Il punto sul mercato di Integrae SIM
“Non volevo inventare nulla di nuovo ma solo risolvere enigmi” (Fabio Taglioni)
Vicini al picco oppure no? Lo scopriremo giovedì prossimo quando sarà diffuso il dato sull’inflazione in Usa. Le previsioni sono per un leggero calo rispetto al +8,2% di settembre, e il +6,6% del dato core, sempre previsto in calo sequenziale. I cittadini americani sembrano però molto preoccupati che l’aumento del costo della vita possa essere strutturale, mettendo in crisi la tenuta economica del Paese. I sondaggi sul cima di fiducia degli americani nel futuro sono infatti tra i peggiori da anni. Situazione che avrà ricadute sul risultato delle elezioni di midterms, in programma per oggi. Barak Obama fu “bastonato” al primo giro di boa del proprio mandato. Joe Biden, attuale inquilino della Casa Bianca, è quindi molto preoccupato. La Camera sembra persa, mentre al Senato è atteso un testa a testa. Non dimentichiamoci poi che ci vorrà almeno un mese prima di avere i risultati elettorali definitivi, almeno al Senato, dove i Repubblicani sono pronti a contestare ogni singolo voto espresso per posta. Nel frattempo US Bancorp ha fatto nuovi calcoli statistici sul trend dei mercati statunitensi post elezioni di midterms (come fatto da Pictet la scorsa settimana) stimando un +16% per l’indice l’S&P 500 entro 12 mesi. Un calcolo che però si basa su condizioni geopolitiche molto diverse dal presente.
La finanza climatica
L’inflazione passa da Sharm? L’assenza dei grandi inquinatori, Cina e India, all’evento sul clima in corso Egitto, non fa pensare a negoziati utili ai fini della lotta ai cambiamenti climatici. Se non sarà un green washing, come denunciato da Greta Thumberg, poco ci manca. L’Onu, l’organizzatore, spera ovviamente in un qualche piccolo risultato denunciando che siamo a un passo dall’inferno climatico. L’obiettivo è confermare l’impegno a contenere l’aumento delle temperature entro 1,5 gradi come deciso nella Cop di Glasgow (ma ad oggi il trend sarebbe +2,8 gradi). Sfidante un accordo sul fondo loss e damages, che dovrebbe costringere i Paesi più sviluppati a compensare i più poveri dai danni che subiscono dai cambiamenti climatici. Stiamo parlando di $580 miliardi all’anno (solo in Pakistan poche settimane fa 2.500 morti, 30 miliardi di danni). Obama, nel 2009, propose 100 miliardi di dollari di finanziamenti per i Paesi più fragili. Ne sono arrivati molto, molto, meno. L’Italia si presenta in Egitto con Giorgia Meloni (anche per un incontro bilaterale con il Presidente Al Sisi sui temi dell’energia e l’immigrazione) e la Cdp, che annuncia un fondo per la lotta ai cambiamenti climatici: 1 miliardo all’anno. Coerente con il peso del nostro sul Pil mondiale. La finanza è quindi il fattore decisivo per contenere i danni del climate change. Ciò premesso è probabile che negoziati “veri” sul piano politico, soprattutto nella prospettiva di contenere l’aumento dei costi energetici, avverrà dopo il risultato definitivo delle elezioni di mid term statunitensi. Se poi dovessero vincere i repubblicani, la strada sarà ancora più in salita.
Allarme Npl
Andrea Enria, presidente del consiglio di sorveglianza della Bce, ha lanciato un allarme circa una possibile ondata di Npl, ovvero i crediti deteriorati, scatenata dalle società fornitrici di energia con ricadute per tutto il sistema bancario e a cascata il sistema di famiglie e imprese. La Bce starebbe inoltre esaminando attentamente i piani di distribuzione degli utili delle banche della zona euro, in una fase in cui le prospettive dell’economia dell’eurozona si aggravano e i mercati sono volatili. Dal nostro punto di vista si tratta di una scelta condivisibile ma in un contesto in cui le banche europee hanno le spalle molto più larghe del passato per affrontare un peggioramento della qualità del proprio portafoglio clienti. Il messaggio di Enria si inserisce nella discussione sulla politica dei dividendi degli istituti di credito, che vorrebbero tornare ad essere generosi con i propri azionisti, dopo avere messo fieno in cascina, come richiesto dalle autorità di vigilanza, per fare fronte alle conseguenze della pandemia. Discussione che potrebbe raffreddare il rialzo del settore bancario in Borsa, nel mese di agosto il migliore con un rialzo di oltre il 20%, e di conseguenza i listini, compresa Piazza Affari. Il rally potrebbe quindi continuare tra i titoli a medio piccola capitalizzazione, ed in particolare l’indice Euronext Growth Milan dove il settore finanziario è poco rappresentato.