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Insights 11 Set 2023

Il punto sul mercato di Integrae SIM

Se vuoi avere successo, devi inseguire le tue passioni, non uno stipendio” (Jen Welter)

Settembre è il mese del risk off? A giudicare dalle performance delle prime sedute è lecito pensare che qualcosa nell’umore degli investitori sta cambiando. In una settimana la volatilità è aumentata del 6%, lo spread Btp-Bund del 4%, il rendimento del BTP e del Treasury del 3%, e infine il petrolio +2%. Dall’altro lato della medaglia pesante segno meno per l’indice delle banche regionali statunitensi, e quello delle small cap: Russell 2000 in calo del 4%. Anche il future sulle emissioni di carbonio ovvero l‘Eua, è calato del 5%. Tutti segnali che fanno capire come gli operatori stiano credendo seriamente alla recessione sia in Usa che in Europa. Ma proprio l’indebolimento dei dati economici dei 20 Paesi dell’Eurozona lascia ora sperare che la BCE, nel corso del prossimo meeting del 14 settembre, opti per una sospensione del ciclo di rialzi dei tassi. Tuttavia, i vertici della banca centrale hanno ribadito che la questione resta aperta e, dal momento che i dati sull’inflazione, non da ultimi quelli della Germania (ad agosto +6,1%), rimangono elevati, un nuovo rialzo non è da escludere. L’agenda macro, oltre alla riunione di Francoforte di giovedì, prevede mercoledì alle 14:30 l’indice dei prezzi al consumo in Usa ad agosto: atteso un aumento dello 0,6%,ì su base mensile e del 3,6% su base annua.

In Italia le posizioni nette corte tornano a crescere

Come da tradizione nel mese di settembre sui mercati è tornato a dominare l’orso, che già nel mese di agosto si era affacciato in Borsa dopo molti mesi di letargo. Un contesto che riaccende anche l’appetito degli speculatori al ribasso, ovvero coloro che utilizzano le tecniche di vendita allo scoperto, per massimizzare i propri guadagni mentre la massa degli operatori vende solo per fare cassa. Il settore bancario, è al centro di queste manovre “ribassiste” anche considerato che i titoli del credito sono i best performer da inizio anno e quindi esposti alle prese di beneficio. Ci sono però anche i casi in cui la speculazione molla la presa. Come Solid World Group, società quotata su Euronext Growth Milan, il listino delle PMI ad alto potenziale di crescita, ed attiva nel campo della commercializzazione di stampanti 3D. Uno dei casi di maggiore successo in Borsa, con un rialzo superiore al 60% da inizio anno. La società ha recentemente riportato un flusso di notizie molto positivo sul piano dei fondamentali annunciando un’accelerazione dell’espansione all’estero. Tra la metà di luglio e inizio settembre le posizioni nette corte sul titolo si sono azzerate. Possibile che la speculazione abbia “mollato” proprio di fronte alla serie di buone notizie.

La regina d’Europa? E’ danese

Novo Nordisk, società farmaceutica danese produttrice di insulina, ha superato Lvmh come titolo con la maggior capitalizzazione di mercato in Europa. Il sorpasso è avvenuto nei giorni scorsi: €393 miliardi di valore di mercato per Novo Nordisk, rispetto ai €389 miliardi del colosso francese del lusso. Un risultato che non deve stupire. Il mercato ha premiato sia il potenziale di rialzo futuro basato sulla pipeline di farmaci in corso di sviluppo, tra i quali alcuni molto importanti per la lotta all’obesità, sia i solidi fondamentali correnti: mentre Lvmh per ogni €100 euro di ricavi genera in media €18 euro di profitto netto, il gruppo di Copenhagen riesce stabilmente a trasformare €100 euro in oltre €30 di utili al netto delle imposte. Non stupisce quindi neanche il gap in termini di valutazione: la casa farmaceutica danese nel 2022 ha generato ricavi per €24 miliardi di euro, mentre il gruppo di proprietà della famiglia Arnault, ha chiuso l’ultimo esercizio con un fatturato di €79 miliardi. Stesso valore in Borsa ma con un terzo del fatturato. Il segreto è quindi la forte redditività, che dimostra come nel lungo periodo sia il principale catalizzatore per guidare gli investimenti azionari.