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Insights 6 Ago 2025

Il punto sul mercato di Integrae SIM

I buoni artisti copiano, i grandi artisti rubano” (Steve Jobs)

Agosto porta consigli (di prudenza). Le Borse europee si sono mosse martedì in modesto rialzo, pur ritracciando nettamente dai massimi di giornata: STOXX 600 +0,1%, FTSE 100 +0,2%, DAX +0,4%, CAC 40 -0,1%, FTSE Mib +0,11%, consolidando sopra quota 40mila. Il focus si è spostato nuovamente sul tormentato accordo commerciale tra Stati Uniti e Unione Europea. Bruxelles ha annunciato la sospensione delle contromisure tariffarie, ma le critiche al compromesso non si placano. Secondo il Financial Times, Trump ha minacciato dazi al 35% in caso di mancato rispetto dei termini. Intanto, da venerdì entreranno in vigore tariffe del 15% sulla maggior parte dei prodotti UE, compresi i farmaci, precedentemente esenti. Un colpo potenzialmente da $13-19 miliardi, con la Francia particolarmente esposta: il settore rappresenta il 7% dell’export verso gli USA. Rimangono ancora molti punti irrisolti, come la tempistica della riduzione dei dazi sulle auto dal 27,5% al 15% e la lista definitiva dei beni esentati. L’UE insiste sull’inclusione di vino e spirits, ma da Washington è arrivato un secco no. Acciaio e alluminio restano colpiti da dazi del 50%, in attesa di definire i contingenti tariffari. Dubbi anche sull’impegno europeo a comprare energia per $750 miliardi, giudicato irrealistico dagli esperti, poiché le imprese rispondono ai costi, non ai diktat politici. Il deal, pur evitando i temuti dazi al 30%, non risolve i nodi strutturali negli scambi transatlantici!

Wall Street si prende una pausa

A Wall Street la seduta è stata più debole: Dow -0,14%, S&P 500 -0,49%, Nasdaq -0,65%, mentre il Russell 2000 ha chiuso a +0,60%. La giornata è arrivata dopo un avvio di settimana tonico, ma senza catalizzatori concreti, in un contesto dominato dal rischio correzione tecnica. Il dato ISM servizi di luglio, più debole del previsto, ha raffreddato il sentiment: nuovi ordini in calo, prezzi in aumento e preoccupazioni espresse dalle aziende per l’impatto delle tariffe sui costi. Sullo sfondo, il recente calo occupazionale e le revisioni negative sui mesi precedenti continuano ad agitare i mercati. Anche i toni dovish di Mary Daly, che ha aperto all’ipotesi di tagli oltre i 50 punti base, non hanno avuto particolare presa. Nessun impatto di rilievo neppure dal colosso Palantir, che ha battuto le attese sui ricavi (+50% su base annua) e ha lodato l’effetto “sbalorditivo” dell’AI, ma non ha invertito la rotta generale del comparto tecnologico. Nell’intervista a CNBC, Trump ha annunciato nuovi dazi su farmaci, semiconduttori e India, ha dichiarato di essere vicino a un’intesa con la Cina e ha ristretto a quattro i nomi in corsa per la nomina del nuovo governatore Fed.

Agosto porta consigli (di prudenza)

Sul fronte previsioni, le principali banche d’investimento lanciano segnali di allerta: Morgan Stanley, Deutsche Bank ed Evercore mettono in guardia da una correzione tra il 10% e il 15% sull’indice S&P 500. Il mix tra valutazioni elevate, rallentamento macroeconomico, calo dei consumi e inflazione indotta dai dazi rappresenta secondo gli analisti un rischio concreto per i mercati azionari. Mike Wilson (Morgan Stanley) vede pressione crescente su famiglie e aziende, mentre Julian Emanuel (Evercore) ipotizza una flessione più ampia. E il calendario non aiuta: agosto e settembre sono storicamente i peggiori mesi per l’S&P 500, con una media di -0,7%, contro il +1,1% degli altri mesi (dati Bloomberg). Intanto, l’ottimismo innescato dai “dip buyers” di lunedì si sta già affievolendo, a conferma che la volatilità di questa fase non ammette sconti né visioni lineari. I mercati restano in cerca di direzione, con occhi puntati sulle prossime mosse della Fed e sulla tenuta dell’accordo commerciale transatlantico.