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Insights 1 Set 2025

Il punto sul mercato di Integrae SIM

“Una crisi è una cosa orribile da sprecare.” (Paul Romer)

Trump nel mirino dei giudici: dazi illegali e consumatori sotto pressione. Il lungo fine settimana del Labor Day si è aperto con una svolta giudiziaria potenzialmente storica per il commercio globale. Una corte d’appello statunitense ha stabilito che la maggior parte dei dazi globali imposti dal presidente Trump è illegittima, in quanto avrebbe abusato di una legge emergenziale per introdurli. La decisione, seppur non definitiva, conferma il verdetto della Corte del Commercio Internazionale e apre la strada a un probabile passaggio alla Corte Suprema. Intanto, le misure tariffarie restano in vigore fino alla conclusione del procedimento.

Mentre il mondo osserva le mosse legali, i consumatori americani manifestano crescente ansia: un sondaggio dell’Università del Michigan segnala aspettative d’inflazione in forte risalita (4,8% su base annua per i prossimi 12 mesi), insieme a un aumento delle preoccupazioni sull’occupazione. Il 63% si aspetta un aumento della disoccupazione, ben oltre i livelli del 2024. Sul fronte opposto, la Casa Bianca ha cercato di compensare il sentiment negativo con una serie di dati positivi: i consumi di luglio sono saliti dello 0,5%, il miglior dato in quattro mesi, confermando la tenuta della spesa privata nonostante l’erosione del potere d’acquisto.

Wall Street rallenta sull’inflazione e incertezza Fed

La chiusura settimanale per l’azionario statunitense è stata negativa, ma ordinata: Dow -0,20%, S&P 500 -0,64%, Nasdaq -1,15%, Russell 2000 -0,50%. La debolezza ha seguito il nuovo massimo assoluto segnato giovedì dallo S&P. I titoli tecnologici sono stati in prevalenza venduti, con Nvidia e Tesla tra i peggiori. Il focus si è spostato sul dato sull’inflazione PCE core di luglio, cresciuto dello 0,3% mese su mese, in linea con il consenso, ma al livello più alto da gennaio. Su base annua, l’inflazione core è al 2,9%, leggermente superiore al 2,8% di giugno. Anche la misura headline ha mostrato pressioni stabili al 2,6% su base annua. In rialzo anche i consumi personali (+0,5%) e i redditi (+0,4%), con il primo che batte le attese e il secondo che le delude lievemente.

Il trade deficit ha invece sorpreso al ribasso, allargandosi a $103,6 miliardi, il livello più alto da marzo. In questo contesto, gli strategist vedono crescenti pressioni sui prezzi e possibili implicazioni sulle prossime mosse della Federal Reserve. Nonostante le pressioni politiche di Trump per una rapida riduzione dei tassi, l’orientamento della Fed resta cauto.

Europa tra difesa e capitali in arrivo: occhi su Francia e portafogli globali

Nel Vecchio Continente i mercati hanno assunto una posizione più difensiva, interrompendo il trend rialzista delle ultime tre settimane. Le notizie di segno misto sul fronte commerciale non hanno inciso particolarmente. La Commissione Europea ha offerto la rimozione dei dazi su beni industriali USA e vantaggi per prodotti ittici e agricoli americani, mentre Washington ha esteso alcune esenzioni sui dazi cinesi fino a novembre.

La vera novità riguarda l’asset allocation globale. Secondo un sondaggio BNP Paribas, per la prima volta dal 2023 gli investitori prevedono di aumentare l’esposizione su Europa e Asia a scapito degli Stati Uniti. I fondi hedge europei hanno registrato maggiori afflussi nella prima metà del 2025 rispetto a ogni altra area. Il 37% ha già aumentato la quota europea e il 33% intende farlo nella seconda parte dell’anno.

Nel frattempo, si acuiscono i rischi politici: il premier francese Bayrou ha indetto a sorpresa un voto di fiducia sulla legge di bilancio 2026, alimentando incertezza. Una tensione che si riflette nei differenziali obbligazionari tra Francia, Germania e Italia, con Parigi ora più vicina a Roma che a Berlino.