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Insights 4 Nov 2022

Il punto sul mercato di Integrae SIM

Ogni prodotto che ha bisogno di un manuale per funzionare è rotto” (Elon Musk)

Christine Lagarde ha ammesso che all’inizio del 2023 ci sarà una lieve recessione, ma questo non le impedirà di continuare ad alzare i tassi perché la corsa dell’inflazione non da segni di cedimento. Il tasso obiettivo che terrà a bada il caro vita, non è ancora stato ne raggiunto ne dichiarato, per cui le fibrillazioni sui mercati continuano. Per il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco la strada della Bce non sarà però simmetrica rispetto a quella della Fed anche perché in questa ipotesi la strada sarebbe ancora molto lunga. La Bce nello statuto ha un obiettivo di costo della vita del 2%, mentre la Fed no. Questo aspetto giustifica maggiore visibilità sulle scelte di Chistine Lagarde rispetto a Jerome Powell. Molto dipenderà quindi da quanto potrà mordere la recessione. Le stime delle case di investimento vedono il Pil dell’Italia in crescita nel 2023, tra lo 0,5% e lo 0,75% (il Nadef, ovvero la nota di aggiornamento del bilancio dello Stato, +0,6%), nonostante un probabile segno meno nella prima parte dell’anno. Qualche preoccupazione in più desta il deficit che nel 2023, e sempre secondo il Nadef, dovrebbe posizionarsi al 4,5%, in aumento rispetto alla previsione tendenziale del Governo Draghi fissata al 4%. La “manovra” economica del Governo Meloni sarà quindi espansiva, facendo leva su un Pil che nel 2022 ha battuto le attese creando un tesoretto.

Buona la prima

Il debutto di Giorgia Meloni in Europa è andato bene. Almeno secondo le dichiarazioni della diretta interessata che si è detta molto soddisfatta. L’agenda europea della neo premier ha riguardato energia, debito e migranti. L’incontro, volto a rompere il ghiaccio con le istituzioni europee, ha inoltre toccato il tema dei fondi del Pnrr, che dovrebbero essere rivisti al rialzo per tenere conto del maggiore livello di inflazione che ha assorbito le risorse destinate agli investimenti già programmati. Ulteriori fondi sono stati chiesti per fare fronte al caro bollette che esploderà con il calo delle temperature oramai alle porte. Non è noto invece se si sia discusso della strategia di politica economica del nuovo Governo che parrebbe orientata allo stile dello Stato imprenditore. Pensiamo ai messaggi lanciati verso il futuro di Telecom Italia ed Mps, che parrebbero destinati a restare nell’orbita pubblica, in controtendenza rispetto al percorso avviato da Draghi. Su questo l’Europa potrebbe avere da ridire, con inevitabili ricadute sul nostro mercato finanziario dove sono quotate diverse società a capitale pubblico.

I mercati sperano nella recessione?

Negli Stati Uniti continua la stagione delle trimestrali con non poche delusioni. Ieri è stato il turno di Moderna che ha riportato profitti in deciso calo su base annua e tagliato le stime di vendita future. La stagione d’oro per i produttori di vaccini volge al termine e i nodi vengono al pettine. In generale le delusioni sul fronte degli utili aziendali segnalano un indebolimento dell’economia e un rallentamento delle pressioni inflazionistiche che potrebbero porre fine alla stagione dell’Orso sui mercati. Secondo Neuberger Berman con i rally di luglio e agosto, i mercati azionari hanno cantato vittoria troppo presto, perché il mostro dell’inflazione è venuto allo scoperto. Nello stesso tempo sono arrivati segnali di peggioramento dei dati economici e i risultati contrastanti degli utili del terzo trimestre da parte di alcune importanti società statunitensi. Cosa accadrà nelle prossime settimane è poco decifrabile e per questo vale sempre la pena monitorare i dati macroeconomici con grande attenzione. Oggi alle 13:30 attenzione alle buste paga del settore non agricolo a ottobre, attese al rallentamento a +200 mila unità da +263 mila del mese precedente. Dato che non sconterà ancora il maxi piano di licenziamenti di Twitter annunciato da Elon Musk: -50% della forza lavoro.