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Insights 5 Ott 2022

Il punto sul mercato di Integrae SIM

La legge è come il timone, va dove la giri” (Proverbio russo)

Il mercato si risveglia all’improvviso ma una rondine fa primavera? L’Indice FSTE Mib, sull’onda dei forti guadagni delle Borse statunitensi, che in due sedute hanno recuperato quasi il 7%, dopo avere toccato i minimi dell’anno, ha chiuso in rialzo di oltre il 3%. La soglia dei 22mila punti è a un passo. Il motivo di questa euforia? Le cattive notizie, ovvero i mercati starebbero festeggiando il calo dell’indice PMI manifatturiero statunitense, ai minimi dal 2020 (periodo covid). Se l’economia si indebolisce, l’inflazione rallenta e quindi la Fed sarà meno aggressiva, e i mercati torneranno a salire. E dal momento che in Borsa vince chi anticipa le tendenze, tutti a comprare. Sarà la strada giusta? Forse ma i segnali positivi non mancano: l’inflazione dei prossimi mesi è destinata a rimanere stabile per cui i rendimenti dei titoli di stato potrebbero avere toccato il picco. Anzi in Usa il picco è probabilmente già stato raggiunto. Se poi aggiungiamo che il prezzo del petrolio si sta stabilizzando intorno agli $80 (Opec + permettendo) e quello del gas si è ridotto di circa 1/3 dai massimi, allora è possibile che i prossimi dati sul costo della vita, soprattutto in Nord America, sorprendano al rialzo innescando il rally di fine anno, che solitamente inizia nel mese di ottobre. Nella giornata di oggi attenzione al dato sulla variazione dell’occupazione non agricola a settembre in Usa: +200 mila unità rispetto alle +132mila di agosto, la stima degli economisti.

Azioni od obbligazioni?

La componente obbligazionaria ha subito grandi scossoni nel corso del 2022 con un repentino aumento dei rendimenti. L’esempio più eclatante è stato il Regno Unito con l’annuncio di un piano di maxi taglio fiscale che ha fatto esplodere i rendimenti costringendo la banca centrale ad avviare un programma di quantitative easing in stile Draghi. La calibrazione delle politiche fiscali e monetarie è quindi uno degli elementi chiave da monitorare in questa fase di incertezza. L’Eurozona si è riunita ieri per discutere se imporre o meno un tetto al prezzo del gas ma soprattutto di un piano di solidarietà, come chiesto da Italia e Francia, e già messo in atto dalla Germania con €200 miliardi, per aiutare famiglie e imprese a pagare le bollette. Non avendo però tutti i Paesi disponibilità di spesa la proposta è un nuovo intervento sul modello Next Generation EU, ma in un’ottica di welfare. Per ora si parla di €20 miliardi da spostare da un capitolo di bilancio all’altro, poco rispetto alle munizioni a disposizione e in generale la conferma che Paesi europei sono divisi.

Quanto dura il superdollaro

Sino a fine anno il biglietto verde è destinato a restare forte con un livello di picco posto a 0,94. Questa la stima dagli esperti di Amundi Institute. Gli Usa resteranno un “Paese rifugio”, almeno sino a quando non si vedranno concerti segnali di rallentamento dell’economia, che potrebbero a quel punto riportare il cambio con l’euro sopra la parità e l’attenzione verso il mercato azionario. La liquidità a livello mondiale resta elevata e questo è un altro aspetto che potrebbe rappresentare una linfa per il forte rimbalzo dei mercati entro fine anno. In particolare l’azionario, che nel mese di settembre, si è spinto sui minimi dell’anno. Come prepararsi a questo momento? Selezionare aziende con buoni bilanci e poco indebitate per proteggersi dal rialzo dei tassi di interesse, guardare alla reportistica degli utili in Usa che iniziano ad evidenziare i primi profit warning.