Il punto sul mercato di Integrae SIM

«L’equilibrio è la forza di chi sa restare lucido mentre tutto intorno si muove.» (Jean Renoir)
Le borse europee hanno chiuso in rialzo: STOXX 600 +0,7%, FTSE 100 +0,1%, DAX +0,4%, CAC +1,4%, FTSE Mib +1,12%. A Parigi il CAC 40 ha sovraperformato grazie al sollievo politico dopo giorni di incertezza, mentre sullo sfondo si è aperto un confronto acceso tra le principali case d’investimento sulle prospettive di utili europei nel terzo trimestre.
Secondo Deutsche Bank e Barclays, le stime sono troppo pessimistiche: i dati LSEG I/B/E/S segnalano ora una crescita degli utili dello 0,5%, contro un calo dello 0,2% previsto la settimana scorsa. Barclays ritiene che i PMI ai massimi dal secondo trimestre 2024, il +4% del PIL USA e le sorprese economiche positive globali creino le condizioni per risultati migliori delle attese. Deutsche Bank prevede una crescita a bassa singola cifra, con potenziali sorprese al rialzo per banche e tech.
Anche Citi si mostra ottimista, fissando un target di +5% fino a metà 2026 e puntando su settori ciclici (banche e tecnologia) e difensivi di qualità come l’healthcare. In un’ottica di medio termine, il broker segnala che la debolezza dell’euro fino al 2026 potrebbe sostenere i titoli esportatori, ancora sottovalutati del 35% rispetto alle controparti statunitensi. Citi ha inoltre alzato il giudizio sul retail a “overweight”, mentre ha ridotto i media a “underweight” per via del peggioramento nelle revisioni degli utili. In controtendenza Morgan Stanley, che ha tagliato la stima di crescita dell’EPS 2025 dell’MSCI Europe al -2,4%, citando l’impatto dei dazi e dei costi di copertura valutaria.
Wall Street in calo ma settimana ancora positiva, focus su banche e AI
A Wall Street le azioni hanno chiuso in calo: Dow -0,65%, S&P 500 -0,63%, Nasdaq -0,47%, Russell 2000 -2,09%, pur restando su base settimanale in territorio positivo. I listini non sono riusciti a mantenere i guadagni del mattino, penalizzati dalla debolezza dei bancari regionali, dopo che Zions ha registrato un aumento delle perdite su crediti e Western Alliance ha segnalato esposizioni problematiche nei prestiti commerciali.
Il comparto AI ha offerto un quadro misto: TSMC non ha consolidato i guadagni iniziali nonostante l’ennesimo rialzo delle guidance 2025, mentre Oracle è stata protagonista della seduta grazie all’entusiasmo per l’analyst day e alle notizie di una possibile collaborazione tra xAI e Nvidia che hanno spinto Crowdstrike. L’attenzione è rimasta sull’assenza di nuovi dati macro a causa dello shutdown governativo, che ha rinviato le pubblicazioni su PPI, vendite al dettaglio e richieste di sussidi.
Dalla Federal Reserve non sono arrivate sorprese, mentre le parole accomodanti di Powell continuano a sostenere la narrativa di due ulteriori tagli dei tassi entro fine anno e uno all’inizio del 2026. Sul fronte geopolitico, restano ferme le tensioni commerciali con Pechino, dopo che Washington ha respinto le accuse cinesi di “interpretazioni errate” sui limiti all’export di terre rare.
A Washington e Pechino animi accesi
Il confronto tra Stati Uniti e Cina resta acceso. Il Segretario al Tesoro USA Scott Bessent ha accusato Pechino di essere responsabile dell’ultima rottura nei negoziati sulla guerra commerciale, riaccesa dalle politiche protezionistiche di Donald Trump. Da parte sua, il ministro del Commercio cinese Wang Wentao ha ribaltato le accuse, definendo le recenti escalation una reazione difensiva alle mosse della Casa Bianca dopo gli incontri di Madrid.
In particolare, Washington ha ampliato l’ambito delle sanzioni contro aziende affiliate a società cinesi nella blacklist, mentre Pechino ha introdotto restrizioni sulle esportazioni di terre rare, considerate strategiche per la tecnologia occidentale. Il portavoce Wang ha affermato che le misure statunitensi “hanno gravemente danneggiato gli interessi della Cina e compromesso il clima dei colloqui bilaterali”. Intanto, negli ambienti finanziari americani si fa strada l’ipotesi che Bessent stia sondando il terreno per un nuovo cessate il fuoco commerciale. Tuttavia, resta incerto se la tensione si allenterà o sfocerà in una nuova fase di dazi incrociati, in un contesto globale già indebolito da crescita fragile e inflazione ancora non del tutto domata.