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Insights 8 Ago 2024

Il punto sul mercato di Integrae SIM

L’intenzione fa il donatore, non il dono” (Gotthold Ephraim Lessing)

Tentativo di recupero. Dopo la fiammata di lunedì, l’indice della paura, ovvero il Vix sull’S&P 500, si è riavvicinato alla soglia di 10 punti, il livello che nel recente passato ha segnato il confine tra tranquillità e nervosismo. Questo movimento, avvenuto in due sedute di Borsa, ridimensiona molto le preoccupazioni circa un’inversione di tendenza dei listini dopo quasi 3 anni di rally ininterrotto. L’orizzonte di medio periodo resta positivo, anche se non si possono escludere nuove improvvise fiammate. Tutto dipende dalla propensione al rischio, che si sta progressivamente affievolendo man mano che ci avviciniamo alla riunione della Fed, ovvero il FOMC, del prossimo 18 settembre. Il mercato sta prezzando una riduzione di addirittura 50 punti base, ovvero al 4,5-4,75%. In un colpo solo, Jerome Powell si spingerebbe più in basso della collega Christine Lagarde, che dopo la sforbiciata di 25 punti base, si è presa una pausa in attesa di capire le mosse statunitensi. Se la volatilità scende, tutte le altre attività finanziarie, in particolare le azioni, salgono. Bene l’Europa, ancora meglio Wall Street, che in due sedute ha recuperato oltre il 50% della perdita accumulata da inizio agosto. Market mover, in questa fase estiva, continuano ad essere i dati macroeconomici: oggi, attenzione alle 14:30, quando sarà diffuso il dato sulle richieste settimanali di sussidi di disoccupazione negli USA.

Attenti al gas

In estate, con l’esodo per le vacanze, i prezzi dei carburanti tendono a salire. Ma quest’estate chi viaggia avrà una sorpresa: i prezzi alla pompa sono sui minimi dell’anno. Questo grazie alla debolezza del dollaro e al prezzo del petrolio, che tratta sui minimi da 7 mesi. La minaccia di un’escalation del conflitto in Medio Oriente, che potrebbe mettere in pericolo la produzione di petrolio, non sta sostenendo i prezzi. La preoccupazione maggiore, in questo momento, è una recessione alle porte dopo almeno 12 mesi di falsi allarmi. Dall’attesa di un no landing siamo tornati alla prospettiva di un soft landing. Ma attenzione: con un tasso di crescita potenziale dell’economia statunitense ed europea nell’ordine del 2-2,5%, superata la congiuntura legata alla crisi geopolitica e all’anno elettorale mondiale (oltre 3 miliardi di persone chiamate alle urne) nel 2025, potrebbe esserci un ritorno della crescita e di conseguenza dei prezzi dei vettori energetici. In questa prospettiva, attenzione al prezzo del gas. In uno studio pubblicato a inizio agosto dalla Banca Centrale Europea, è stato rivelato che gli shock dei prezzi del gas naturale stanno avendo un’influenza crescente sull’inflazione nell’area dell’euro. Il documento ha quantificato l’impatto degli aumenti del prezzo del gas sull’inflazione, stimando che un aumento del 10% del prezzo del gas comporterebbe un incremento di 0,1 punti percentuali nell’inflazione, con effetti duraturi oltre un anno.

Non tutto è green quello che luccica

SunPower, storico marchio di pannelli solari made in USA, ha comunicato di aver avviato una ristrutturazione finanziaria tramite la protezione fallimentare nota come Capitolo 11. Negli ultimi tempi, l’azienda ha affrontato crescenti difficoltà economiche e mira ora a riorganizzare i propri debiti e massimizzare il valore delle sue risorse. Nell’ambito del processo di bancarotta, SunPower venderà tre divisioni dedicate alla distribuzione di pannelli solari per 45 milioni di dollari in contanti. Ma si tratta solo di un primo piccolo passo. La decisione di dichiarare bancarotta arriva dopo un periodo turbolento per la società. L’amministratore delegato si è dimesso a febbraio e successivamente la Securities and Exchange Commission ha richiesto formalmente informazioni sui metodi di tenuta dei registri finanziari dell’azienda. A giugno, SunPower ha interrotto gran parte delle proprie attività, inclusa la consegna di nuovi prodotti e la stipula di contratti con i clienti. La società ha dichiarato che il valore delle sue attività e passività varia tra 1 e 10 miliardi di dollari, un’incertezza che dimostra le difficoltà del gruppo. Dopo l’annuncio della procedura di protezione fallimentare, il titolo SunPower è crollato del 31%. Dal massimo storico di 57 dollari toccato nel gennaio 2021, il titolo è sceso fino al minimo di 0,33 dollari.