Il punto sul mercato di Integrae SIM
“L’autunno è un andante grazioso e malinconico che prepara mirabilmente il solenne adagio dell’inverno”. (George Sand)
Ottobre caldo, anche sui mercati. A sorpresa, almeno rispetto alla stagionalità, quello appena concluso sarà ricordato come uno dei mesi migliori da lungo tempo per le Borse. Per il Dow Jones, salito del 14,4%, si è trattato addirittura dei top dal 1976, grazie al comparto finanziario ed energetico (Exxon Mobil sui massimi storici). Piazza Affari, invece, ha conquistato il secondo gradino del podio in Europa con un guadagno del 9,1% alle spalle della Borsa di Stoccolma. Per il nostro Paese ciliegina sulla torta il dato sul Pil nel terzo trimestre: +3,9% la crescita consolidata da gennaio ad oggi, +0,5% sequenziale rispetto al +0,3% atteso. Inflazione e trimestrali sono stati i catalizzatori dell’interesse degli investitori risultando in entrambe i casi migliori delle attese. E a novembre? Sarà il mese delle elezioni di medio termine statunitensi che si potrebbero confermare l’area geografica di maggiore interesse. A livello settoriale qualche riflessione potrebbe riguardare il comparto tecnologico, attardato rispetto ad altri settori (Nasdaq +5% a ottobre) e che, nel perdurare di un contesto positivo, potrebbe essere riscoperto. Attenzione però, dopo la metà del mese di novembre non si possono escludere prese di beneficio, più che altro per ragioni tecniche (23mila punti la soglia per il FTSE Mib), ma per dare slancio al rally di fine anno.
Brasil
Lula ha vinto le elezioni in Brasile, per la terza volta, anche se non consecutiva, dopo lo stop imposto da una condanna, poi cancellata, per corruzione. Il neo presidente, icona della sinistra sudamericana, ha fatto grandi aperture agli investimenti esteri. Anche per questo la Borsa di San Paolo ha reagito in maniera composta alla notizia, chiudendo sostanzialmente invariata, e nonostante le minacce di ricorso da parte dello sfidante Bolsonaro che non ha ancora ufficialmente riconosciuto la sconfitta. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden si è infine già congratulato con Lula per aver vinto “elezioni libere, eque e credibili”, unendosi al coro di complimenti dei leader europei e latinoamericani. Non dimentichiamoci infine che da inizio anno l’indice azionario brasiliano è in rialzo del 10%, tra i migliori al mondo. A livello obbligazionario invece il titolo con scadenza decennale rende oltre il 10%. Un contesto che non dovrebbe cambiare con il passaggio di consegne tra i liberali e la sinistra, che mantiene il Brasile tra le nazioni leader nell’insieme delle economie emergenti.
Mercoledì tocca alla Fed
In occasione della prossima riunione della Banca centrale statunitense di mercoledì prossimo, Jerome Powell dovrebbe decidere per il quarto rialzo consecutivo dei tassi. Un aumento di 75 punti base è ampiamente nelle attese, e non sono previste soprese, in senso positivo, nonostante gli ultimi dati macroeconomici siano migliori delle attese, rispetto al contesto inflattivo e congiunturale. In molti si aspettano però che questo sarà l’ultimo maxi rialzo del costo del denaro, ed il ritmo degli aumenti destinato a calare sino ad azzerarsi. Su questa “speranza” le Borse stanno continuando a salire. Tendenza che potrebbe essere alimentata dai dati macro in uscita oggi: l’Indice ISM dei direttori agli acquisti del settore manifatturiero a ottobre visto a 50 punti, dal precedente 50,9 e i nuovi lavori JOLTs a settembre, stimati in 10milioni di unità, in linea con la rilevazione del mese precedente.