Il punto sul mercato di Integrae SIM
“Le montagne sono come gli uomini: le più alte sono quelle che hanno più difficoltà a farsi capire.”
(André Roch)
Dopo le banche centrali, la parola torna ai dati. La settimana dei mercati azionari inizia dopo il brusco calo di venerdì, con i settori auto, tecnologia e lusso tra i maggiori trascinatori verso il basso, mentre utilities, telecomunicazioni, banche e assicurazioni hanno sovraperformato. Anche negli Stati Uniti, gli indici azionari hanno chiuso al ribasso venerdì, sui minimi della giornata. Tuttavia, questo è avvenuto dopo il forte rally di giovedì, che ha portato il Dow e l’S&P 500 a chiudere su nuovi massimi di tutti i tempi. Sul fronte obbligazionario, i Treasury hanno mostrato debolezza con un leggero irripidimento della curva dei rendimenti. Il dollaro è salito, con il calo dello yen al centro dell’attenzione. L’oro è cresciuto avvicinando $2.700, mentre il Bitcoin è rimasti piatti ma sui massimi da 1 mese. Il petrolio consolida sopra $70, rimanendo però non lontano dai minimi dell’anno. Terminata la lunga serie di riunioni delle banche centrali, con la Fed che ha finalmente rotto il ghiaccio della politica monetaria meno restrittiva, la parola torna ai dati macroeconomici. Tra i market mover di questa settimana, spicca il PIL statunitense del secondo trimestre, in uscita giovedì alle 14:30, visto in aumento rispetto alla rilevazione precedente, mentre alle 15:30 ci sarà un discorso della Presidente della BCE Christine Lagarde.
La Fed fa tendenza?
Il recente taglio dei tassi della Fed di 50 punti base ha generato dibattito su possibili cambiamenti nelle politiche delle banche centrali europee, in particolare per quanto riguarda la BoE e la BCE. Nonostante i mercati abbiano aumentato leggermente le aspettative di allentamento da parte di queste istituzioni, è probabile che entrambe mantengano un approccio cauto e basato sui dati. Ad esempio, la BoE ha lasciato invariati i tassi con un voto di 8-1, segnalando un approccio graduale per futuri tagli. La divergenza rispetto alla strategia della Fed è significativa, con meno tagli previsti per il Regno Unito nel corso dell’anno. Anche la BCE si trova di fronte a sfide economiche specifiche, e si prevede che procederà con cautela. L’esponente del comitato esecutivo della BCE, Isabel Schnabel, ha sottolineato le difficoltà persistenti, in particolare l’inflazione nel settore dei servizi. Malgrado segnali di allentamento delle pressioni salariali, l’inflazione in questo settore rimane elevata. Attenzione quindi mercoledì all’indice IFO sulla fiducia delle aziende in Germania a settembre, giovedì pomeriggio alle parole di Christine Lagarde, e infine venerdì mattina alla disoccupazione in Germania.
Torna l’appetito per il rischio
I dati di sentiment mostrano una forte ripresa dell’appetito per il rischio nelle ultime due settimane, guidata dalla “svolta” della Fed, dall’entusiasmo per una possibile “soft landing” e dal rinnovato interesse per la crescita secolare dell’AI. Il sondaggio settimanale dell’AAII (l’associazione americana degli investitori individuali) ha registrato un aumento netto di 15,6 punti percentuali nel differenziale tra tori e orsi, portandolo al 24,4%, il più grande incremento settimanale dal novembre scorso. Allo stesso tempo, il rapporto di Bank of America Flow Show ha evidenziato un afflusso di quasi $34 miliardi verso le azioni statunitensi nella settimana conclusa il 18 settembre, il più grande in nove settimane. Molta attenzione è rivolta alle implicazioni favorevoli del ciclo di tagli dei tassi della Fed per il mercato azionario. In ciascuno degli ultimi cinque cicli di allentamento, l’S&P 500 ha mostrato guadagni a 1, 3, 6 e 12 mesi dalla prima riduzione del tasso. JPMorgan US Market Intelligence ha osservato che nei cinque cicli di allentamento precedenti, l’SPX ha guadagnato il 2,5% nel mese successivo, il 6,1% nei sei mesi e il 4,5% nei dodici mesi successivi alla prima riduzione del tasso. Gran parte dell’attenzione si concentra sulla combinazione favorevole tra tagli dei tassi della Fed e un atterraggio morbido dell’economia. Goldman Sachs infine ha notato che durante i cinque cicli di riduzione dei tassi a partire dal 1984, in cui l’economia non è entrata rapidamente in recessione, l’SPX ha in media restituito il +6% nei tre mesi successivi alla prima riduzione, il +9% nei sei mesi successivi e il +17% nei dodici mesi successivi. I settori difensivi hanno generalmente sovraperformato, con le utilities che si sono distinte durante i sei mesi successivi al primo taglio, sovraperformando in media del 5%, con un tasso di successo del 75%.