Il punto sul mercato di Integrae SIM
““L’economia dipende tanto dagli economisti quanto il tempo dalle previsioni meteorologiche” (Jean Paul Kauffmann)
Le banche centrali hanno riscoperto una vecchia ricetta degli anni ‘70: anticipare l’inflazione anziché rincorrerla. Ma all’epoca il debito pubblico si posizionava, in termini relativi e assoluti, ben al di sotto del PIL, e i salari si adeguavano automaticamente al costo della vita. Oggi siamo nella situazione in cui, ad ogni aumento dei tassi, il peso degli interessi sul debito brucia miliardi di euro o di dollari, di risorse che potrebbero finanziare la crescita ed aiutare famiglie e imprese. I salari invece sono bloccati, e difficilmente si adegueranno all’inflazione. Le famiglie attingeranno dal risparmio accumulato durante la Pandemia per dare fronte all’aumento del costo della vita. Aumenta quindi il rischio di un aumento della sfiducia e quindi l’arrivo della recessione. Al momento però solo la società di rating S&P stima una congiuntura negativa nel 2023, per poi riprendersi nel 2024. Ma l’atteggiamento falco di Fed e Bce rischia di anticipare l’inizio e fare allungare i tempi di uscita dalla crisi economica. Siamo quindi in un territorio inesplorato, e i banchieri centrali non sembrano avere soluzioni innovative, preferendo rifugiarsi nei libri di storia.
Only the brave
Nonostante la situazione di grande incertezza a livello globale Franchetti S.p.A, pioniere nel campo della gestione, diagnostica e manutenzione predittiva delle infrastrutture, debutta questa mattina alle 9:00 sul listino Euronext Growth Milan. Per Integrae SIM, che svolge il ruolo di EGA e Global Coordinator dell’operazione, si tratta della IPO numero 7 da inizio anno. La dimostrazione che pur in un contesto di volatilità per il comparto azionario, gli operatori professionali non smettono di investire, ma lo fanno in maniera selettiva puntando su iniziative di qualità, con vantaggi competitivi chiari e in business ad alta prospettiva di crescita e redditività.
Il rischio è ON
Ci mancavano pure i sabotaggi. Torna la tensione sul settore energetico europeo, dopo che il gasdotto Nord Stream ha riportato perdite in tre diversi punti sotto il Mar Baltico. Perdite che, secondo gli Alleati, sono dovuti ad un attacco di “sabotaggio” da parte di Mosca per tagliare definitivamente gli approvvigionamenti di gas verso l’Europa. Dopo essere stati per circa un mese intorno ai €160, i prezzi del gas sul TTF ad Amsterdam sono tornati ora sopra i €200 per MW/h, aumentando la pressione inflazionistica sulla regione europea, mentre restano più o meno stabili i prezzi del greggio Brent. Con l’eccezione del gas non c’è attività quindi finanziaria che non stia perdendo valore. In questo contesto la Commissione Europea ha dato il via libera per l’Italia alla seconda tranche da €24 miliardi del PNRR. E’ l’ultimo regalo del governo Draghi al Paese. La prossima tranche, il cui via libera è previsto a fine dicembre, dipenderà dal nuovo esecutivo. Volgendo lo sguardo agli Usa, segnaliamo che oggi alle 14:30 sarà comunicato il PIL nel secondo trimestre: stimato un calo del 0,6% in linea con il trimestre precedente. Se il dato fosse confermato l’America sarebbe a un passo dalla recessione, seppure tecnica.
UK fanalino di coda
Per la prima volta dal 2012 il rendimento del BTP italiano sfiora il 5%. Superata anche la soglia di 250 punti di spread che nel maggio scorso aveva fatto scattare la riunione straordinaria della Bce e avviato il processo per la creazione del nuovo scudo antispread. Ma per una volta non è il nostro Paese ad essere al centro della speculazione nel mercato obbligazionario. Dopo la Brexit il Regno Unito sembra infatti avere perso la bussola. Il Fondo Monetario Internazionale ha criticato aspramente il pacchetto di tagli fiscali annunciato la scorsa settimana dal nuovo governo britannico. La reazione dei mercati non si è fatta attendere: gli investitori hanno continuato a scaricare i Gilt, spingendo il costo del debito sempre più in alto. Il rendimento del decennale UK di riferimento è salito al 4,61%, nuovo massimo da 14 anni, mentre il rendimento del Gilt a 5 anni è salito sino al 4,81%. Ricadute anche su GBP/USD, di nuovo vicino alla parità, ed FTSE 100, sui minimi di sei mesi. Il Governo di Liz Truss starebbe quindi pensando di tornare sui propri passi, ma la figuraccia resta. Diversamente la Banca d’Inghilterra potrebbe riunirsi in anticipo rispetto alla riunione fissata tra 5 settimane, per alzare nuovamente i tassi di interesse.