Il punto sul mercato di Integrae SIM
“Atomo più atomo, si crea l’uomo. Atomica più atomica, l’uomo si distrugge” (Efisio Melis)
Luglio da incorniciare per i listini mondiali. Piazza Affari, continua nella propria corsa con un rialzo di oltre il 5%, e chiude il mese a un passo dalla soglia dei 30mila punti. Questo nonostante il flusso di notizie sul fronte macro sia stato tutt’altro che positivo con un PIL che ha deluso le attese mostrando un calo dello 0,3% su base sequenziale, rispetto alla stima “flat” e al +0,6% del trimestre precedente. Per l’intero anno si stima comunque un aumento dello 0,8%. Meno deludente il dato sull’inflazione, salita del 6% su base annua, +0,1% su base sequenziale, leggermente sotto le attese. Ancora meglio ha fatto l’inflazione nell’area euro, calata dello 0,1% su base sequenziale rispetto al +0,3% atteso, e il PIL, salito dello 0,6%, sopra la stima +0,5%. Nonostante la delusione del PIL, il rendimento del BTP è rimasto di poco sopra la soglia del 4%, mentre lo spread resta sui minimi dell’anno. Oggi alle 9:45 molta attenzione alle statistiche sull’indice dei direttori degli acquisti del settore manifatturiero a luglio in Germania e Italia e alle 9:55 la disoccupazione in Germania a luglio. Infine alle 16:00 l’Indice ISM dei direttori agli acquisti del settore manifatturiero in Usa a luglio.
Torna la brown economy?
A luglio il petrolio ha fatto un balzo del 16%, tornando in territorio positivo da inizio anno e sopra la soglia degli $80. Un movimento che sorprende in un momento i cui soffiano sempre più forti i venti di recessione e la Cina cresce meno delle attese. In questo contesto la Gran Bretagna annuncia che concederà centinaia di nuove licenze per l’estrazione di petrolio e gas nel Mare del Nord. Il primo ministro Rishi Sunak si smarca dallo sforzo globale che spinge nella direzione di stoppare la vendita di nuove auto a combustione interna a partire dal 2030. Secondo Sunak l’obiettivo è diventare più indipendenti dal punto di vista energetico, abbattere i prezzi dell’energia, e far crescere l’economia. Una posizione in linea con quella di Matteo Salvini, Ministro delle Infrastrutture del Governo Meloni che ha aperto alla possibilità di un ritorno al nucleare (tecnologia a basse emissioni di carbonio ma con l’irrisolto problema delle scorie) in Italia nonostante due referendum abbiano bocciato a larghissima maggioranza l’utilizzo di questa tecnologia. In un contesto di crisi geopolitica quindi petrolio e nucleare vengono proposte come soluzioni per uscire dalla crisi. Scelte che potrebbero influire le scelte di portafoglio degli operatori. Ma non dimentichiamo che da inizio anno tra i best performer, anche in Italia, ci sono le società green: Redelfi, +110%, Altea Green Power +86%, entrambe quotate sul listino Euronext Growth Milan oggetto di copertura di Integrae SIM.
I consulenti finanziari stregati dai BTP
Secondo Assoreti, l’associazione dei distributori di prodotti finanziari, nel corso del mese di luglio sul mercato primario sono stati collocati €2,4 miliardi di titoli di Stato (in massima parte Btp Valore), più 1,9 miliardi di raccolta in titoli sul secondario per un totale di 4,3 miliardi. Complessivamente, da inizio 2023 le reti di consulenti hanno raccolto oltre €25 miliardi, di cui 23,8 in risparmio amministrato (con la liquidità scesa di €4,7 miliardi ovvero meno soldi sui conti correnti) rappresentato, tra collocamenti sul mercato primario e raccolta sul secondario, da oltre €19 miliardi di euro di titoli di Stato. Anche i consulenti non riescono quindi a frenare la voglia di rendimento sicuro e a “basso rischio” degli italiani a svantaggio dell’economia reale del Paese, che invece avrebbe un grande bisogno del risparmio privato per slegarsi dal debito bancario che con i tassi ai massimi dal 2007 fa affari d’oro come hanno dimostrato i conti di Unicredit a livelli record. Una scelta che fa sorridere, dal punto di vista finanziario, considerato che i rendimenti reali, ad esempio del Btp valore, sono tutt’altro che positivi: cedola fissa al 3% con l’inflazione che almeno nei prossimi 12 mesi dovrebbe rimanere ben sopra questa soglia. Mentre Piazza Affari tratta ancora sotto il 40% dai massimi storici, e con un multiplo dei profitti a 12 mesi pari a circa la metà di quello dell’S&P 500 e del 25% inferiore alla media europea.