Il punto sul mercato di Integrae SIM
“Commettere un errore e non correggersi: ecco il vero errore” (Confucio)
Tanto tuonò che non piovve. Dal simposio statunitense di banchieri centrali di Jackson Hole, nessuna indicazione più stringente sulla politica monetaria. Sia Jerome Powell che Christine Lagarde, hanno confermato come la lotta all’inflazione sia la priorità, faranno tutto quanto necessario per riportarla al target del 2% ma le scelte saranno ancora guidate da dati, ancora molto volatili (importante oggi alle 16:00 il dato sui nuovi lavori JOLTs e sulla fiducia dei consumatori ad agosto). In estrema sintesi si vivrà alla giornata almeno sino a novembre quando si svolgerà, probabilmente, la più importante riunione della FED dal molti anni a questa parte. Almeno per i mercati finanziari che trattano sui massimi storici e scontano un taglio del costo del denaro entro la prima metà del prossimo anno. Ma se così non fosse, ovvero le banche centrali dovessero tenere i “tassi più alti più a lungo”, si verificherebbero le condizioni quantomeno per una correzione dei listini in particolare per le asset class più esposte alla politica monetaria come il tech. La mini correzione di agosto, è un segnale anticipatore di questo scenario futuro: Nasdaq -4,5%, S&P 500 -3,4%. Piazza Affari, sebbene ancora in rosso nell’ultimo mese, si mantiene in prossimità dei massimi dal 2008 sostenuta dai titoli bancari grandi beneficiari della stagione dei tassi di interesse elevati. Sino a novembre però è lecito aspettarsi un pausa del rialzo del costo del denaro e quindi il perdurare di una situazione di risk-on.
La Manovra è vicina
Ieri il primo consiglio dei ministri post pausa di agosto, mentre la prossima settimana è in calendario una riunione della maggioranza di Governo per affrontare il nodo della Legge di Bilancio. Servono almeno €30 miliardi per mantenere le promesse “elettorali” ovvero attuazione della riforma fiscale, tra cui revisione delle aliquote Irpef, cuneo fiscale, interventi a favore di famiglie e imprese, alleggerimento delle accise sui carburanti. La maggioranza dovrà occuparsi anche di trovare una sintesi rispetto alla norma relativa alla tassazione degli “extraprofitti” delle banche che potrebbe essere estesa anche ai rendimenti sui BTP detenuti dagli istituti di credito. Sul punto è intervenuta la BCE che ha espresso disappunto, almeno nei modi, stupore e si appresta a formalizzare al Governo le proprie osservazioni. Tutto questo sempre sotto il “rigido” controllo della Commissione Europea che terminata l’emergenza pandemica non è più disposta ad accettare elevati livelli di flessibilità dei bilanci pubblici, ovvero è da escludersi una proroga della sospensione del patto di stabilità pure nel 2024. Per l’Italia si accentuerebbero quindi le difficoltà nella progettazione della Legge di Bilancio. Infine l’Ocse che ha dipinto un quadro macroeconomico di stagnazione per la zona euro, con l’Italia che nel secondo trimestre ha registrato una contrazione dell’economia dello 0,3%, dal +0,6% del primo trimestre, e la prospettiva di ulteriori difficoltà nel terzo.
La Cina torna a ruggire?
Con gli indici azionari cinesi scambiati sui livelli più bassi dell’anno, colpiti dal peggioramento delle aspettative verso il Paese a causa dell’esaurirsi della ripresa economica post-COVID, e della crisi del settore immobiliare, il Governo asiatico ha annunciato una nuova serie di misure volte a ripristinare la fiducia e ad attirare nuovamente gli investitori sui mercati azionari. Nel fine settimana la Cina ha infatti presentato nuove misure per sostenere le Borse, in particolare il dimezzamento dell’imposta di bollo sulle transazioni azionarie. Le piazze locali hanno anche abbassato i requisiti di finanziamento dei margini, contribuendo a richiamare gli investitori dopo quasi un anno di pesanti perdite (citiamo il caso Evergrande -80%). Decisione che ha spinto i titoli cinesi in forte rialzo, sui massimi da 1 settimana, ma il bilancio da inizio anno resta in rosso: -8% l’Hang Seng, -7% lo SZSE Component. Secondo gli analisti inoltre, le ultime misure di Pechino dovrebbero stimolare alcuni guadagni a breve termine nel mercato azionario, ma è improbabile che riflettano o stimolino un rafforzamento più ampio della crescita economica. Al netto delle scelte politiche questa settimana l’attenzione degli operatori esposti alla Cina si concentra su ulteriori indicazioni economiche, in particolare su dati dell’indice dei responsabili degli acquisti, previsto per giovedì e venerdì.