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Insights 22 Lug 2022

Il punto sul mercato di Integrae SIM

La situazione politica in Italia è grave ma non è seria” (Ennio Flaiano)

Il nuovo scudo antispread, approvato all’unanimità dai banchieri europei, si chiama TPI. Uno strumento, sviluppato in tempi record, che lega di fatto la politica monetaria alla stabilità politica e avrà l’obiettivo di “trasmettere” la politica monetaria. La BCE però vorrebbe usare il TPI con il contagocce. Per questo è stato chiarito che la prima linea di difesa sarà offerta dalla flessibilità nel reinvestimento dei titoli nel portafoglio del PEEP (programma acquisti per l’emergenza pandemica) che verrà utilizzato se ci sarà una risposta disordinata degli spread. Lato tassi è stato infine approvato, a sorpresa, un rialzo di 50 punti base, il primo da 11 anni. Scelta che mette fine, anche in maniera piuttosto brusca, alla politica monetaria del “Whatever it Takes” di Mario Draghi. Altro aspetto rilevante è che le scelte future della BCE saranno guidate dai dati: l’opposto rispetto alla FED che cerca di anticipare l’andamento dell’inflazione con robusti rialzi (+375 punti base nel 2022) dei tassi. Aspettiamoci dunque almeno altri +50 punti base nella riunione della BCE di settembre. Politiche diverse che solo il tempo potrà giudicare nei rispettivi risultati. La banca centrale europea ha anche acceso un faro su energia e gas, ma per il momento lo scenario base è che non ci sarà una recessione.

La crisi si impenna

Dopo le dimissioni di Mario Draghi lo spread si è allargato ai massimi da 5 settimane . La prospettiva è di toccare i 300 punti base con un target intermedio di 240, già raggiunti a metà giugno scorso. Le parole di Christine Lagarde non hanno, per il momento, influito più di tanto come si può notare nel grafico sotto riportato che fotografa le ultime due sedute di mercato. Di positivo c’è che l’azione della politica italiana è stata depotenziata da almeno 10 anni. La nostra economia è integrata con quella europea, per cui le fibrillazioni romane pesano sempre meno sul ciclo economico del Paese. E infatti la nostra performance industriale è addirittura migliore rispetto a quella della Germania, molto esposta al blocco del gas russo, nonostante i forti legami economici tra i due Paesi. Purtroppo però ancora oggi circa 1/3 degli asset delle banche italiane sono in BTP per cui la volatilità nel breve periodo si farà ancora sentire.

Grafico rendimento BTP 10Y ultime 2 sedute di Borse

Ci batte pure la Grecia

Nonostante quindi le decisioni della BCE l’Italia resta sotto un attacco speculativo: il rendimento dei Titoli di Stato italiani a 10 anni, sono quasi il doppio della Spagna e superiori a quelli della Grecia. Normale visto che il Parlamento italiano ha avuto il coraggio di spingere alle dimissioni l’uomo che ha salvato l’euro. In questo contesto farsi prendere dal panico o ragionare? Noi preferiamo la seconda scelta. Ci sono molti titoli che hanno i fondamentali per reggere l’impatto della crisi. Sia nel comparto finanziario che industriale. Uno dei parametri da osservare è il dividendo. Importante termometro dello stato di salute di una impresa. Non sono pochi i casi in cui, in Piazza Affari, le cedole in arrivo tra meno di 12 mesi battono l’inflazione, e siano quasi il doppio dello yield del BTP a 10 anni. Chi paga dividendi, genera cassa, per cui si può essere abbastanza tranquilli che l’investimento, in un orizzonte di medio periodo, darà i propri frutti. Con il PNRR l’attesa di crescita del PIL era attesa tra il 2 e il 2,5%. Il nuovo scenario potrebbe mettere in discussione o quantomeno congelare questi investimenti in attesa che il “rischio” Italia venga meno. In questo contesto “fragile” gli investitori guardano con interesse ai segmenti della difesa, la finanza (per l’effetto dell’aumento dei tassi), e la salute. Le incertezze sul fronte politico comporteranno comunque impatto sulla crescita, meglio quindi puntare su attività diversificate a livello internazionale e acicliche.