Il punto sul mercato di Integrae SIM
“Non ci sono disastri, solo opportunità. E, in effetti, opportunità per nuovi disastri” (Boris Johnson)
Dalle minute della FED è emerso un atteggiamento “intransigente” rispetto alla ricetta per riportare l’inflazione sui livelli target, ovvero aumento dei tassi senza se e senza ma. Un atteggiamento simile è quello che potrebbe assumere la BCE. Nei verbali dell’ultima riunione di giugno i banchieri sostengono che l’inflazione potrebbe essere più “persistente” del previsto, per questo si rende necessario tracciare un percorso per i prossimi aumenti dei tassi di interesse. La maggioranza dei componenti del direttivo è d’accordo ad aumentare il costo del denaro di 25 punti base nella riunione del 21 luglio, ma un certo numero ha voluto “tenere la porta aperta” per un aumento iniziale più ampio. Uno scenario da fare tremare i polsi per le Borse che invece hanno accolto le notizie con un poderoso rialzo. Per Piazza Affari si è addirittura trattato della migliore seduta da marzo scorso. Presto per parlare di inversione di tendenza ma gli investitori cominciano a vedere probabilmente il bicchiere mezzo pieno ovvero che dopo il repentino aumento dei tassi di interesse, e la conseguente stabilizzazione dell’inflazione, seguirà una fase di ribasso. Gli acquisti sono tutti in questa prospettiva.
Lagarde pensiero
Oggi è il giorno della Lagarde che alle 13:55 terrà un discorso dal quale ci si aspettano indicazioni sul meccanismo alla base del nuovo scudo antispread. Purtroppo come sappiamo la comunicazione non è il punto forte della Governatrice, e questo ci induce ad essere molto cauti su come il mercato potrebbe interpretare le sue parole. Possibile anche una spinta decisiva al raggiungimento della parità tra euro e dollaro. Evento che getterebbe ancora più preoccupazione sulla prospettiva di una recessione in Europa. Alle 14:30 sarà invece diffuso il dato sul tasso di disoccupazione in Usa a giugno. Previsto un valore pari al 3,6%, in linea con il dato precedente. Alle 17:00 è atteso il discorso di William, componente direttivo della FED ovvero il FOMC. In serata saranno invece diffusi numerosi dati sul mercato dell’energia in Usa. Da monitorare anche considerato il recupero, sopra quota $100 da parte del petrolio.
Bye, Bye, BoJo
Si è dimesso Boris Johnson. “Il bambino che sognava di diventare il padrone del mondo” (citazione da fonti di Stampa), si è fermato molto prima di raggiungere il traguardo. Il suo sarà probabilmente ricordato come uno dei più brevi mandati di Primo Ministro del Regno Unito. Ha provato a reggere a scandali, gaffe, bugie ma alla fine ha dovuto cedere alle pressioni del suo partito che lo sacrifica per evitare di andare al voto e consegnare il Paese al partito Laburista. La sterlina e la Borsa di Londra hanno festeggiato. Non tanto per antipatia ma nella prospettiva che, dopo il populismo di Johnson il partito di maggioranza torni a una politica conservatrice tradizionale che porterà probabilmente a una certa austerità ma pure a politiche più favorevoli per le imprese. Con BoJo se ne va, per ora, uno dei protagonisti della stagione del populismo modello Trump, sebbene nei fatti il quasi ex Primo Ministro sia stato molto più pragmatico che rivoluzionario del collega statunitense. Di riflesso il Governo italiano continua il suo percorso nonostante i penultimatum del Movimento 5 Stelle. Mario Draghi resta uno dei politici più stabili del vecchio continente. E forse non è un caso.
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