Il punto sul mercato di Integrae SIM
“Ho deciso di essere felice perché fa bene alla mia salute» (Voltaire)
Secondo un sondaggio condotto da Class CNBC, l’80% dei cittadini italiani pensa che la salute sia importante. Sia per la pandemia che per l’invecchiamento della popolazione sono in aumento le spese mediche dei cittadini, ma i livelli essenziali di assistenza coprono solamente il 24% del fabbisogno. Secondo il V° rapporto sul Servizio Sanitario Nazionale realizzato dalla studio della fondazione Gimbe la spesa sanitaria in Italia è in diminuzione: nel triennio 2023-2025 il bilancio approvato dal Governo Draghi pianifica una riduzione in media del’1,13% per anno e un rapporto spesa sanitaria/Pil che nel 2025 precipita al 6,1%, ben al di sotto dei livelli pre-pandemia e la media europea. Ma se il sostegno pubblico cala, i bisogni dei cittadini aumentano e per questo l’industria dei servizi integrativi e di assistenza privata è vista in crescita, senza ridurre l’importanza dell’SSN. Basti pensare che 15 milioni di cittadini nei prossimi anni rischiano di rimanere senza medico di base per i raggiunti limiti di età degli stessi. Un contesto favorevole per ICC società quotata su Euronext Growth Milan operante nel mercato dell’assistenza digitale, con piattaforma proprietaria, e unico player quotato nella teleassistenza realtime.
La Cina si allontana
Se venisse abbandonata la tolleranza zero nei confronti del Covid in Cina ci sarebbero quasi 2 milioni di morti. Questi i risultati di un autorevole studio medico citato da Mario Boselli, Presidente della Fondazione Italia-Cina, che riunisce oltre 400 imprese, come principale ragione delle scelte di gestione radicale, nei confronti del contagio, da parte delle autorità politiche del gigante asiatico. Una prospettiva che non favorisce una stabile ripresa dell’economia cinese che si sta inoltre progressivamente chiudendo ovvero riducendo i provvedimenti di apertura e incentivazione degli investimenti esteri. La strategia del Partito sembra essere quella della selettività: meno tappeti rossi agli stranieri anche perché la Cina ne ha sempre meno bisogno. Le imprese esportatrici, in particolare quelle italiane, devono prendere atto di questa scelta, destinata a durare nel tempo. Una politica che potrebbe consolidarsi dopo la conclusione del congresso del Partito Comunista che dovrebbe confermare, per la terza volta Xi Jinping alla guida del partito, ma al prezzo di tenere posizioni più radicali nei confronti dell’estero.
Il petrolio sale ma l’energia è in crisi
Il mercato dell’energia è sotto pressione anche a causa del forte apprezzamento del dollaro statunitense, in rialzo anche nei confronti di valute a basso rendimento come lo yen. L’impegno della Federal Reserve a continuare ad alzare i tassi di interesse per arginare l’alta inflazione ha fatto salire i rendimenti, rendendo la valuta statunitense più attraente per gli investitori stranieri. In questa prospettiva attenzione al dato di oggi relativo alle vendite al dettaglio in Usa a settembre, visto stabile sulla rilevazione precedente, dopo che ieri il CPI in Usa è stato sopra le attese confermando che l’inflazione non è ancora arrivata al picco spingendo il treasury a 10 anni sopra il 4% di rendimento. Il greggio dopo avere toccato un minimo di $84 (contratto future su brent) si è riportato stabilmente sopra i $90. Un movimento che trova sostegno nella decisione di tagli alle forniture presa la scorsa settimana dall’Opec+, (-2 milioni di barili al giorno). Secondo l’Agenzia internazionale per l’energia i tagli potrebbero spingere l’economia globale verso la recessione. Il piano Opec+ ha fatto deragliare la traiettoria di crescita dell’offerta di petrolio per il resto dell’anno in corso e per il prossimo, e i conseguenti livelli di prezzo più elevati hanno esacerbato la volatilità e aumentato i timori per la sicurezza energetica. Attenzione quindi ai titoli del settore dell’energia che nel corso dell’ultimo mese sono stati resilienti rispetto al sell off dei mercati (Eni -1,6% rispetto al -8% dell’indice FTSE mi) ma potrebbero presto invertire la tendenza.