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Insights 7 Apr 2023

Il punto sul mercato di Integrae SIM

La Pasqua è una grandissima rottura di uova” (Andrea G. Pinketts)

Torna il sereno sui mercati. E’ durato poco il ritorno della volatilità che in una sola seduta si è riposizionata sui minimi da un anno. Piazza Affari migliore listino nell’Unione in un contesto positivo anche per Wall Street. Ultima seduta quella di ieri prima della pausa pasquale. Anche il bilancio settimanale, è positivo con l’unica eccezione del Giappone, che ha chiuso di poco sotto la parità, mentre al vertice mondiale il listino di Budapest che ha messo a segno una performance superiore al 6%. Indici Usa in rialzo di oltre il 2%, sul ritorno di fiducia rispetto alla prospettiva di uno stop alla politica monetaria restrittiva le cui probabilità restano ancorate al 50%, mentre l’altra metà degli esperti vede un aumento solo di 25 punti. La curva dei tassi resta ancora fortemente inclinata sulle scadenze a breve con Treasury a 6 mesi che resta sotto il 5%, rispetto alla scadenza a 10 anni di poco sopra il 3%. I tassi sono invece in calo in Italia. Il Btp a 10 anni è tornato nel corso della seduta di ieri sotto il 4%, sui minimi da 1 mese. Lo spread Btp-Bund continua invece a muoversi nella parte bassa della banda laterale tra 170 e 200 punti. Oggi e lunedì, Borse chiuse, ma non mancheranno dai macro di un certo rilievo. Il Bureau of Labor Statistics (BLS) degli Stati Uniti pubblicherà comunque il report sui posti di lavoro di marzo. Si prevede un’aggiunta di 239.000 posti di lavoro a marzo, dopo l’aumento di 311.000 unità di febbraio. Il tasso di disoccupazione dovrebbe rimanere al 3,6%, mentre la media dei compensi orari dovrebbe essere salita dello 0,3% su base mensile e del 4,3% su base annua. Infine, il tasso di partecipazione alla forza lavoro è visto al 62,4%.

I ritardi sul Pnrr frenano la crescita?

Secondo l’agenzia Reuters il Governo si starebbe preparando a rivedere al ribasso la stima di crescita del 2024. Complice la politica di rialzo dei tassi avviata da circa 1 anno dalla Bce e la difficoltà ad implementare il programma di investimenti finanziato col Recovery Fund europeo, il ministero dell’Economia stimerebbe su base tendenziale un tasso di crescita nel prossimo anno inferiore al target di +1,9% fissato a Novembre. Secondo fonti del MEF la crescita sarà probabilmente al di sotto del +1,8%. Sempre in termini tendenziali, nel 2023 il Tesoro vede invece un Pil in crescita di 0,9 punti quest’anno (dall’obiettivo di 0,6% di Novembre) e un deficit al 4,35% del Pil. Proprio per questo il governo italiano è determinato a non perdere nessuno dei fondi che gli spettano dall’Unione europea nell’ambito del piano di finanziamento per la ripresa post-Covid (Pnrr). Ricordiamo che l’Italia dovrebbe ricevere un totale di circa €200 miliardi in sovvenzioni e prestiti agevolati fino al 2026, diventando così il maggior beneficiario in termini assoluti del programma dell’Ue. Ma il nostro Paese è in ritardo sia rispetto agli obiettivi concordati con Bruxelles in cambio degli aiuti, sia rispetto alla spesa dei fondi già ricevuti.

Ai mercati piacciono i tagli

Secondo un report pubblicato da Challenger, Gray & Christmas nel mese di marzo i maggiori tagli di posti di lavoro negli Usa sono stati annunciati nel settore tecnologico, che ha rappresentato il 38% di tutti i licenziamenti, mentre il comparto finanziario si è posizionato al secondo posto con oltre 30mila tagli. Gli unici anni in cui il settore tecnologico ha annunciato più licenziamenti di posti di lavoro rispetto all’anno in corso sono stati il 2001, quando sono stati annunciati 168.395 tagli, e il 2002, quando sono stati registrati 131.294 tagli. E’ quindi in corso un processo di ristrutturazione, sicuramente non paragonabile a quello seguito allo scoppio della bolla delle “.com”, che però piace ai mercati se pensiamo che da dicembre a oggi il Nasdaq 100 ha guadagnato oltre il 20%. Un movimento guidato dall’aspettativa che i tagli di personale possa incidere positivamente sui profitti pur in presenza di segnali di recessione, gli effetti dell’aumento dei tassi di interesse, e la crisi finanziaria esplosa in California. Nel complesso le imprese statunitensi hanno annunciato quasi 90.000 tagli di posti di lavoro nel solo mese di marzo, con un aumento di circa il 15% rispetto a febbraio, I dati di marzo rappresentano un aumento del 319% rispetto allo stesso mese del 2022, e rappresentano il terzo incremento consecutivo su base mensile.

PS: il Punto sul Mercato ritorna l’11 aprile. BUONA PASQUA A TUTTI!