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Insights 22 Dic 2022

Il punto sul mercato di Integrae SIM

La vita è breve: evitiamo, dunque, programmi troppo estesi” (Seneca)

C’è ancora spazio per il rally? L’indice delle blue chip di Piazza Affari prova a tenere quota 24mila punti spera di chiudere l’anno limitando le perdite, ma a meno di sorprese positive, sarà molto difficile recuperare il tempo perduto. C’è quindi molto spazio nel 2023 per colmare le perdite accumulate nell’anno in corso. Tra i protagonisti i titoli bancari grandi beneficiari del rialzo dei tassi, e meno esposti agli effetti della recessione che, sulla base delle previsioni attuali, dovrebbe essere soft. I segnali che arrivano dall’economia reale sono infatti positivi: confrontandoci con le società oggetto di copertura da parte di Integrae Sim, oltre 50 Pmi di eccellenza quotate su Euronect Growth Milan, i fondatori e top manager segnalano come il mese di novembre abbia performato molte meglio delle attese, in alcuni casi fatto segnare il miglior mese, in termini di fatturato, dallo scoppio della pandemia. Con queste premesse l’attenzione sulla politica monetaria è ai massimi livelli. Riflettori puntati quindi su alcuni importanti dati macro in oscita oggi: alle 14:30 il Pil statunitense nel terzo trimestre 2023: atteso un aumento del 2,9% in linea con la rilevazione precedente. Alla stessa ora le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione, attese in leggero aumento sul dato precedente.

Non ci sono solo cattive notizie nel 2022

La fine della stagione dei tassi a zero o negativi rappresenta uno spariacque tra passato e futuro, con il ritorno a un allocazione efficiente del capitale. Le obbligazioni tornano infatti ad essere investibili ed attraenti, e in aggiunta si sono poste le condizioni per lo scoppio di alcune bolle che avevano drenato liqudità all’economia reale. Pensiamo in particolare al mondo delle criptovalute e delle iniziative nel campo del fintech meno sane ovvero povere di innovazione. Infine viene meno la cattiva percezione del rischio delle attività finanziarie, ai minimi nella stagione della politica monetaria accomodante, che ora torna in una situazione di normalità. Possibile che si debba passare attraverso una recessione ma il peggio potrebbe già essere nelle valutazioni: secondo Morgan Stanley il rapporto prezzo/utili attesi (p/e) dell’indice MSCI World risulta in linea con la media dal 2003 al 2019 (prima della pandemia). Guardando al passato, gli anni ‘70 assomigliano molto alla situazione attuale: con punte inflazionistiche causate dall’aumento dei costi dell’energia. Come si sono comportati i mercati? Forte volatilità ma anche fasi di respiro. E il 2023 potrebbe essere proprio una fase di respiro, anche se viene difficile pensare che tutto quanto accaduto si risolva nel giro di un anno.

Puntare sull’alta qualità

Nel 2023 uno dei tempi di investimento potrebbe essere quello dell’alta qualità ovvero la ricerca di aziende a bassa intensità di capitale in cui l’effetto combinato del potere di determinazione dei prezzi (la capacità di trasferire i costi ai consumatori) e dei ricavi ricorrenti (la propensione alla ripetizione acquisti) si traduce in una maggiore crescita degli utili nel tempo preservando un’elevata redditività del capitale. Questa la ricetta di William Lock, Head of International Equity, e Bruno Paulson, Portfolio Manager, International Equity di Morgan Stanley Investment Management. Si tratta di titoli capaci di generare guadagni costantemente in termini reali attraverso i cicli superando la media di mercato. I titoli di alta qualità dovrebbero proteggere ricavi e margini in caso di recessione mentre la forte correzione nella valutazione dei titoli a crescita più elevata ha aperto l’opportunità di aggiungere anche il tech alla lista. Caratteristiche che si possono identificare soprattutto tra le mid-small cap ed in particolare l’Euronext growth Milan, che con quasi 200 Pmi quotate offre un ampio ventaglio di possibilità, diversificando il per settore, esposizione internazionale e tecnologia.