Home / Insights / Il punto sul mercato di Antonio Tognoli
Insights 8 Mar 2022

Il punto sul mercato di Antonio Tognoli

In guerra, la verità è la prima vittima (Eschilo).

Produzione industriale della Germania MoM di gennaio in uscita alle 8:00 (stima 0,5% contro -0,3% di dicembre), PIL Europeo del 4Q alle 11:00 (stima 0,3% contro 2,2% del 3Q). Se le stime dovessero essere confermate, la flessione dell’attività economica sarebbe evidente. Va da se che che i dati non comprendono gli effetti della crisi Ucraina. Gli occhi sono tutti puntati sulla riunione della BCE, fissata per giovedì prossimo, dove crediamo che la Lagarde ridurrà significativamente le stime di crescita e aggiornerà le proiezioni d’inflazione per il 2022 e il 2023. Siamo convinti che, nell’ambito del proprio mandato, la BCE farà tutto il necessario per evitare che gli effetti della guerra trascinino l’Europa in una crisi economica e finanziaria dalla quale, secondo le nostre stime, ne usciremmo solamente triplicando il fondo NextGeneration EU.

Nella comunicazione la Lagarde rimarcherà probabilmente l’incertezza del quadro previsionale e quindi la necessità che la BCE sia agile e flessibile nell’agire. Se è vero infatti che l’impennata del prezzo dell’energia gioca a favore dell’inflazione, è altrettanto vero che l’insieme delle sanzioni contro la Russia avrà un effetto frenante sulla crescita economica Europea e quindi indirettamente anche sui consumi e soprattutto sui prezzi. Non sono tuttavia del tutto sicuro che questo sia sufficiente a placare la reazione della BCE di fronte ad un peggioramento dello scenario inflazionistico. Già nei verbali della riunione di febbraio erano infatti stati sollevati dubbi sul fatto che nel 2023 l’inflazione potesse raggiungere il 2% come nelle previsioni. Molto più probabile appariva invece l’ipotesi che l’inflazione potesse si convergere al 2%, ma nel medio termine e al disopra del target, non al disotto.

Alcuni componenti del Consiglio direttivo avevano anche espresso il parere che le condizioni previste dalla forward guidance per procedere a un inasprimento dei tassi, erano state già ampiamente soddisfatte, chiedendo di procedere ad un aggiustamento delle stesse. Chiaro che tutti i membri del Consiglio vogliono evitare rialzi dei tassi prematuri, ma l’analisi dei mesi scorsi sulla quale si basava il mantenimento di una linea morbida, ovvero che l’inflazione fosse destinata a diminuire, risulta superata dagli eventi. Dall’altra sponda dell’oceano intanto Powell ha ribadito che alla riunione del 16 marzo si profila un aumento dei tassi di interesse, che ha pure quantificato in 0,25 punti. Le nostre stime prevedono che con lo scenario attuale la BCE non annunci modifiche al percorso di normalizzazione della politica monetaria secondo quanto deciso lo scorso dicembre, mantenendo ovviamente invariati i tassi di interesse. L’attenzione e la flessibilità saranno tuttavia massime.

Le decisioni di investimento dipendono da come il portafoglio è entrato nella crisi. Per quanto riguarda l’azionario, se si è entrati carichi occorre resistere alla tentazione di disinvestire (si è in ballo e bisogna ballare) cercando di smorzare la volatilità acquistando/vendendo call/put. Se si è entrati scarichi di azionario allora l’investimento dovrebbe essere a piccole dosi, privilegiando per il medio termine quelle società che producono cassa e hanno una redditività superiore a quella media del proprio settore e impostare operazioni di trading per tutte la altre.

Per quanto riguarda invece i bond, le opportunità di trovare rendimenti reali positivi rimangono limitate, a meno di forti cali dell’inflazione o dell’assunzione di un livello di rischio elevato. Chi investe nel reddito fisso ha bisogno di alternative. I titoli protetti dall’inflazione rappresentano una garanzia contro il fallimento della FED e della BCE nel contenere l’inflazione. Se quest’ultima dovesse però rimanere alta, gli investitori dovrebbero guardare a strategie alternative come gli hedge fund per proteggersi dall’aumento dei tassi e dall’ampliamento degli spread.

Cinicamente, ma i mercati finanziari sono così, lo scoppio delle guerre è spesso stata un’opportunità di acquisto in un’ottica di lungo periodo.