Il punto sul mercato di Integrae SIM

«Il futuro appartiene a chi prepara il presente.» (Malcom X)
Le borse europee hanno chiuso in ordine sparso: STOXX 600 +0,6%, FTSE 100 -0,3%, DAX -0,2%, CAC +2%, FTSE Mib -0,4%. A sostenere il comparto è stato il settore Personal & Household Goods, trainato dal rally dei titoli del lusso dopo i risultati migliori delle attese di LVMH. Il gruppo parigino ha registrato un aumento delle vendite dell’1% nel terzo trimestre, superando le previsioni degli analisti che stimavano un calo dell’1%, grazie al recupero della domanda in Cina.
L’effetto si è riflesso sull’intero settore, con progressi per Kering, Moncler, Hermès e Richemont. Anche i produttori europei di spirits hanno beneficiato del miglioramento, con Remy Cointreau, Pernod Ricard e Campari in rialzo tra il 2% e il 5,1%, grazie alla contrazione più lenta del segmento vini e liquori di LVMH.
Secondo Deutsche Bank, il comparto del lusso è in fase di stabilizzazione: la banca ha alzato il giudizio su Burberry e LVMH a buy, prevedendo sorprese positive sugli utili nel 2026. Anche J.P. Morgan, dopo i recenti incontri con aziende asiatiche, ha rilevato segnali di maggior stabilità della domanda, mentre Kepler Cheuvreux vede spazio per un prolungamento del rally sostenuto da Cina e Stati Uniti.
Wall Street chiude mista, ma con sentiment costruttivo
Anche Wall Street, la seduta di mercoledì si è conclusa con risultati misti: Dow -0,04%, S&P 500 +0,40%, Nasdaq +0,66%, Russell 2000 +0,97%. La sessione è stata altalenante, con un finale positivo grazie ai buoni risultati societari e alla resilienza del sentiment retail. Gli investitori continuano a monitorare le tensioni commerciali tra Washington e Pechino, ma restano fiduciosi in una possibile distensione in occasione del prossimo vertice APEC in Korea.
Tra i temi positivi, spiccano i conti migliori delle attese di Bank of America, Morgan Stanley, ASML, oltre alle previsioni incoraggianti di Dollar Tree. Il comparto bancario ha offerto nuovo sostegno alla narrativa della resilienza dei consumi, mentre l’aumento delle operazioni di M&A, come il mega deal da $40 miliardi nei data center e la privatizzazione di TrueCar, ha alimentato il momentum di mercato.
Le parole del presidente Jerome Powell, che ha confermato un orientamento dovish e la possibilità di ulteriori due tagli dei tassi entro l’anno, hanno contribuito al tono positivo. Tuttavia, l’incertezza sullo shutdown del governo rimane sullo sfondo, con gli operatori che iniziano a stimare l’impatto economico di un blocco prolungato dei dati ufficiali.
L’FMI rivede al rialzo la crescita mondiale ma avverte sui rischi
Il Fondo Monetario Internazionale ha segnalato che l’economia mondiale mostra segnali di affaticamento, attribuendo gran parte delle difficoltà alla politica commerciale statunitense e al ritorno del protezionismo promosso dal presidente Donald Trump. Tuttavia, il quadro non è del tutto negativo: il FMI ora prevede una crescita globale del 3,2% nel 2025, rispetto al 3% stimato a luglio, grazie al rafforzamento degli scambi favorito da un dollaro più debole e da una corsa agli acquisti anticipati per evitare nuovi dazi.
Il capo economista Pierre-Olivier Gourinchas ha sintetizzato così: “Non è andata male come temevamo, ma è peggio di quanto sperassimo”. L’istituto avverte però che nel 2026 la crescita potrebbe rallentare al 3,1%, riflettendo gli effetti ritardati delle tariffe elevate e dell’aumento della disoccupazione negli Stati Uniti. Anche in Europa la sostenibilità del debito resta un tema cruciale, con governi chiamati a ridurre la spesa pubblica in un contesto di tassi ancora alti e crescita debole.
Secondo il rapporto, il delicato equilibrio tra politiche fiscali espansive, invecchiamento demografico, difesa ed energia renderà necessario un nuovo patto di sostenibilità per evitare che l’eredità del post-pandemia si trasformi in un freno strutturale alla crescita globale.