Il punto sul mercato di Integrae SIM
“Le criptovalute sono l’oro per i nerd” (Stephen Colbert)
La prossima settimana riprendono le trimestrali americane. Un flusso di notizie molto importante che si intreccerà con quello macroeconomico e geopolitico. Sarà interessante capire se i profitti delle società stiano già iniziando a riflettere i primi segnali di recessione (nel primo trimestre PIL Usa in territorio negativo), oppure stiano pesando più favorevolmente la ripresa dell’attività in Cina dopo la fine del lockdown e il calo del prezzo delle principali materie prime. L’atteggiamento della FED continua ad essere la spada di Damocle sulla testa delle Borse: “il tempo a disposizione per restare in un contesto di inflazione contenuta sta per scadere” le parole di Powell che hanno fatto tremare gli investitori alla ricerca della luce in fondo al tunnel. Speriamo quindi che dai bilanci delle società USA arrivino buone notizie. Nel frattempo mettiamo la sveglia alle 12:00 per il discorso del Governatore della Banca D’Inghilterra, Bailey.
Taglia profitti
Secondo il Financial Times il consiglio direttivo della BCE starebbe pensando a un provvedimento per tagliare gli extra profitti degli istituti di credito derivanti dal combinato disposto tra aumento dei tassi e prestiti concessi durante la pandemia alle condizioni di favore previste dal cd “temporary framework”, pari a circa €2 trillioni. Un meccanismo che di fatto scarica il rischio credito sullo Stato ma i guadagni sui bilanci delle banche, su cui la Vigilanza vorrebbe intervenire. Secondo Morgan Stanley la miniera d’oro potrebbe ammontare sino a €24 miliardi (il minimo è fissato a €4 miliardi). Una scelta simile a quella operata in Italia per tassare gli extra profitti, derivanti dall’aumento del prezzo dell’energia, delle società del comparto energetico. Un’altra brutta notizia per il comparto dopo le parole di Andrea Enria, presidente del consiglio di sorveglianza della BCE, sulla possibilità di un ricalcolo (leggasi anche “stretta”) sulla distribuzione dei dividendi delle banche, sui profitti di competenza 2022, nella prospettiva di una recessione.
Crypto Crash
Alla fine ne resterà soltanto uno. La storia delle criptovalute somiglia sempre di più a quella delle “dot com” nel 2000. Tanti progetti che si perderanno per strada mano a mano che emergerà la loro “insostenibilità” sul piano industriale. Una profonda scrematura che porterà a un numero ristretto di iniziative di successo ovvero di piattaforme dominanti in ambito fintech. Gli investitori non potranno che diventare più razionali, e la crisi innescata delle operazioni a leva, di ripulire più velocemente il Mercato. Ultimo tassello l’arrivo dei regolatori, che dovrebbero introdurre un sistema di regole stringenti nel campo del fintech pilotando l’industria verso modelli di business sostenibili rispetto a quelli più legati al marketing, alle emozioni e in ultima battuta, alla speculazione. Importante è che la regolazione non significhi solo maggiore burocrazia, soffocando la spinta di novità, cambiamento ed efficentamento, soprattutto dal punto di vista del consumatore/imprenditore, che il fintech ha portato nei servizi finanziari e di investimento.
Le criprovalute verranno comprate sempre più in ottica di medio/lungo periodo, come strumento di contrasto all’inflazione rispetto alla speculazione. Conio, la principale piattaforma italiana per la compravendita di criptovalute, ha reso noto che l’80% delle operazioni avviene in una logica da cassettista e in larga parte da clientela e under 40.
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