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Insights 22 Apr 2022

Il punto sul mercato di Antonio Tognoli

Il saggio non dice tutto quello che pensa, ma pensa tutto quello che dice (Aristotele).

PMI servizi di aprile (stima 58 punti, invariato rispetto a marzo) e PMI manifatturiero (stima 58,2 punti contro 58,8 di marzo) in uscita oggi alle 16:00.  Il Beige Book reso noto ieri, ha confermato le difficoltà delle imprese nell’affrontare un’inflazione elevata unita ad una carenza di manodopera. Le spinte inflazionistiche negli USA rimangono forti e sono sempre di più le aziende che continuano a trasferire ai clienti i maggiori costi di produzione, alimentando per questa via l’inflazione. Con lo scenario generale che non vede miglioramenti sul fronte geopolitico e con l’incertezza sull’outlook economico che resta elevata, i messaggi dei membri della FED continuano ad essere “hawkish” prevedendo un rialzo di 50 bp nel meeting del 4 maggio prossimo: ultima in ordine di tempo è la presidente della Fed di San Francisco.

Ieri si è tenuta a Washington la quarta giornata dello Spring Meetings con la partecipazione dei presidenti della FED e della BCE, oltre che ovviamente della direttrice del FMI, Georgieva e della Banca Mondiale. Tutti gli intervenuti hanno ribadito che il rallentamento economico in atto potrebbe essere maggiore del previsto a causa del prolungarsi della guerra. La Georgieva ha anche posto l’accento sulle tensioni sociali che rischiano di creare un clima più difficile perché le autorità possano prendere le decisioni giuste. Secondo il nostro modello, le prospettive di una flessione della crescita economica e di una elevata inflazione, unite al rialzo dei tassi sul dollaro che rischia di innescare una fuga di capitali dai Paesi emergenti, è un problema che non se ne andrà tanto presto e sta pure peggiorando.

Le attese erano ovviamente puntate su Powell (alzerà i tassi di 50 bp il 4 maggio?) e sulla Lagarde (alzerà i tassi a luglio?). Quest’ultima ha ribadito che la politica monetaria dipenderà dai nuovi dati in arrivo e dalle valutazioni, in evoluzione, sulle prospettive economiche e di inflazione. Nelle condizioni attuali di elevata incertezza, la Lagarde ha ribadito che la BCE manterrà opzionalità, gradualità e flessibilità nella conduzione della politica monetaria, adottando tutte le misure necessarie per adempiere al mandato di perseguire la stabilità dei prezzi e contribuire a salvaguardare la stabilità finanziaria.

Per quanto riguarda la FED, Powell ha dichiarato che un rialzo dei tassi Usa di 50 bp è “sul tavolo” del meeting del 4 maggio. La FED aveva l’aspettativa che l’inflazione scendesse più o meno in questo periodo, e questa aspettative è stata delusa. La FED vuole quindi ora vedere concreti progressi, dicendo chiaramente che intende arrivare il più velocemente possibile a livelli dei tassi neutrali.

Per la verità la Banca Mondiale aveva già lanciato un allarme già prima della guerra sostenendo che le condizioni economiche che sostenevano la crescita “si stavano rabbuiando”, quale effetto della forte contrazione del commercio internazionale, minacciato dagli effetti del Covid e dell’accorciamento delle catene globali di approvvigionamento. Ovviamente la guerra ha complicato il quadro complessivo.

Per quanto riguarda le decisioni di investimento e se la liquidità lo permette, crediamo che un investimento – a medio termine – debba privilegiare le società che possono aumentare i prezzi a fonte di una crescita dei costi di produzione (ovvero quelle che producono cassa e hanno una redditività superiore a quella media del proprio settore) e i settori value. Per quanto riguarda invece i bond, le opportunità di trovare rendimenti reali positivi sono limitate, a meno di forti cali dell’inflazione o dell’assunzione di un livello di rischio elevato. I titoli protetti dall’inflazione rappresentano una garanzia contro il fallimento nel contenere l’inflazione (fino ad ora le politiche monetarie hanno sostanzialmente fallito nell’intento). Se quest’ultima dovesse rimanere alta gli investitori potrebbero anche guardare a strategie alternative, come per esempio gli hedge fund, per proteggersi dall’aumento dei tassi e dall’ampliamento degli spread.