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Insights 20 Set 2021

Il punto sul mercato di Antonio Tognoli 20.09.2021

Sfida Italia Germania sui dati macro.

Prezzi della produzione di agosto m/m e a/a tedeschi in uscita oggi alle 14, entrambi attesi in flessione. La più importate della zona euro sta bene, ma non scoppia di salute. Preoccupano in particolare le vendite al dettaglio, crollate in luglio del 5,1% rispetto al mese precedente (-1% le attese), mentre su base annua il ribasso è stato più contenuto e pari a -0,3%. Inoltre, la Germania è alle prese con una risalita dell’inflazione ormai vicina al 4% e con un PIL (+1,5% rispetto ai primi tre mesi dell’anno), cresciuto meno della media dell’area euro.

L’indice PMI manifatturiero ha registrato una flessione a 62,2 punti dai 65,9 di agosto. Come noto l’indicatore raccoglie le opinioni dei responsabili acquisti delle aziende per valutare le prospettive dell’economia. La domanda di merci tedesche è molto forte, con una crescita dei nuovi ordini tra le più alte mai registrate ma i livelli di produzione sono limitati in quanto i produttori sono alle prese con grossi problemi di filiera, tanto che la crescita della produzione è inferiore a quella dei nuovi ordini in una misura mai vista in oltre 25 anni di dati della serie storica.

Anche la Germania avrà a disposizione i fondi del Pnrr, che presumibilmente utilizzerà per il consolidamento della finanza pubblica. A differenza dell’Italia, che invece scommette su un complesso di riforme e investimenti, atteso produrre un impatto positivo e persistente sulla crescita del Pil. Il piano della Germania è molto più modesto di quello Italiano e ammonta a 25,6 miliardi di euro, pari a circa lo 0,7% del Pil (un decimo del valore per l’Italia), basandosi solo su trasferimenti e include 40 progetti di investimenti e 27 riforme. Al netto delle dimensioni dei due piani, che riflettono le differenti condizioni macroeconomiche dei due paesi, la differenza tra i due Pnrr emerge guardando alla cronologia indicata per il completamento di riforme e progetti di investimento.

Mentre l’Italia dà priorità alla realizzazione delle riforme e lascia il completamento dei progetti di investimento alla fine del Pnrr, la Germania anticipa sia le riforme sia i piani di investimento. Ciò significa che l’Italia otterrà verosimilmente i fondi più tardi rispetto alla Germania (posto che quest’ultima approvi tutte le riforme indicate in tempo, dato non scontato vista la campagna elettorale in corso).

Sicuramente a differenza dell’Italia, la Germania non ha problemi di bilancio: dopo l’aumento del debito indotto dalla pandemia, il rapporto debito/Pil è di circa il 75% contro il 160% dell’Italia. Occorrerà capire quanto possa essere sostenibile lo stimolo fiscale.