Insights & Research

Home / Insights / Il punto sul mercato di Integrae SIM
Insights 5 Nov 2025

Il punto sul mercato di Integrae SIM

«La conoscenza è figlia del dubbio, non della certezza» (Galileo Galilei)

Le borse europee hanno chiuso in rialzo la seduta di mercoledì: STOXX 600 +0,2%, FTSE 100 +0,7%, DAX +0,4%, CAC +0,2%, FTSE Mib +0,41%. Il focus è rimasto sui risultati societari, che nel complesso stanno disegnando un quadro di cauto ottimismo. Secondo Reuters, le stime sugli utili europei convergono verso una crescita moderata: i dati LSEG indicano ora un aumento del 4,3% nel terzo trimestre, mentre Bank of America ha segnalato un miglioramento del consenso del 6% in due settimane, trainato da banche e materie prime che hanno compensato i ribassi ciclici, in particolare quelli di Volkswagen (VOW3-DE).

Tuttavia, BofA ha evidenziato come gli utili effettivi dello STOXX Europe 600 restino in calo del 3% su base annua, contro il +2% registrato a inizio stagione. Con oltre metà delle società ormai a bilancio, solo il 49% ha battuto le attese, ben sotto la media storica del 53%. Le banche registrano un 66% di sorprese positive, le risorse di base il 75%, mentre a livello geografico spicca il Regno Unito (80%), contro il 40% della Spagna. Il divario con gli Stati Uniti resta netto: l’83,2% delle società dell’S&P 500 ha superato le attese. Tra i titoli europei, quelli più esposti ai mercati domestici hanno registrato il peggior tasso di successo dal 2013 (43%), mentre i titoli value (67%) hanno sovraperformato i growth (41%), accentuando la divergenza settoriale.

Wall Street rimbalza ma il sentiment resta prudente

A Wall Street, la seduta di mercoledì ha visto un rimbalzo moderato dopo il calo di martedì: Dow +0,48%, S&P 500 +0,37%, Nasdaq +0,65%, Russell 2000 +1,54%. Il movimento riflette una fase di consolidamento più che un vero cambio di direzione. L’aumento diffuso dei listini è arrivato dopo la peggior seduta dell’S&P 500 dal 10 ottobre, legata all’ennesimo episodio di tensione commerciale tra Stati Uniti e Cina.

Nonostante le preoccupazioni per valutazioni elevate, concentrazione dell’indice tech e rendimenti obbligazionari in salita, il mercato resta sorretto dal consueto buy-the-dip alimentato dagli investitori retail. L’indice VIX rimane su livelli contenuti, segno che non si percepisce ancora panico. Sul fronte macro, i payrolls privati ADP migliori delle attese hanno ridotto i timori di rallentamento dell’occupazione, mentre l’indice ISM dei servizi ha toccato un massimo di otto mesi, sebbene i prezzi pagati abbiano raggiunto il picco triennale, riaccendendo le preoccupazioni per l’inflazione.

Bitcoin torna sotto i 100.000 $, volatilità estrema

Il Bitcoin ha cancellato il rally estivo, scendendo fino a 99.963 $, la prima volta sotto la soglia dei 100.000 $ da giugno. Il calo del 6,5% in una seduta porta la perdita mensile oltre il 20%, livello che in Borsa equivarrebbe a un mercato orso. Anche Ether ha perso il 9,6%, mentre molti altcoin hanno subito crolli superiori al 50% da inizio anno.

Secondo Bloomberg, la svolta negativa è arrivata a metà ottobre con una massiccia ondata di liquidazioni che ha spazzato via miliardi di posizioni rialziste. Da allora, gli operatori sono rimasti ai margini: l’open interest sui futures Bitcoin resta ben sotto i livelli pre-crash, e nonostante il miglioramento delle condizioni di finanziamento, pochi investitori sono tornati sul mercato.

Il risultato è una criptovaluta che rende meno del 10% nel 2025, deludendo come copertura di portafoglio rispetto all’azionario. Il parallelo con il comparto tecnologico è inevitabile: anche qui, dietro l’euforia per l’AI e le big tech, cresce il sospetto che la bolla della liquidità stia tornando a gonfiarsi.