Il punto sul mercato di Integrae SIM

“L’incertezza non piace ai mercati. L’unico antidoto è la chiarezza delle decisioni.” (David Solomon)
Europa positiva, ma Milano frena; Trump evita cumulo di dazi auto. Le Borse europee hanno chiuso positive, nonostante il FTSE Mib abbia perso lo 0,7%. In rialzo invece gli altri listini: STOXX 600 (+0,5%), FTSE 100 (+0,4%), DAX (+0,3%) e CAC (+0,5%). A sostenere i mercati è stata la decisione di Trump di evitare il cumulo di tariffe doganali per il settore auto attraverso un ordine esecutivo, alleviando così parte della pressione sulle case automobilistiche europee. Intanto, il segretario al commercio Lutnick ha annunciato la chiusura di un accordo commerciale con un Paese non ancora specificato. I rumors indicano l’India che potrebbe rompere così il fronte dei BRICS, che sembrava compatto nel non volere accettare compromessi. Cresce anche l’attesa per gli utili dei colossi tech del gruppo “Magnifici 7” e per importanti dati macroeconomici attesi nei prossimi giorni. Meta, la prima a riportare, ha battuto le attese e comunicato una guidance positiva che indica un aumento della spesa in intelligenza artificiale, attenuando i timori di un rallentamento della domanda di AI. Risultato: +4%, nelle contrattazioni after-hours. Rimane comunque alta l’attenzione per l’evoluzione delle trattative tra Stati Uniti e Cina, con Trump che si dice fiducioso di poter raggiungere un accordo dopo che il Segretario al Tesoro Bessent ha sottolineato come il rischio di perdite occupazionali potrebbe spingere Pechino al tavolo negoziale.
Wall Street mista dopo frenata PIL; crescono aspettative per tagli Fed
Gli indici americani hanno chiuso in modo contrastato la seduta di mercoledì, recuperando però dai minimi di giornata: Dow Jones (-0,68%), S&P 500 (+0,08%), Nasdaq (-0,25%) e Russell 2000 (+0,16%). Lo S&P 500 è riuscito comunque a segnare il settimo rialzo consecutivo, la serie positiva più lunga del 2025. La seduta è stata caratterizzata da una forte volatilità in seguito alla pubblicazione del dato del PIL del primo trimestre, risultato inferiore alle attese e negativo per la prima volta dal 2022, penalizzato dalle importazioni accelerate per evitare i nuovi dazi dell’amministrazione Trump. Positivo, tuttavia, il dato sui consumi personali, in crescita all’1,8%. Il rallentamento economico ha portato i mercati ad aumentare le aspettative su possibili tagli dei tassi da parte della Fed, con il mercato che ora sconta circa 100 punti base di riduzioni entro fine anno. Evento che riavvicinerebbe lo spread con la BCE. Intanto, restano sotto pressione anche le grandi società americane, con risultati trimestrali generalmente al di sotto delle attese.
Goldman Sachs lancia l’allarme: “il mercato non può vivere nell’incertezza”
David Solomon, CEO di Goldman Sachs, in un’intervista a Bloomberg Television, ha sottolineato la necessità di ridurre l’attuale livello di incertezza politica e normativa, definendolo «malsano» e particolarmente dannoso per la fiducia degli investitori. Secondo Solomon, questa condizione sta influenzando negativamente sia i mercati pubblici sia quelli privati, frenando significativamente le operazioni di fusione e acquisizione (M&A) e le quotazioni in Borsa (IPO). Il numero uno di Goldman Sachs ha osservato che, nonostante un periodo in cui la domanda di liquidità e di nuovi capitali sia particolarmente elevata, molte aziende stanno posticipando decisioni strategiche e finanziarie importanti proprio a causa della scarsa visibilità sulle politiche economiche e commerciali future. Ha inoltre avvertito che questa paralisi decisionale potrebbe durare più a lungo del previsto se non verranno chiariti rapidamente i principali punti di tensione, tra cui i dazi commerciali e le interferenze nella politica monetaria della Fed.