Il punto sul mercato di Integrae SIM

“L’oro è la valuta di una banca centrale che non mente mai” (Davide Serra)
Europa incerta, tornano i timori su dazi e crescita. Le Borse europee archiviano una seduta mista dopo due giornate consecutive di rialzi: STOXX 600 -0,2%, FTSE 100 +0,3%, DAX +0,3%, CAC -0,1%, FTSE Mib +0,6%. A prevalere oggi è stato un sentiment prudente, appesantito dal raffreddamento dei negoziati commerciali USA-UE e USA-Cina. Mentre la scorsa settimana si era parlato di possibili aperture da parte di Trump, oggi l’attenzione è tornata su una strategia americana che punta a isolare Pechino in cambio della riduzione selettiva dei dazi. Sul fronte macro, l’inflazione nel Regno Unito ha sorpreso al ribasso, rafforzando le attese per una politica monetaria più accomodante. Intanto, in area euro, si sconta ormai un taglio di 25 punti base da parte della BCE, con la crisi economica che spaventa più del ritorno dell’inflazione. Oggi all’ora di pranzo il verdetto, a seguire le attesissime parole di Christine Lagrade.
Wall Street giù con il tech: NVDA affonda, Cina risponde
Negli Stati Uniti la seduta è stata dominata dalle vendite: Dow -1,73%, S&P 500 -2,24%, Nasdaq -3,07%, Russell 2000 -1,03%. Nonostante il recupero dai minimi, il sentiment resta fragile. A pesare è stato soprattutto il tonfo di NVIDIA, crollata dopo le nuove restrizioni all’export dei chip H20 imposte dal governo USA, che hanno costretto il colosso tech a iscrivere in bilancio una svalutazione da $5,5 miliardi. A peggiorare il quadro, le rivelazioni di nuovi ostacoli al commercio con Pechino, inclusi limiti all’importazione di Boeing da parte della Cina e nuove sanzioni americane su semiconduttori e raffinerie. Le tensioni hanno oscurato gli effetti positivi delle trimestrali bancarie, mentre la narrativa di mercato resta ancorata alla paura di stagflazione, calo dei consumi e revisione al ribasso degli utili. In questo contesto, l’indice equal-weight S&P ha tenuto meglio rispetto al cap-weighted, segno di un derisking più selettivo. Nel frattempo Jerome Powell conferma che starà a guardare.
Dazi, incertezza legale e aperture selettive: il caos è sistemico
I negoziati transatlantici restano bloccati. L’UE ha offerto la rimozione reciproca di tutti i dazi sui beni industriali, auto incluse, ma la Casa Bianca ha respinto la proposta, preferendo mantenere il 10% di dazio minimo e i dazi settoriali su acciaio, alluminio e automotive. L’approccio di Trump, fatto di ritiri improvvisi, deroghe temporanee e minacce rinnovate, continua a disorientare i partner e ad alimentare contenziosi legali. In Canada, il primo ministro Mark Carney ha concesso esenzioni sulle auto americane importate, a patto che l’assemblaggio resti su suolo canadese. La mossa segue le ritorsioni da 25% sui veicoli USA, in risposta ai dazi di Trump. La tradizionale integrazione produttiva tra Stati Uniti, Canada e Messico rischia ora di spezzarsi sotto il peso di una guerra commerciale sempre più pervasiva.