Il punto sul mercato di Antonio Tognoli
Wir leben in der besten aller möglichen Welten (G.W. Leibniz)
Ordini di beni durevoli USA di settembre in uscita oggi alle 14:30 (stima -1% contro +1,8% di agosto) e scorte settimanali di petrolio alle 16:30 (stime 1,86 mln di barili contro -431k).
Il rapporto sui beni durevoli è alquanto volatile e spesso viene rivisto a seguito della pubblicazione del report sugli Ordini alle fabbriche, circa una settimana dopo. L’indice può essere interpretato come una sorta di indicatore di fiducia. La sua importanza per il mercato è dovuta al fatto che l’andamento dei nuovi ordini prefigura quello dell’attività produttiva di tutte le imprese nei mesi successivi con un intervallo temporale variabile tra i 6 e i 18 mesi. Le attese negative di settembre prefigurerebbero un raffreddamento dalla crescita economica, coerente con un GDP che si avvicina gradualmente al suo potenziale di crescita (tra il 2% e il 2,5%). L’intensità del movimento è uno dei compiti della politica monetaria e fiscale. L’obiettivo da centrare deve fare i conti con una crescita dei prezzi che, esattamente come il quella del GDP, è al momento da considerarsi straordinaria. La domanda è se la politica economica sarà in grado di pilotare contemporaneamente la riduzione del tasso di crescita del GDP e dei prezzi in modo da sostenere comunque l’attività economica e quindi a disoccupazione invariata o meglio in graduale riduzione.
Quali sono le implicazioni sui mercati finanziari della variazione dell’indice di beni durevoli?. Sui bond, se l’andamento dei nuovi ordini lascia presagire impennate dell’attività economica, con rischi di inflazione e di crescita dei tassi di interesse, allora i prezzi delle obbligazioni possono scendere. Sulle azioni è un po’ più complesso. Le quotazioni rispondono di solito in modo positivo alla crescita dell’attività economica, questo effetto può venire tuttavia mitigato dal possibile incremento dei tassi di interesse. Un aumento del costo del denaro può ridurre i profitti aziendali, e quindi le quotazioni azionarie. La crescita prolungata dei nuovi ordini avrà quindi effetti diversi secondo la fase del ciclo economico in cui avverrà: positiva, se la fase non è tale da generare spinte inflazionistiche; dubbia, se il rischio di inflazione è reale, con possibile rialzo dei tassi di interesse.
Quanto al petrolio, al pari delle altre materie prime, credo la crescita dei prezzi sia da ritenersi straordinaria, ma con alcune differenze importanti. Fra tutte il trend dei prezzi, guidati più da decisioni politiche che economiche. Nonostante la riduzione dell’attività economica verso il suo potenziale di crescita lasci prevedere una riduzione dei prezzi del petrolio, le decisioni politiche potrebbero tuttavia sostenerne più a lungo i prezzi. Sul mercato dei cambi, dati superiori al previsto sono interpretati come positivi/rialzisti per il dollaro, mentre valori inferiori alle attese sono da interpretarsi in senso negativo/ribassista per il dollaro.
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