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Insights 13 Dic 2023

Il punto sul mercato di Integrae SIM

Si può essere padroni di ciò che si fa, ma mai di ciò che si prova” (Gustave Flaubert)

Calma piatta in attesa della Fed. Questa sera alle 20 la decisione del FOMC in in materia di tassi di interesse così come l’annuncio delle nuove proiezioni economiche e un aggiornamento del dot plot ovvero il grafico per sintetizzare le previsioni dei vari membri della banca centrale americana sulla traiettoria del costo del denaro. La decisione è scontata, ovvero nessun cambiamento rispetto al livello massimo che la stretta monetaria abbia raggiunto in oltre 22 anni, questo considerato anche il dato di ieri sull’inflazione a novembre in USA, in linea con le attese ovvero +3% su base annua, e +4% se consideriamo il livello core ovvero depurato dalle componenti volatili. Dopo l’annuncio solo un modesto sussulto del rendimento del T-Bond a 10 anni, che si è mosso di un modesto +0,2%, sempre in prossimità del 4% di yield. L’inflazione resta, per ora, distante dall’obiettivo del 2% fissato da Jerome Powell & C. Prima della riunione della Fed alle 14:30 la statistica sui prezzi alla produzione a novembre e alle 16:00 le scorte di petrolio greggio in USA, che ieri ha perso il 4% sui minimi da 9 mesi. Dati che potrebbero influenzare le parole che il Governatore userà durante la conferenza stampa a conclusione dei lavori del FOMC. In questo clima di attesa si sono mosse poco anche le Borse europee, e tra queste Piazza Affari, che ha chiuso poco sotto alla parità, ma dopo avere fatto segnare un nuovo massimo dal giugno 2008. Poco volatile anche il mercato obbligazionario con il rendimento del BTP a 10 anni, sceso solo per poco tempo sotto la soglia del 4% mentre lo spread è rimbalzato sino a superare la soglia dei 180 punti. Probabilmente una reazione legata alle fibrillazioni politiche del Governo italiano che sembra avere qualche problema nel completare velocemente l’iter di approvazione della Legge di Bilancio.

I trend inarrestabili

Prima dell’inizio del nuovo anno le principali banche d’affari diffondono le proprie previsioni. Nel suo Wealth Outlook per il 2024 dal titolo “Slow then grow: Investing in the market’s big reset” Citi delinea previsioni sull’economia globale, i mercati e la geopolitica individuando dieci strategie opportunistiche da considerare per la costruzione del portafoglio oltre ai trend inarrestabili su cui investire per il lungo periodo. Gli esperti stimano una bassa probabilità di recessione e si aspettano che le difficoltà “a rotazione” di alcune industrie e settori svaniranno nel corso dell’anno con la normalizzazione dei mercati di beni e servizi. L’analisi include anche le 10 migliori idee di investimento opportunistiche nelle quali è possibile investire fino al 15% del portafoglio a seconda della propria propensione al rischio: produttori di semiconduttori, sicurezza informatica, produttori e distributori di energia, infrastrutture per l’energia pulita, tecnologia medica, difesa, società di private capital, yen, private debt e normalizzazione della curva dei rendimenti USA. Visione ottimistica anche da parte di Gamma Capital Markets che vede rosa per il Nasdaq nonostante il +50% da inizio anno: «l’indice tecnologico è meglio dello S&P500, perché il p/e (prezzo/utile) a un anno (intorno a 25 volte) è lo stesso dal pre-Covid. È la più grande buy opportunity che possiamo trovare».

Il rialzo dell’S&P? È solo all’inizio

Secondo Oppenheimer Asset Management la combinazione di una forte crescita degli utili e di un’economia stabile spingerà l’indice S&P 500 a raggiungere un nuovo picco di 5.200 unti entro la fine del 2024: +13% rispetto al valore attuale. Quella di Oppenheimer è una delle stime più ottimistiche per l’indice S&P 500 nel corso del prossimo anno. Secondo gli analisti della casa di investimento gli utili dell’indice saliranno del 9%, per un valore di utile per azione (EPS) di $240, che corrisponde un rapporto prezzo/utili (P/E) di 21,7 volte. Gli analisti prevedono che il 2024 sarà un anno di cambiamenti per la Federal Reserve, che passerà da una politica monetaria restrittiva a un approccio più morbido, sostenendo i settori sensibili al ciclo economico. Atteso inoltre un progresso nei settori della tecnologia, dei servizi di comunicazione e dei beni di consumo discrezionali. In conclusione l’ufficio studi di Oppenheimer sostiene che la Federal Reserve cercherà di evitare che l’economia statunitense entri in una fase di recessione.