adottate. Auspichiamo che anche l’Italia segua una regolamentazione analoga, permettendoci di espandere rapidamente il nostro fatturato sfruttando la solida base clienti costruita negli anni».
Finora la vostra crescita è stata caratterizzata da acquisizioni strategiche di realtà più piccole sul territorio italiano. Continuerete ad adottare un approccio ‘’predatore’’ tramite acquisizioni o vedete all’orizzonte un possibile cambiamento, diventando voi stessi ‘’prede’’? Come si inserisce la crescita per linee esterne nella vostra strategia futura?
«La nostra crescita è stata accelerata da strategie mirate, tra cui investimenti significativi in marketing e cinque acquisizioni strategiche per presidiare un’utenza frammentata per età, abitudini e tipologie di prodotto. Oggi stiamo lavorando per rendere la nostra struttura più efficiente, con una significativa riduzione dei costi, e siamo pronti ad esplorare opportunità strategiche a 360 gradi che possano favorire la crescita e il consolidamento di un operatore italiano di riferimento, in grado di competere con i colossi internazionali. Questo settore, strategico per l’Italia, ha dimostrato la sua importanza durante la pandemia Covid- 19, quando siamo stati essenziali nella distribuzione di prodotti di salute e benessere di prima necessità. Continueremo a lavorare per garantire la nostra competitività e contribuire al rafforzamento del settore a livello nazionale».
Molte aziende quotate sul mercato EGM stanno affrontando difficoltà legate alla valutazione borsistica e alcune di queste hanno scelto la strada del delisting o sono state oggetto di OPA. Anche il vostro titolo ha toccato minimi storici: state considerando la possibilità di uscire dal mercato o di essere acquisiti? Qual è la vostra posizione su questa tematica delicata e di grande attualità?
«Purtroppo, stiamo assistendo ad uno strano fenomeno: mentre le Borse mondiali ed il mercato principale italiano hanno raggiunto quotazioni record, il nostro mercato EGM, pur vedendo crescere a livello industriale le aziende che lo compongono, soffre per la fuga degli investitori. La mancanza di incentivi significativi e il limitato supporto del mondo del risparmio italiano penalizzano le nostre small-mid caps, che sono da sempre la colonna portante dell’economia nazionale. Questa situazione ha portato ad un’anemia degli scambi sul mercato secondario a discapito delle relative capitalizzazioni che non hanno fatto altro che perdere terreno negli ultimi 24 mesi. Non stupisce, quindi, che molti imprenditori, frustrati da un sistema borsistico nazionale che non premia adeguatamente il loro impegno e sforzo per rimanere quotati, stiano optando per il delisting. Anche noi ci troviamo attualmente a livelli di capitalizzazione ingiustamente bassi: rispetto ai nostri competitor internazionali, che giustificherebbero per noi una valutazione di almeno € 150 milioni, il nostro valore di mercato, nonostante le risorse appena raccolte attraverso l’aumento di capitale, non supera i € 40 milioni. Per questo motivo stiamo valutando con attenzione ogni opzione strategica per tutelare e incrementare il valore per i nostri azionisti».
Il nostro giudizio
Sul titolo Integrae SIM ha una raccomandazione (BUY), target price €11,40 (upside +153%).
Per leggere il documento completo della nostra ricerca, comprensivo delle informazioni previste dalla normativa di riferimento, clicca qui:
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