Il punto sul mercato di Integrae SIM
“Prima di intraprendere qualcosa rifletti attentamente e dopo avere riflettuto agisci subito” (Sallustio)
Siamo all’inizio di una correzione? Il secondo trimestre 2024 inizia con il segno meno. Wall Street ha chiuso per la seconda seduta consecutiva in ribasso sui timori di un ulteriore allungamento della politica monetaria restrittiva. Se la Fed stima 3 tagli entro fine anno (secondo i dot plot) il mercato inizia a prezzare un numero inferiore, c’è addirittura la probabilità che la politica monetaria non venga toccata. Ragione per cui si riaccende il mercato monetario con il T-Bond, a 10 anni che punta verso il 4,5% di rendimento (ieri al 4,3%), ai massimi da 4 mesi. Per alcuni operatori la discesa, per ora, è ordinata, ovvero colpisce solo i settori che hanno corso di più. La flessione delle Borse (consideriamo l’MSCI World, o l’S&P 500) potrebbe quindi arrivare massimo al 5%. Una correzione sarebbe invece nell’ordine del 20%. Tra i segnali di allarme il petrolio, che tratta sui massimi da ottobre a causa delle tensioni geopolitiche con l’escalation in Russia e Medio Oriente, e l’oro, sui massimi storici, ovvero la caccia ai porti sicuri nella prospettiva di un ritorno della volatilità. Se il futuro dipende quindi dalla politica monetaria molta attenzione all’agenda macroeconomica di oggi che prevede un discorso di Jerome Powell: è stato proprio un suo intervento venerdì scorso a spingere verso il basso i listini statunitensi nelle prime sedute del mese di aprile.
L’Italia isola felice?
Anche se Piazza Affari ha concluso la prima seduta del secondo trimestre 2024 in rosso, il Paese non sembra essere in una posizione di debolezza rispetto alle altre Piazze Finanziarie. Anzi, il PMI manifatturiero italiano ha mostrato un dato in salita nel mese di marzo. Un rialzo solo marginale, ma che per la prima volta in un anno ha superato la soglia di 50. Il segnale che la nostra economia si comporta meglio delle altre nazioni dell’eurozona. Sicuramente di Germania e Francia, che hanno un PMI inferiore a 50 punti. Ma essendo le nazioni europee fortemente integrate dal punto di vista commerciale, non si tratta comunque di una buona notizia nemmeno per l’Italia. La domanda estera debole non potrà che penalizzare il Made in Italy. Entro il 10 di aprile sarà inoltre presentato il DEF, ovvero il documento di economia e finanza del Governo italiano. Secondo le prime anticipazioni per il 2024 viene ipotizzata una crescita dell’1% del Pil, mentre il deficit dovrebbe posizionarsi al 4,3%, sempre del Pil. Valori in peggioramento rispetto alle stime prevedenti, ma comunque non allarmanti. Si tratta però di previsioni ottimistiche rispetto al consensus, e ad esempio a quelle dell’ufficio parlamentare di bilancio che vede il Pil in aumento dello 0,8% nel 2024. Il tutto sulla base di condizioni macro molto favorevoli, ovvero riduzione dei tassi nel 2024, attuazione del PNRR e ripresa del commercio internazionale. Uno scenario forse troppo ottimistico ed infatti sempre ieri sia lo spread che il rendimento del BTP a 10 anni sono tornati a salire rapidamente.
Tesla crash?
Le consegne di vetture Tesla nel primo trimestre 2024 sono state ben sotto le attese, mentre in assoluto hanno raggiunto 387mila unità, ovvero un calo dell’8% su base annua (e +20% sul trimestre precedente). Si è trattato inoltre della prima contrazione dal secondo semestre 2020 quando il mondo era in piena pandemia, il secondo della storia del gruppo e il peggiore in assoluto. Altro dato allarmante è che si è ampliata ai massimi storici la differenza tra consegne effettuate ed auto prodotte, ovvero le scorte stanno aumentando. Un trimestre che è stato definito addirittura disastroso dagli analisti, nonostante Tesla si sia ripresa il titolo di primo produttore al mondo di auto elettriche. La concorrente cinese BYD (partecipata da Warren Buffet) ha infatti subito un calo 40% delle consegne su base trimestrale, anche se in aumento del 13,4% su base annua. Sorride invece Xiaomi, +16% ieri in Borsa sui massimi storici, dopo l’annuncio del lancio del suo primo veicolo elettrico commerciale, che costa meno della Tesla più venduta in Cina (anche se servono 6 mesi per ottenerla). In generale, il problema di Tesla sembra essere strategico, nel senso che non mancano nuovi modelli e l’unico modo per difendere la quota di mercato è abbassare i prezzi. Ma questa potrebbe rivelarsi una spirale mortale in grado di spingere ancora più verso il basso il valore della società.