Il punto sul mercato di Integrae SIM
“La verità è come un leone. Non avrai bisogno di difenderla; lasciala libera. Si difenderà da sola” (Sant’Agostino d’Ipponia)
Il primo cigno nero del 2023 si chiama hacker gang. Ovvero un gruppo di pirati informatici (che nulla avrebbero a che fare con la Russia) che hanno lanciato un attacco la cui portata e, soprattutto, le cui conseguenze sono ancora tutte da chiarire. L’attacco è avvenuto per il tramite di un ransomware già in circolazione è infatti stato rilevato dal Computer security incident response team Italia dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale. Diverse decine di sistemi nazionali sarebbero compromessi, dalla Francia, il paese più colpito, sino al Canada e gli Stati Uniti. Ma come è stato possibile? Forse un errore nello sviluppo di un software largamente diffuso nei sistemi informatici, peraltro noto da almeno 2 anni, che ha aperto le porte ai pirati informatici. Ma non tutto il male viene per nuocere: torna infatti di attualità l’industria della cybersecutiry e in senso più ampio la tecnologia, che nel 2022 sembrava essere “passata di moda” ovvero offuscata dal conflitto geopolitico, l’aumento dell’inflazione e dei tassi di interesse. Festeggiano quindi i titoli legati alla sicurezza informatica che vede una significativa presenza di società anche in Italia e tra queste Vantea Smart (+7% la chiusura di ieri) e Reti (+12%), tutte società oggetto di copertura da parte dell’ufficio studi di Integrae Sim.
Torna la guerra fredda?
I listini mondiali si sono raffreddati per i timori di un peggioramento delle relazioni tra Stati Uniti e Cina dopo l’abbattimento di un presunto pallone spia cinese. L’aumento dei tassi d’interesse ha pesato molto sui mercati asiatici fino al 2022, in quanto l’afflusso di capitali stranieri nella regione è rallentato e le banche centrali locali hanno tenuto il passo della Fed. In questo contesto non stupisce che gli investitori siano quindi tornati a scontare una recrudescenza dell’inflazione nel breve termine, per fattori salariali, e di conseguenza il perdurare su livelli elevati dei tassi di interesse. Di “positivo” c’è che Dell ha annunciato il licenziamento di 6mila dipendenti, pari al 5% della forza lavoro, portando il totale della manodopera ai minimi da 10 anni. Guardando al future sui Fed fund, i mercati danno per certo un rialzo di 25 punti base nella riunione di marzo, e una probabilità del 70% di ulteriori 25 punti base a maggio. Ne capiremo di più questa sera quanto Jerome Powell interverrà in un convergo durante il quale ci si aspetta il governatore della Fed vesta nuovamente le vesti del falco.
Anche Rothshild se ne va
La famiglia Rothschild annuncia il delisting dalla Borsa di Parigi dopo 185 anni. Concordia, la holding della dinastia, ha infatti comunicato l’intenzione di lanciare un’Opa finalizzata a ritirare dal mercato le azioni su Rothschild & co, ovvero la banca specializzata nell’asset management e nell’investment banking. Dopo l’annuncio il titolo è arrivato a guadagnare il 17%, con una capitalizzazione di €3,6 miliardi. La decisione della famiglia di abbandonare il mercato dopo quasi due secoli è stata spiegata dal fatto che nessuna delle attività del gruppo hanno bisogno di accedere a capitali dai mercati azionari pubblici e che una proprietà privata del gruppo più appropriata di una quotazione pubblica. Nonostante l’uscita di scena dei Rotschild, che fa seguito ad esempio alla decisione della famiglia Agnelli di delistare Exor, non deve venire meno la fiducia verso il mercato pubblico dei capitali come strumento per finanziarie la crescita delle imprese. Per una famiglia storica che se ne va altre emergenti si affacciano sul listino per diventare grandi. E’ la strada scelta nel 2022 da oltre 20 imprese che si sono quotate su Euronext Growth Milan e le due che lo hanno fatto all’inizio del 2023.