Il punto sul mercato di Integrae SIM
“Studia il passato se vuoi prevedere il futuro” (Confucio)
Il rialzo non si ferma con le mani. Le Borse continuano a correre e puntano a nuovi massimi storici, mentre la volatilità torna sui livelli pre-scoppio della pandemia e non lontana dai minimi storici. Neanche il più ottimista degli operatori avrebbe potuto prevedere un inizio di primavera così tonico dopo il rally del primo trimestre. Il sell in may non si è visto, anzi nel corso dell’ultimo mese l’indice delle Borse mondiali (MSCI World Equity) è in rialzo dell’1,6%, che diventa +10% da inizio anno. Ma nello stesso periodo il Nasdaq è salito del 9% mentre il Nikkei (sui massimi da 40 anni) del 12%. Unica eccezione l’andamento delle Borse emergenti che trattano lontane dai top e stanno soffrendo nel corso degli ultimi 12 mesi. Un risultato su cui pesa naturalmente il pessimo andamento della Borsa cinese, che ha perso l’euforia legata all’uscita dal Covid perdendo circa il 30% dai massimi di periodo. La liquidità in uscita dai mercati finanziari emergenti è forse uno dei principali fattori di sostegno di Wall Street e del comparto obbligazionario nonostante i venti di recessione e la crisi finanziaria scoppiata nel mese di marzo non ancora completamente domata.
Occhio al portafoglio
Il portafoglio tradizionale 60-40 sta performando bene, oltre il 17% da inizio anno. Un risultato che sconta sicuramente il pessimo risultato 2022, anno peggiore dalla crisi del 1932. Ma nel medio periodo questa strategia di bilanciamento ha storicamente dato soddisfazioni agli investitori, con rare eccezioni. Le prospettive sono positive anche per il futuro considerato che la componente obbligazionaria sembra destinata a creare valore ancora per diverso tempo (soprattutto nell’ipotesi di un’inversione della curva dei tassi). Se negli Usa si consolida infatti la prospettiva di una tregua della politica restrittiva della Fed, così non sarà in Europa dove le aspettative degli operatori sono per almeno 2 altri rialzi del costo del denaro entro fine anno. Le ultime dichiarazioni di Christine Lagarde non lasciano dubbi in questo senso, a meno di una brusca frenata dell’economia. Per questo attenzione oggi alle 8:00 il dato sulla produzione industriale tedesca a maggio vista in calo dell’1,3% su base annua (-3,4% ad aprile)
Il Pnrr frena la crescita?
Il Governo ha ottenuto l’ok al decreto sulla Pubblica Amministrazione che contiene alcune modifiche alle norme di attuazione del Pnrr. Un passaggio importante per ottenere il pagamento della terza rata bloccata da fine 2022 a causa di divergenze con la Commissione Europea, mentre proprio in questi giorni sarebbe dovuta arrivare la quarta rata. Nel complesso si tratta di €40 miliardi che servono al Paese per sostenere la crescita. Il Governo punta a rinegoziare alcuni aspetti del Pnrr (entro fine agosto) ma questo braccio di ferro sta generando ritardi, non solo per incassare i soldi dell’Europa ma anche per l’avvio dei cantieri. Anche perché il clima economico è molto positivo: l’Istat stima un Pil in crescita dell’1,3% nel 2023, e del +1,1% nel 2024 che però avvisa sui primi segnali di recessione causa del rallentamento degli scambi con l’estero e l’alluvione in Emilia Romagna. Da segnalare che tra i settori trainanti c’è il turismo che sta recuperando completamente il terreno perduto con la pandemia. Per questo attenzione alle società quotate su Euronext Growth Milan esposte a questa industria oggetto di copertura da parte di Integrae SIM ed in particolare Destination Italia e Longino & Cardenal.