Il punto sul mercato di Integrae SIM

«Il progresso nasce dal dubbio, non dalla certezza» (Bertolt Brecht)
Le borse europee hanno chiuso in rialzo la prima seduta della settimana, vicine ai massimi di giornata: Stoxx 600 +1,4%, FTSE +1%, DAX +1,6%, CAC +1,3%, FTSE Mib +2,28%. Il sentiment sul mercato azionario europeo si è rafforzato grazie a una stagione di utili del terzo trimestre superiore alle attese.
Goldman Sachs ha rivisto al rialzo le previsioni di crescita degli utili, ora attese a +1% nel 2025 e +5% nel 2026, sostenute da una crescita globale più robusta e da una maggiore stabilità valutaria. Secondo BNP Paribas Exane, il 53% delle società dello STOXX Europe 600 ha battuto le stime sugli utili per azione, con un rapporto beat/miss di 1,4, in linea con la media storica. Un segnale particolarmente incoraggiante è l’inversione positiva nella revisione degli utili, tornata sopra lo zero per la prima volta dal primo trimestre: più aziende registrano upgrade che downgrade.
JPMorgan mantiene la raccomandazione overweight sull’equity europeo, grazie ai massimi recenti dei PMI dell’Eurozona e a un equilibrio favorevole tra attività economica e politica monetaria. La banca prevede una rotazione di leadership dai settori vincenti dell’anno, come le banche, verso i comparti esportatori.
Goldman Sachs stima inoltre che lo STOXX Europe 600 possa raggiungere quota 595 punti in 12 mesi, con un rendimento totale dell’8% in euro. Con solo il 40% dei ricavi generati nei mercati domestici, le società europee beneficiano del miglioramento delle prospettive di crescita di Stati Uniti e Cina, rafforzando l’appeal del mercato europeo nella diversificazione globale.
L’AI torna a trainare i listini
A Wall Street, le borse hanno chiuso in deciso rialzo: Dow +0,81%, S&P 500 +1,54%, Nasdaq +2,27%, Russell 2000 +0,94%. È stata la miglior seduta per il Nasdaq dal 27 maggio e la migliore per l’S&P 500 dal 13 ottobre.
Il rimbalzo è stato alimentato dal recupero dell’AI trade, tornato protagonista dopo la correzione della scorsa settimana, quando otto dei principali titoli legati all’intelligenza artificiale avevano perso complessivamente 800 miliardi di dollari di capitalizzazione.
Secondo Wedbush, i capex dei colossi tecnologici, Microsoft, Google, Meta e Amazon, hanno raggiunto $ 112 miliardi nel Q3, in crescita dell’80% su base annua, e potrebbero arrivare a 550-600 miliardi nel 2026, rispetto ai 380 miliardi del 2024. Société Générale stima che questi nomi rappresentino oltre il 40% dei ricavi di Nvidia, che la prossima settimana pubblicherà i risultati, sostenuti da ordini data center per circa $ 500 miliardi.
I consumi dipendono dai più ricchi
Sul fronte macro, gli analisti sottolineano un fenomeno sempre più evidente: la polarizzazione della crescita americana. Mentre l’economia nel complesso resta solida, il divario tra ricchi e classe media si allarga.
Un’analisi di Bloomberg evidenzia che il 10% più ricco delle famiglie statunitensi alimenta quasi la metà dei consumi totali, sostenuto dall’effetto ricchezza e dal boom dei mercati azionari. Al contrario, le famiglie a reddito medio e basso stanno riducendo la spesa, strette da prezzi elevati, maggiori costi del credito e un’ondata crescente di licenziamenti.
Un economista ha definito l’attuale economia americana una “torre Jenga”, sostenuta dai consumi dei più abbienti e vulnerabile a ogni scossone. Un’immagine che riassume bene la fragilità strutturale di una ripresa che, pur restando robusta nei numeri, rischia di poggiare su basi sempre più instabili.