Il punto sul mercato di Integrae SIM
“Quando si è in un pasticcio tanto vale goderne il sapore” (Confucio)
Nel secondo trimestre del 2022 il Pil italiano, è aumentato dell’1,1% rispetto al trimestre precedente, e del 5% nei confronti del secondo trimestre del 2021, valore quest’ultimo superiore alla stima diffusa a inizio settembre pari al +4,7%. L’economia italiana nei primi 6 mesi dell’anno, è stata resiliente rispetto alla congiuntura internazionale ma dobbiamo essere consapevoli che nella seconda parte dell’anno il trend si invertirà. Un segnale anticipatore viene dall’indice dei direttori degli acquisti del settore dei servizi in Italia a settembre, diffuso ieri e pari a 48,8 punti, sotto la stima di 49,1 e i 50,5 punti della rilevazione di agosto. La recessione è all’orizzonte e per questo la scelta della Bce di alzare i tassi seguendo la Fed potrebbe causare grossi problemi. Anche Moody’s lancia segnali di allarme annunciando un probabile declassamento del rating dell’Italia in caso di un significativo indebolimento delle prospettive di crescita di medio termine per la mancata attuazione delle riforme per rafforzare la crescita, comprese quelle delineate nel Pnrr. La speranza dei mercati è che quindi la Fed diventi più colomba anche se l’inflazione in Usa è all’8,3%. Martedì scorso il 98% delle azioni dell’indice S&P 500 hanno chiuso in rialzo ma se pensiamo che il peggio sia alle spalle probabilmente stiamo sbagliando. Jerome Powell non cambia le proprie scelte per fare un favore a Wall Street, ma attende dati macro che concretamente lo spingano verso una nuova direzione. In questa prospettiva non aiuta l’annuncio di un taglio di 2 milioni di produzione di barili di petrolio da parte dell’Opec +.
No panic for Credit Suisse
Credit Suisse è rimbalzato in maniera significativa dai minimi, ma da inizio anno il calo resta del 50%. In flessione anche i cds, ovvero le polizze assicurative sui bond emessi dalla banca svizzera. Il titolo prova a lasciarsi alle spalle i timori di un crack, sul modello Lehman, che avrebbe messo in crisi l’intero sistema finanziario europeo. La Bce invita alla prudenza e annuncia nuove verifiche della vulnerabilità degli istituti di credito continentali, alla luce della crisi energetica in corso. Nel frattempo Credit Suisse annuncia tagli del personale, riduzione dei costi, trasformazione digitale a livello aziendale e cessioni di asset non performanti, per uscire dalla crisi sotto la guida di un nuovo CEO. Bob Diamond, ex Ceo di Barlays, associa la crisi di Credit Suisse, ad incidenti di percorso, che saranno aggiustati con interventi strutturali da parte del nuovo management. Nulla di sistemico e sotto il controllo della banca centrale svizzera considerata molto solida come ente regolatore.
Musk fa retromarcia
Dopo Liz Truss in UK, Elon Musk, avrebbe seppellito l’ascia di guerra e riproposto la propria offerta di $44 miliardi per rilevare Twitter. Lo stesso prezzo dell’annuncio del 4 aprile scorso, poi ritrattato. L’ennesimo colpo di scena? Musk ha chiarito, in un tweet, di non volere alimentare la speculazione ma lanciare un messaggio di cambiamento della linea strategica della società. Se questo sarà l’epilogo probabilmente si tratta di un bene: è tornata la chiarezza, che potrebbe fare bene anche al settore tech statunitense. L’obiettivo di Musk è infatti creare una superApp, sul modello della cinese Wechat, in grado di fare tutto compresi i trasferimenti di denaro. Un segnale strategico che potrebbe portare ad altre mosse nell’industria dei nuovi media digitali. E che il mercato dei capitali sia tutt’altro che addormentato lo dimostra il fatto che Volkswagen starebbe pensando anche l’Ipo di Lamborghini, dopo quella di Porsche. L’operazione si pone l’obiettivo di raccogliere risorse per finanziare la trasformazione verso l’elettrico della supercar. Lamborghini è stato il marchio più profittevole del gruppo Volkswagen. Banca Akros la valuta €9 miliardi, 22x l’Ebitda dell’ultimo bilancio chiuso. Ricordiamo che Porsche si è quotata a €82,5 ed oggi vale meno di €60.