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Insights 24 Ott 2022

Il punto sul mercato di Integrae SIM

Puoi sempre contare che gli americani facciano la cosa giusta, dopo che hanno provato ogni altra cosa” (Wiston Churchill)

E’ finita l’era della tranquillità. Dopo 10 anni relativamente stabili i mercati azionari sono entrati in una fase di maggior turbolenza di cui non si vede la fine. Ma la paura della volatilità non dovrebbe indurre gli investitori ad abbandonare totalmente il mercato azionario. Si può investire in modo strategico per mitigare il rischio di ribasso in titoli di alta qualità, con un andamento stabile e prezzi interessanti, che possono aiutare a cogliere il potenziale delle azioni e affrontare con successo condizioni di mercato più turbolente. Un approccio attivo incentrato su Qualità, Stabilità e Prezzo può aiutare gli investitori. E’ la ricetta che propone il team di analisti di AllianceBernstein  che ha realizzato un interessante analisi storica sui rendimenti dei mercati nel medio e recente passato indicando una strada per il futuro. L’entità del ribasso del 2022 è stata accentuata dalla relativa calma degli ultimi 10 anni, anche considerando il brusco ma breve crollo indotto dal Covid a inizio 2020, che ha visto le azioni globali mostrare una minore volatilità rispetto ai 26 anni precedenti. L’analisi mostra che l’indice MSCI World ha perso terreno solo per il 19% del tempo negli ultimi 10 anni, contro il 27% del periodo tra il 1986 e il 2012. Il quadro è speculare per quanto riguarda i rialzi delle azioni globali, che hanno segnato un andamento storicamente robusto: i grandi rally, con guadagni superiori al 10%, sono stati analogamente frequenti nei 10 anni appena trascorsi e nel lungo periodo. Quanto stiamo vivendo nel corso del 2022 si presenta quindi come un territorio inesplorato che va affrontato anche con un cambio di mentalità nei confronti dei propri investimenti. Ci ritroviamo pertanto nell’approccio di Qualità, Stabilità e Prezzo che può essere declinato anche sull’azionario italiano ed in particolare il mercato Euronext Growth Milan che con quasi 200 titoli quotati offre ampia possibilità di scelta per replicare la strategia indicata da AllianceBernstein

Tanto tuonò che si fece il Governo

In meno di 48 oro dall’inizio delle consultazioni il Presidente della Repubblica ha conferito l’incarico di formare il nuovo esecutivo a Giorgia Meloni che lo ha accettato senza riserva. Cosa accaduta solo 2 volte nel 1994 a oggi. La conseguenza del voto del 25 settembre scorso, basato su una legge elettorale tanto criticata quanto efficacie nel permettere di stabilire con certezza un vincitore il giorno dopo le elezioni. Non ci sono dubbi che il Governo otterrà la fiducia e inizierà velocemente ad affrontare le sfide che attendono il Paese prima della fine dell’anno: crisi energetica, Legge di Bilancio e terza tranche del PNRR. Sullo sfondo le tensioni geopolitiche che con la nomina di Xi Jinping a Presidente della Cina per la terza volta, hanno visto cadere un fattore di stabilità nella seconda più grande economia del mondo. Ora tocca a Joe Biden affrontare le elezioni di medio termine, tra meno di un mese, che potrebbero rafforzarlo o indebolirlo riaprendo la corsa per la Casa Bianca dove potrebbe ritrovare Donald Trump come sfidante. E non dimentichiamo che a fine novembre la Federal Reserve aumenterà il range dei tassi di interesse di 75 punti base per la quarta riunione consecutiva portando i tassi al 4%, livello di più altro dalla crisi finanziaria del 2008. Infine nel Regno Unito finita la parentesi di Liz Truss, non si può escludere un clamoroso ritorno di Boris Johnson.

Torna la Bce

Il calendario macroeconomico di questa settimana vede i riflettori puntati sulla riunione della Bce prevista per giovedì alle 14:15. Previsto un rialzo di 75 punti base che porteranno il tasso di interesse al 2%. Successivamente sarà la volta della conferenza stampa di Christine Lagarde da cui ci si attendono indicazioni sulle prossime decisioni di politica monetaria alla luce del fatto che l’inflazione potrebbe avere raggiunto il picco anche in Europa dopo che i capi di stato dell’Unione hanno trovato un accordo su una strategia comune della crisi energetica con la Russia consolidando il crollo di 2/3 delle quotazioni del future del gas naturale in poco più di un mese. Negli Usa il flusso di tipo macro riguarda invece il rapporto sulla fiducia dei consumatori a ottobre (martedì), le vendite di di nuove abitazioni a settembre (mercoledì), l’indice dei principali prezzi di spesa per consumi a settembre (venerdì).