Il punto sul mercato di Integrae SIM
“Noi vivremo in eterno in quella parte di noi che abbiamo abbiamo donato agli altri” (Salvador Allende)
Il toro torna a farsi sentire in Borsa. La settimana comincia con il segno positivo in Europa e in Usa in controtendenza con la chiusura di venerdì. Questo nonostante i fattori di incertezza siano ancora tutti presenti ovvero rialzo del costo dell’energia, dei tassi di interesse e della volatilità. Il mercato evidentemente si aspetta buone notizie in arrivo da Francoforte. La probabilità che il prossimo 14 settembre la Bce decida per uno stop ai rialzo dei tassi è ora data al 60%, mentre per la Fed, che si riunirà il 20 settembre, le probabilità superano il 90%. Più incerto il comportamento dei banchieri in occasione delle riunioni di novembre. Il rischio infatti è che i dati macro di prossima uscita possano mostrare una recrudescenza dell’inflazione. Il WTI negli ultimi 3 mesi ha guadagnato oltre il 20% e la prospettiva è di un ulteriore surriscaldamento, così come il prezzo del gas a causa degli scioperi in Australia da cui dipende una parte importante delle forniture europee dopo la rottura dei rapporti con la Russia. Per cui nei prossimi mesi potremmo avere dati sull’inflazione nuovamente al rialzo. Uno scenario tuttavia atteso vista la dipendenza dell’Europa dalle fonti di energia fossili. In Usa invece il trend del costo del denaro, grazie all’indipendenza energetica del paese, è più improntato al ribasso. In questa prospettiva attenzione al 14 settembre quando sarà diffuso il dato sui prezzi al consumo in Usa. I mercati sono alla caccia di segnali di raffreddamento dell’inflazione verso l’obiettivo del 2% della Fed.
I profitti non sono più extra
I tecnici del servizio bilancio del Senato hanno espresso dubbi di costituzionalità in merito alla tassa sugli extraprofitti bancari. In particolare secondo gli esperti: “va preso in considerazione un possibile rischio legato all’eventuale incompatibilità costituzionale della disposizione”, nella relazione di accompagnamento che analizza il decreto Asset e investimenti con cui il Governo vuole introdurre l’imposta. Il piano di Palazzo Chigi è di prevedere un’aliquota del 40% sul margine di interesse delle banche che hanno sede in Italia, per la precisione sulla quota che eccede del 5% il margine di interesse del 2022. La volontà di Giorgia Meloni è quella di trovare risorse per far quadrare i conti sulla legge di bilancio. Tuttavia, sempre secondo il dossier che analizza il provvedimento, anche su questo frangente occorre fare chiarezza. Un flusso di notizie che ha favorito il recupero del titoli bancari, con ricadute positive anche sull’indice principale: FTSE Mib +1%, migliore listino del mondo. Questo nonostante il taglio delle previsioni di crescita dell’Italia da parte della Commissione Europea, che vede il PIL 2023 in crescita dello 0,9% ovvero meno di quanto previsto in primavera, e che la Germania, primo partner commerciale del Paese, entrerà in recessione. Per tornare a crescere la ricetta di Bruxelles è che venga attuato il Piano Next Generation EU, e la riforma del patto di stabilità.
Il tech porta bene alle IPO
Grazie alla corposa richiesta emersa durante il roadshow SoftBank avrebbe deciso di alzare la fascia di prezzo dell’IPO della sua Arm. La data è fissata per il 13 settembre quando la holding finanziaria giapponese porterà a Wall Street il gigante inglese dei chip, con gli scambi che inizieranno il giorno seguente. Secondo gli operatori si tratterà della quotazione più grande dell’anno con una capitalizzazione che supererà $50 miliardi. Un risultato che rispecchia le aspettative di crescita del gruppo molto esposto al mega trend del tech. Per l’anno fiscale 2024 Arm prevede una aumento dei ricavi dell’11% grazie al boom della domanda di chip per data center e Intelligenza Artificiale. Per l’anno fiscale 2025, invece, le previsioni stimano un aumento intorno al 20%. Un contesto positivo per tutta l’industria del tech che da quasi un anno, in Borsa, sta attraversando una fase toro. Trend a cui è esposta anche Piazza Affari, ed in particolare i titoli dell’Euronext Growth Milan, il listino delle PMI ad alto potenziale di crescita dove il tech è il settore più rappresentato.