Il punto sul mercato di Antonio Tognoli 09.09.2021
Melius cavere quam pavere.
Quale premio per il rischio implicito sta scontando il mercato italiano a questi livelli di indice? I nostri calcoli, che prevedono un dividend yield del 3%, un tasso di crescita degli utili e dei dividendi del 6%, indicano un premio per il rischio del 4,9%, circa 1,4 punti percentuali più elevato rispetto a Germania e Francia. Considerate le condizioni economiche e finanziarie del nostro paese (fra tutte il rapporto debito/PIL al 160%), ci saremmo aspettati un spread almeno doppio. Il segnale che arriva dai mercati è chiaro: l’Italia in questo momento gode di una buona credibilità agli occhi degli investitori, in particolare esteri i cui investimenti nella Borsa del nostro paese sono ormai prossimi al 50%. E’ una parte dell’effetto Draghi.
Il FTSE MIB è però a poco meno delle metà dai suoi massimi storici, mentre tutti gli altri indici hanno superato i rispettivi massimi. A sconto sui listini Europei appare inoltre il rapporto P/E (nonostante la crescita degli utili sia maggiore), che secondo le nostre stime è di 14,5x e 11,9x per il 2021 e 2022 rispettivamente, contro per esempio 15,9x e 14,9x del mercato tedesco e 18,7x e 16,6x di quello francese, risultando il mercato più attraente tra quelli principali nel medio periodo. La ripresa economica in atto vede dunque il mercato Italiano favorito rispetto agli altri listini principali, con il settore industriale a le banche che, se le riforme andranno in porto, sono chiamate a partecipare alla riscostruzione del Paese.
Nel breve periodo, le elezioni in Germania e in Francia e il semestre bianco in Italia, porteranno ad un aumento della volatilità che potrebbe tuttavia aprire la porte ad uno storno, aumentando così le occasioni di acquisto.
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