Il punto sul mercato di Integrae SIM

«L’equilibrio è la chiave della forza, in economia come nella vita» (Aristotele)
Le borse europee hanno chiuso in rialzo la seduta di martedì, vicine ai massimi di giornata: Stoxx 600 invariato, FTSE 100 +1,1%, DAX +0,5%, CAC +1,2%, mentre a Milano il Ftse Mib ha guadagnato l’1,24%, toccando un nuovo record storico a 44.372 punti, superando il massimo precedente del maggio 2007.
Il focus in apertura era sui dati macroeconomici europei, in particolare sul mercato del lavoro britannico. I dati sull’occupazione nel Regno Unito hanno mostrato segnali di debolezza, con i salari in calo al 4,8% (contro il 5% atteso) e un tasso di disoccupazione salito al 5%, leggermente oltre le previsioni. Le vendite al dettaglio BRC di ottobre sono risultate le peggiori da maggio, alimentando le attese di un allentamento monetario da parte della Bank of England.
In Germania, l’indice ZEW sulle aspettative economiche è sceso a 38,5, sotto le attese (41,0), riflettendo dubbi sulla capacità dei policymaker di affrontare le sfide strutturali del Paese. In un contesto macro ancora fragile, a sostenere il sentiment sono arrivate le dichiarazioni di Trump su un possibile accordo per ridurre i dazi con la Svizzera e i commenti incoraggianti di alcuni membri della BCE.
Il governatore Vujcic ha affermato che l’economia dell’area euro “è in una buona posizione”, pur manifestando preoccupazione per la cautela dei consumatori e le valutazioni di mercato elevate. Dall’altro lato, la BoE ha segnalato “un dato positivo sui salari”, ma la governatrice Greene ha ribadito la persistenza dell’inflazione come rischio principale.
Tech in pausa, ma il sentiment resta costruttivo
A Wall Street, gli indici hanno chiuso contrastati: Dow +1,15%, S&P 500 +0,23%, Nasdaq -0,21%, Russell 2000 +0,03%. Dopo il forte rally di lunedì, che aveva regalato all’S&P la migliore seduta in quattro settimane, il mercato ha mostrato un andamento più selettivo, con un ritorno di interesse verso difensivi e ciclici.
Il tema dominante resta la rotazione settoriale: mentre i titoli legati all’AI hanno subito prese di profitto, i comparti industriale ed energetico hanno mostrato maggiore forza. Il calo di Nvidia e Tesla, unito alle vendite su Cerebras e Nubis, ha riacceso i riflettori sulla sostenibilità del capex legato all’intelligenza artificiale. Anche Meta ha perso terreno dopo l’uscita del suo chief AI scientist.
Secondo il Financial Times, cresce l’ansia per il possibile “spillover del boom dell’AI sul mercato obbligazionario”, a causa dell’enorme fabbisogno di finanziamenti per i data center globali.
Verso la fine dello shutdown, Congresso a un passo dall’accordo
Dopo settimane di stallo, il Senato USA ha approvato nella notte di lunedì il disegno di legge per la riapertura del governo, grazie al sostegno di otto senatori democratici. Il provvedimento esclude l’estensione dei sussidi ACA, ma copre agricoltura, difesa e infrastrutture legislative fino al 30 settembre, garantendo finanziamenti fino al 30 gennaio 2026.
La misura passa ora alla Camera dei Rappresentanti, che dovrebbe votare mercoledì. Il Presidente Trump ha già dichiarato che firmerà la legge, aprendo la strada alla riattivazione dei dati macroeconomici sospesi dal blocco amministrativo.
Secondo Deutsche Bank, se l’intesa verrà approvata entro la settimana, il rapporto sull’occupazione di settembre potrebbe essere pubblicato all’inizio della prossima settimana, mentre gli altri dati economici seguiranno nelle settimane successive.
Un esito che, almeno temporaneamente, restituisce al mercato una certa fiducia nella tenuta istituzionale americana, dopo oltre un mese di paralisi politica.