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Insights 15 Mag 2024

Il punto sul mercato di Integrae SIM

L’uomo che non ha una buona memoria non dovrebbe mai azzardarsi a mentire” (Marco Aurelio)

Arriva il game changer? Nella giornata di oggi, alle 14:30, sarà diffuso il dato sull’inflazione in Usa ad aprile. Atteso un incremento dello 0,4% su base mensile e del 3,6% su base annua. Valori in frenata rispetto alla rilevazione precedente. Alla stessa ora altre due importanti statistiche: le vendite al dettaglio di beni essenziali e le vendite al dettaglio complessive nel mese di aprile. Anche in questo caso il mercato si attende un incremento ma a tassi molto meno rapidi rispetto a marzo. Come reagirà il mercato? Un’anticipazione si è avuta nella giornata di ieri: l’indice dei prezzi alla produzione in Usa è stato più alto delle attese ma Wall Street non l’ha presa male chiudendo la seduta in leggero rialzo, vicino ai massimi storici. Cosa significa? Che gli operatori sono sempre più convinti che il picco dei tassi sia stato raggiunto definitivamente e, presto o tardi, inizierà una discesa che non sarà destinata a finire presto. Dopo tassi più alti più a lungo, siamo forse alla vigilia, di una stagione dei tassi bassi, anche se non è chiaro quanto a lungo. Il mercato ci crede e premia le società esposte alla ripresa dell’economia reale e alla politica monetaria espansiva: le small cap e i pagatori di dividendi. A Wall Street, l’indice Russel 2000, è salito di oltre l’1%, mentre il Dividend Aristocrats dello 0,9%. Bene anche gli indici FTSE Italia Star ed FTSE Small Cap in rialzo di oltre mezzo punto percentuale, mentre lo Stoxx 50 ha chiuso in leggero territorio negativo. Una tendenza che fa da preludio alla prossima edizione del Financial Galà, l’evento dedicato alle società quotate su Euronext Growth Milan, che si svolgerà martedì 21 maggio a Milano. Nell’area “Eventi finanziari” di Investing.com, il link con la possibilità di richiedere informazioni.

Il balletto dei tassi di interesse

Ogni giorno che passa il mercato attribuisce sempre più possibilità che la BCE abbasserà i tassi di interesse durante la prossima riunione del 6 giugno, mentre la Banca d’Inghilterra potrebbe fare lo stesso il 20 giugno. C’è persino la crescente attesa che la Fed potrebbe unirsi al club del taglio dei tassi, prima delle attese per il momento fissate sul calendario a settembre. Ma cosa potrebbe scatenare l’effetto a catena? Secondo Steven Bell, Chief Economist EMEA di Columbia Threadneedle Investments, tutto dipenderà dai prossimi numeri sull’inflazione negli Stati Uniti. Se quei valori mostreranno un rallentamento economico serio, allora aumenteranno le probabilità di un taglio del costo del denaro da parte di Jerome Powell. Uno dei motivi per cui negli Stati Uniti l’inflazione è dura a morire è l’aumento degli affitti, che sono una bella fetta dell’indice del costo della vita. Se affitti non rallentano, sarà dura centrare il 2% di obiettivo. La Fed sta guardando anche al deflatore della spesa personale dei consumatori, ma è doppio rispetto a quello in Europa e nel Regno Unito. Insomma, centrare il bersaglio del 2% sarà un’impresa più dura negli Stati Uniti. Una situazione confusa ma, conclude Bell, se riusciremo a mantenere una crescita stabile con inflazione bassa e tassi di interesse più bassi, sarebbe proprio la situazione perfetta per i mercati finanziari. Questa posizione spiega molto bene perché i mercati siano sui massimi storici, nonostante un quadro geopolitico tutt’altro che sereno.

Il meme s’è ri-desta

A Wall Street, una nuova storia di investimento sta cercando di rubare la scena ai Magnifici 7: le meme stock. A partire dalla seduta di lunedì si è osservato un notevole aumento dei valori delle azioni di GameStop e AMC Entertainment, rispettivamente +74%, e +78%. Nel gergo finanziario, ciò che sta accadendo è noto come “short squeeze”. In sostanza, questo fenomeno implica un improvviso aumento del prezzo di un titolo per danneggiare gli operatori che effettuano vendite allo scoperto, ossia coloro che avevano scommesso sul ribasso di un’azione prendendola in prestito. Con il prezzo delle azioni in aumento, questi operatori subiranno perdite ingenti nel riacquistare e restituire le azioni prese in prestito. Sembrerebbe quindi che Game Stop sia di nuovo al centro di un importante “short squeeze”. Secondo un’analisi di S3 Partners che ha indagato gli impatti sugli investitori allo scoperto, la quantità di azioni di GameStop shortate, è stata valutata a $1,13 miliardi, con 64,49 milioni di azioni soggette a scommessa al ribasso. Nonostante un incremento modesto dell’attività di vendita allo scoperto sul titolo nel corso del 2024, i venditori stanno attualmente subendo ingenti perdite, nonostante alcuni guadagni iniziali. Secondo l’analisi gli speculatori avrebbero riportato profitti nei primi quattro mesi del 2024, ma l’incremento dei valori delle azioni in poche sedute avrebbe comportato una perdita stimata di $838 milioni. Solo nel mese di maggio, i venditori allo scoperto di GameStop avrebbero accumulato perdite per un totale di $1,24 miliardi dall’inizio dell’anno.