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Insights 10 Feb 2023

Il punto sul mercato di Integrae SIM

Se si guarda troppo fisso una stella, si perde di vista il firmamento” (Edgar Allan Poe)

Non si ferma più. Da inizio anno Piazza Affari è la migliore Borsa del mondo, con un rialzo del 16%, alle sue spalle il Nasdaq con quasi 300 punti in meno di performance. Da gennaio ad oggi su 29 sedute di Borsa, 20 si sono chiuse al rialzo. Ma l’aspetto più interessante è che a trascinare il listino, è una staffetta di settori diversi: bancario, energia, industria. Una rotazione settoriale sintomo di una qualità di fondo del mercato, che non sembra scontare minimamente un landing, anche soft nel primo trimestre 2023 prezzando un ulteriore espansione dei profitti nell’anno in corso. Ipotesi non remota se pensiamo che il Fondo Monetario Internazionale, appena due settimane fa, si è dovuto ricredere modificando le proprie stime sul Pil da -0,3% a +0,6%. Non mancano però i campanelli di allarme: per Erik Knutzen di Neuberger Berman i dati economici continuano a indicare che la gamma dei potenziali esiti è ampia. Possibile un ulteriore inasprimento delle politiche monetarie e una flessione per gli asset rischiosi. In questo contesto anche i dati apparentemente poco significativi potrebbero determinare degli scossoni. Oggi alle 16:00 sarà diffuso l’indice sul sentimento d’aspettativa dei consumatori del Michigan a febbraio, atteso stabile sulla rilevazione precedente.

La stagione delle trimestrali d’oro è finita?

Il ritmo di crescita dei conti delle banche è sostenibile? Il momento positivo quanto può durare? Il 2022 si chiude con risultati record su tutti i fronti: profitti, capitale, redditività, liquidità. Nel 2023 l’attesa è per un rallentamento, principalmente lato margine di interesse perché se nell’anno precedente la forbice tra fonti e impieghi era ampia, nell’anno in corso non potrà più essere così. In particolare il costo della raccolta è in aumento (tante le pubblicità di conti deposito con rendimenti pari a quello dei titoli di stato), l’esaurimento del Tltro e la fine degli acquisti di titoli di stato da parte della Bce. A gettare acqua sul fuoco è anche la Vigilanza che per bocca di Andrea Enria raccomanda prudenza perché lo scenario macroeconomico è incerto se non addirittura di recessione. Infine i possibili limiti alla distribuzione dei dividendi e della possibilità di fare buy back. Se però si chiede capitale quando le cose vanno male, e poi non lo si restituisce quando vanno bene, allora la value proposition difficilmente può essere di interesse per gli investitori.

L’Europa in panne

E’ iniziato il Consiglio Europeo. Un incontro che si preannuncia in salita in merito al possibile allentamento degli aiuti di stato che dovranno da ora in poi essere mirati e temporanei. Cosa però che avvantaggerebbe Francia e Germania mentre l’Italia avrebbe molto meno margine di manovra per i vincoli di bilancio. In alternativa l’ipotesi è un Fondo Sovrano europeo che di fatto sarebbe però debito comune, meccanismo da sempre osteggiato dai Paesi “frugali”. Non sarà comunque un nuovo Next Generation Eu, ma piuttosto uno strumento per rispondere alle sfide globali come l’innovazione. Primo segnale non incoraggiante per il nostro Paese il fatto che la premier Giorgia Meloni abbia subito polemizzato con il Presidente francese Macron per l’annuncio di un trilaterale con Germania e Ucraina a Parigi, e abbia poi visto il leader ucraino Zalensky, accolto come un componente stabile dell’Unione e con una lunghissima standing ovation, solo in gruppo con altri paesi Ue, prima di una chiacchierata a margine del summit. Nel frattempo il rendimento del Btp tenta di allontanarsi dal picco di gennaio, ma restando pur sempre sopra la soglia di rendimento del 4%. Migliora la situazione a livello di spread, che sosta ben sotto la soglia dei 200 punti, non lontano dai minimi dell’anno, posti a 174 punti.