Il punto sul mercato di Integrae SIM
“Da un pezzo me ne sono accorto. La ragione è sempre dalla parte del torto” (Giorgio Caproni)
La settimana sui mercati finanziari si è chiusa all’insegna dell’incertezza e condizionata dalla notizia dell’approvazione del primo ETF Spot sul Bitcoin. Chi si aspettava però un rally dei prezzi della criptovaluta è rimasto deluso: il Bitcoin ha terminato in ribasso del 7,3%, mentre, ad esempio, l’ETF iShates Bitcoin di Blackrock, ovvero uno degli 11 fondi approvati dalla SEC, ha lasciato sul terreno oltre il 6% nei giorni successivi l’annuncio. In decisa flessione anche l’indice sui noli marittimi: -26%, sui minimi di ottobre grazie alla desclation del conflitto nel Mar Rosso, a seguito del successo militare dell’alleanza internazionale guidata da Usa e Regno Unito nei confronti degli Houthi, ovvero i pirati basati nello Yamen. In decisa flessione, e questa è una buona notizia i tassi di interesse: il rendimento del BTP è tornato in area 3,7% mentre lo spread con il Bund, sotto la soglia di 160 punti. Anche le Borse si sono mosse in territorio positivo: MSCI World +1,3%, meglio ha fatto il Nasdaq +3% trascinato dai nuovi massimi di sempre di Nvidia e dal sorpasso di Microsoft su Apple come titolo più capitalizzato al mondo. Infine l’FTSE Mib, invariato nell’ultima settimana, battuto dell’FTSE Star a conferma dell’interesse crescente per le mid-small cap nel corso del 2024. La settimana che inizia oggi sarà invece condizionata dal risultato elettorale a Taiwan, la reporting season statunitense iniziata lo scorso venerdì, e i dati macro relativi all’inflazione in Germania, in Italia (mercoledì), le vendite al dettaglio in Usa (mercoledì) e un paio di discorsi di Christine Lagarde (mercoledì e giovedì).
Iniziano le Primarie
Come da tradizione iniziano oggi in Iowa, in condizioni climatiche estreme con neve, temperature e venti polari, le primarie per la selezione del candidato Repubblicano alla elezioni Presidenziali degli Stati Uniti. Il voto avverrà con il sistema dei caucus ovvero riunioni locali a cui partecipano solo le persone registrate come elettori di quel partito, che votano dopo un dibattito. I loro sostenitori lo considerano un modello di democrazia partecipativa, mentre i detrattori lo definiscono un sistema arcaico e non rappresentativo. I sondaggi danno Donald Trump nettamente in vantaggio rispetto agli altri candidati. Per ora è un testa a testa tra Nikki Haley e Ron DeSantis, ovvero l’ex governatrice del South Carolina e il governatore della Florida, che con il 20% del gradimento a testa, si disputano il ruolo di sfidante di Donald Trump, irraggiungibile nei sondaggi con oltre il 50% di gradimento. Molto più lontani gli altri candidati ovvero Chris Christie e Vivek Ramaswamy, che meditano il ritiro. Dopo l’Iowa sarà il turno del New Hampshire, l’ultimo atto invece è previsto per il 4 giugno. Per quanto riguarda le convention finali dove avverrà la proclamazione del candidato, i Democratici la celebreranno in data 19-22 agosto mentre il Gop dal 15 al 18 luglio.
Quanti tagli nel 2024?
Come sottolineato da Axel Botte, head of Market strategy di Ostrum AM, affiliata di Natixis IM, l’economia statunitense sarà soggetta sarà molto condizionata dalle elezioni presidenziali, ma la buona salute finanziaria di famiglie e imprese consentirà una crescita di circa il 2%. La disinflazione, insieme al recente allentamento delle condizioni finanziarie, riducono, inoltre, il rischio di recessione. Sulla base di queste prospettive di crescita e di inflazione, secondo Ostrum AM la Fed taglierà i tassi 4 volte nel 2024 e la Bce seguirà la stessa strada con 3 riduzioni di 25 punti base. Un mercato del lavoro ancora rigido in Eurozona e un’economia che continua a correre negli Stati Uniti allontanano invece le prospettive di tagli sui tassi d’interesse secondo Mark Dowding, fixed income cio di RBC BlueBay AM. Posizione condivisa da Isabel Schnabel che recentemente ha fatto commenti che suggeriscono come la Bce veda solo un modesto calo dei salari come probabile nel 2024, e quindi permangano i rischi di una inflazione salariale spingendo la Banca Centrale a mantenere i tassi quantomeno invariati.