Il punto sul mercato di Antonio Tognoli 16.07.2021
Video Meliora proboque, deteriora sequor.
L’inflazione è transitoria o no. Chiaro che la risposta determina le scelte di investimento. Ma” del doman non v’è certezza” diceva Lorenzo De Medici. E aveva ragione. Come si fa allora ad avere un rendimento positivo, o meno negativo, quando non v’è certezza.
La risposta sta nella diversificazione, strategia che permette di tenere sotto controllo il rischio / rendimento del portafoglio. Tra le assets class da considerare ci sono sicuramente le materie prime che, storicamente, si sono rivelate una ottima copertura contro l’inflazione: il loro valore tende infatti ad aumentare quando cresce l’inflazione. Tra queste l’oro, anche se la sua correlazione non appare sempre così diretta come quella di un paniere di materie prime.
Certo, alla base delle scelte di portafoglio, occorre chiedersi se l’aumento dei prezzi accompagna la crescita economica (inflazione “sana”), oppure se è dovuta ad un aumento stabile dei costi (inflazione”malsana”) o ancora ad uno shock sull’offerta di beni e/o servizi. Storicamente, l’oro ha avuto in tutti i casi un’ottima copertura contro l’aumento dei prezzi, mentre ha perso il suo potere quando l’inflazione si è rivelata modesta. Dopo questa digressione, la domanda è: che fare dunque.
A cavallo dell’estate l’inflazione potrebbe riservare ancora qualche sorpresa, se non altro a causa degli effetti statistici dovuti ai bassi prezzi delle materie prime registrati lo scorso anno (in testa quelli energetici). Ma nel medio periodo, riteniamo che l’inflazione possa essere tutt’altro che transitoria. A supporto di questa tesi, l’enorme massa monetaria attuale che, combinata con la domanda repressa di beni e servizi, costituisce un mix al sostegno della crescita dei prezzi. Diversificare è quindi la parole d’ordine.