Il punto sul mercato di Integrae SIM
“Essere l’uomo più ricco al cimitero non mi interessa… Andare a letto la notte sapendo che abbiamo fatto qualcosa di meraviglioso… quello mi interessa” (Steve Jobs)
Silicon Valley Bank (banca specializzata in finanziamenti al private equity, startup e imprese innovative) è il nuovo cigno nero? Presto per dirlo ma l’impatto sulla chiusura dei mercati venerdì scorso c’è stato: tutte le principali Piazze finanziarie europee hanno chiuso in rosso, facendo eco a Wall Street che in due sedute è arrivata a perdere oltre il 3%. Anche a livello settimanale domina il segno “meno” con l’eccezione del Giappone e ovviamente del vix, l’indice della “paura” a Wall Street che ha fatto un balzo (dai minimi) del 23%, il maggiore rialzo su base settimanale dal gennaio 2022. Il problema di fondo è sempre lo stesso: l’aumento dei tassi, che ha favorito la fuga dagli asset illiquidi verso lidi più sicuri, fenomeno spiegato bene da Corrado Passera, in un’intervista diffusa il week-end scorso. Il banchiere non è però preoccupato dell’effetto contagio. Il problema riguarda infatti principalmente intermediari non bancari, come società di gestione del risparmio, compagni assicurative (caso Eurovita insegna) e fondi di investimento. In Italia i titoli più colpiti dal sell off del venerdì sono stati infatti Banca Mediolanum, Fineco ovvero i collocatori di prodotti finanziari con orizzonte di medio lungo periodo (molto esposti alla volatilità dei tassi) a investitori con un’orizzonte di breve. Resta il fatto che per il settore finanziario Usa è stata la peggiore settimana dal 2022, la peggiore dal 2008 per le banche regionali. Anche Goldman Sachs non è preoccupata, per Jan Hatzius head of global research, il sistema bancario è forte, in quanto il livello di leva è molto inferiore rispetto al passato e le politiche di concessione del credito, post crisi finanziaria del 2009, sono state molto più restrittive. La crisi di SVB potrebbe quindi essere circoscritta e non causare una crisi finanziaria prima in Usa e poi nel mondo, ma si tratta del primo effettivo colpo/conseguenza dell’aumento dei tassi di interesse sull’economia reale. Infine Elon Musk, che si è offerto di comprare SVB. La prova che la liquidità a livello mondiale è tale da potere coprire qualsiasi buco.
Milano è ESG
Se sui mercati torna a farsi sentire la volatilità, una valida alternativa sono gli asset reali. In questa prospettiva l’Italia può rappresentare un approdo, in particolare Milano che da anni vive una fase di espansione e visibilità internazionale. Sulle ceneri di Expo 2015 sta infatti nascendo un polo di eccellenza Esg: Mind, Uptown e Bloom Merlata sono i tre progetti di riqualificazione urbana sulle aree della manifestazione universale, ed adiacenti, che potrebbero cambiare il volto nella parte ovest della città. Nel caso di Uptown stiamo parlando di 350mila mq di residenziale, e spazi per il tempo libero, 30 ettari di parco, un centro commerciale da 160 negozi e infine una scuola di 25mila mq. Mind invece rappresenta un’idea visione di sviluppo urbano: si punta alla nascita di una silicon valley europea focalizzata su scienze umane e smart city. Piazze, momenti di incontro, shopping innovativo è invece il target di Bloom Merlata. Sponsor finanziario dell’iniziativa è Intesa Sanpaolo, che ha sostenuto l’iniziativa ben prima di Expo con l’intento di rigenerare un’area con una destinazione industriale. In questa direzione sta andando anche il Governo, che attraverso l’Agenzia del Demanio (Ministero finanze) ha l’obiettivo di valorizzare il patrimonio dello Stato. Flusso di notizie positivo anche per Piazza Affari sempre più esposta ai temi Esg con una crescente pattuglia di società quotate su Euronext Growth Milan oggetto di copertura da parte di Integrae Sim.
Arriva il sell sul tech
Che la liquidazione di SVB sia un segnale di debolezza per il mondo tech lo dimostra anche la notizie che gli analisti di Lightshed Partners hanno declassato il titolo Apple a Sell da Neutral con un obiettivo di prezzo di $120 per azione, che implica un rischio di ribasso del 20%. Secondo gli esperti il titolo potrebbe sottoperformare il mercato in futuro, in quanto le vendite di iPhone saranno probabilmente inferiori alle stime degli analisti. In particolare alla base del declassamento c’è un allungamento dei tempi di sostituzione tra i vecchi modelli e la nuova versione di iPhone che continuerà per i prossimi 124 mesi per diversi motivi. In particolare: sovvenzioni telefoniche da parte degli operatori wireless, che sono stabili o in calo nel 2023 e in calo nel 2024, termini più lunghi per i piani di pagamento dei telefoni (causa aumento tassi), assenza di nuove applicazioni significative che spingano l’interesse per il 5G, e infine la debolezza dell’economia. Che il tech non se la passi bene anche il fatto che il mondo cripto ha perso $70 miliardi di capitalizzazione in 24 ore. Il Bitcoin ha perso poco meno del 10% in 7 giorni, scendendo anche sotto la quota $20mila, come non accadeva da inizio gennaio 2023.