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Insights 27 Set 2025

Il punto sul mercato di Integrae SIM

“Il vero coraggio è sapere quando dire no.” (Robert Redford)

Le borse europee hanno chiuso in rialzo la scorsa settimana, recuperando dalle perdite delle ultime settimane e avvicinandosi ai massimi di periodo: STOXX 600 +0,8%, FTSE +0,8%, DAX +0,9%, CAC +1%, FTSE Mib +0,96%.

Il panorama europeo è dominato dal tema dei nuovi dazi. Rimane poco chiaro se le nuove tariffe si aggiungeranno a quelle già in vigore o se i Paesi con accordi commerciali, come l’Unione Europea, saranno esentati. A livello geopolitico, Bruxelles prepara misure di protezione sul comparto acciaio, imponendo dazi tra il 25% e il 50% contro la concorrenza cinese, mentre la NATO discute la creazione di una “drone wall” per difendere i propri confini da minacce russe.

Sul fronte politico, in Regno Unito emergono nuove tensioni interne al Labour Party: il primo ministro Starmer rischia di essere sfidato dal sindaco di Manchester Burnham. Intanto il settore auto tedesco continua a tagliare posti di lavoro: oltre 55.000 persi in due anni, con Bosch e Volkswagen tra i più colpiti. Secondo gli analisti di Citi, nonostante le difficoltà strutturali legate a concorrenza cinese e regolamentazione, restano opportunità selettive d’investimento.

Stati Uniti: listini in ripresa ma attenzione ai dazi

I mercati americani hanno chiuso in rialzo: Dow +0,65%, S&P 500 +0,59%, Nasdaq +0,44%, Russell 2000 +0,97%. L’S&P 500 e il Nasdaq hanno interrotto una serie di tre sedute negative, anche se la settimana resta leggermente in calo.

La giornata è stata sostenuta da dati macro migliori delle attese: l’indice PCE core di agosto è risultato in linea, mentre i dati su redditi e spesa personale hanno mostrato solidità. In parallelo, l’indice di fiducia dei consumatori dell’Università del Michigan ha rivisto al ribasso le attese sull’inflazione, contribuendo a rafforzare la narrativa di stabilizzazione dei prezzi.

Sul fronte commerciale, il presidente Trump ha annunciato una nuova ondata di dazi che entreranno in vigore il 1° ottobre: colpiti i camion pesanti, alcuni beni per la casa (come cucine e mobili imbottiti), i dispositivi elettronici importati e soprattutto i farmaci brevettati, per i quali è prevista un’aliquota fino al 100% a meno che i produttori non abbiano avviato investimenti negli Stati Uniti. Tuttavia, la Casa Bianca ha chiarito che per l’industria farmaceutica europea il dazio rimarrà al 15% e non al 100%, mitigando l’impatto potenziale.

Federal Reserve: taglio dei tassi e prospettive

La riunione di settembre della Fed si è conclusa con un taglio dei tassi di 25 punti base, come previsto. Il Summary of Economic Projections (SEP) ha indicato per il 2025 tagli complessivi per 75 punti base, portando il tasso a 3,625%, superiore alle attese di molti analisti.

Le previsioni per il 2026 e il 2027 sono state riviste leggermente al ribasso, mentre la Fed ha segnalato attese di crescita più robusta, disoccupazione più contenuta e inflazione core più elevata per il 2025.

In conferenza stampa, il presidente Powell ha definito la decisione una mossa di “gestione del rischio”, sottolineando il raffreddamento del mercato del lavoro, ma ha escluso un ampio sostegno per un taglio di 50 punti base. Gli analisti rimangono divisi: Goldman Sachs interpreta l’intervento come l’inizio di un ciclo di riduzioni più ampio, mentre JPMorgan lo considera un segnale più prudente e meno accomodante del previsto.